Elsa Gardner è la mamma di Sam e Casey della serie Atypical. Elsa è un personaggio ampiamente dibattuto perché compie una serie di errori che la rendono abbastanza controversa. A parer mio, un personaggio è profondamente legato all’attore che lo rappresenta, e vedere un’attrice particolare come Jennifer Jason Leigh interpretare una mamma fuori dagli schemi fa piacere ma pone anche dei dubbi. Come al solito farò una mia analisi sociologica, per capire con voi una madre atypical in una società normo-dotata.
Elsa è madre e moglie apparentemente perfetta. La famiglia Gardner sembra una famiglia normale con due genitori che crescono dei figli adolescenti e li supportano nelle diverse fasi della vita. Elsa inserita in questo contesto normo-riferito è la spina dorsale del sistema familiare, è un’ottima cuoca che prepara mille pasti per i gusti di tutti, organizza il calendario familiare in una lavagnetta magica e scandisce il tempo della famiglia. Ma scavando a fondo si inizia a notare qualche crepa di questo sistema a prova d’urto. Elsa, infatti, è eccessivamente forte e precisa come madre e moglie, sembra quasi recitare un ruolo impostato dall’esterno che non le permette di fermarsi un attimo. Il motivo è presto detto, Elsa è la mamma di Sam, un ragazzo autistico con particolari necessità che ha imparato a vivere seguendo determinate usanze. Elsa ha dovuto inventarsi un sistema fatto di precise regole per far sì che Sam si senta sempre nella sua confort zone, come ad esempio cucinare solo cose che piacciono a lui o non mettere musica che gli crea disagio. Questo sistema è un linguaggio che Elsa è riuscita a creare per il figlio in modo che tutta la famiglia possa comunicare con Sam, la cui peculiarità risiede proprio nel fatto di non esprimere le emozioni come gli altri.
Ma il ruolo di donna perfetta che Elsa si è creata cede a un certo punto, e mette a nudo le sue insicurezze
Ma Elsa inizia a compiere una serie di errori e azioni imprevedibili abbandonando quell’elemento di prevedibilità che la caratterizzava. La madre di Atypical (qui 10 motivi per amare la serie) inizia a frequentare locali notturni e vestirsi più sensuale flirtando con Nick, un barista più giovane di lei. Comincia persino a mentire alla sua famiglia e raggiunge l’apice quando il flirt si trasforma in adulterio. Dopo il tradimento, Elsa continua a mentire e ad essere meno attenta ai bisogni della sua famiglia e di Sam. Insomma, diventa meno stabile. Tutto questo potrebbe sembrare solo una serie di errori compiuti da una madre di mezza età come semplice capriccio della nostalgica gioventù. È così facile biasimarla perché da donna perfetta diventa tanto imperfetta, e affezionandoci a Sam viene facile colpevolizzarla per le sue mancanze, essendo madre di un ragazzo autistico.
Siamo tutte Elsa
Ma Elsa è più di tutto questo, e noi dobbiamo scavare nel substrato del suo personaggio per capire che è più profondo e interessante di quello che inizialmente ci appariva. Elsa comincia a sbagliare e crollano le sue impalcature sociali e psicologiche, ma tutto questo era inevitabile. La perfezione non esiste in nessuna famiglia o in nessuna persona al mondo e Elsa è vittima di una pressione sociale che vuol far credere – soprattutto – alle donne di dover rispecchiare due ideali. Uno è l’ideale di moglie devota e passiva, sempre consenziente e mai di “ostacolo”. L’altro è l’ideale di madre premurosa e vigile in ogni secondo, cuoca creativa e organizzatrice delle attività familiari. All’inizio la nostra Elsa era così, ma questo ideale che lei rincorreva ha iniziato a distruggerla da dentro per un semplice motivo: perché una donna è una persona, non un’idea. Così tutte le sue barriere hanno iniziato a crollare perché comprendendo di non poter più rispecchiare l’ideale di perfezione si è sentita sbagliata. Certo, il tradimento e la mancanza non sono da giustificare, ma il contesto entro cui ha commesso questi errori rende facile capire il perché ha agito in un certo modo.
Cosa aggiunge Elsa ad Atypical?
La mia analisi sociologica non è completa se non evidenzio anche l’altra faccia del personaggio. Elsa non è solo una donna che rincorre un ideale maschilista o una persona imperfetta in crisi con la sua identità. Lei è anche un personaggio che rappresenta il cambiamento, la novità e la ribellione sia a livello sociale che narrativo. Spesso, nelle serie tv c’è una divisione tra madre convenzionale e non convenzionale perché inconsciamente gli spettatori hanno bisogno di inserire il personaggio in uno schema prevedibile di azioni. Elsa, invece, sfugge a queste previsioni e il pubblico non riesce a inquadrarla, chiedendosi così: è una madre in crisi che ritorna in sé? è una donna che vuole riscattarsi? Ma lei è tutto questo messo insieme e non potremo mai racchiuderla in un solo contesto. Questo grazie a Jennifer Jason Leigh, che è un’attrice poliedrica e mai focalizzata in un unico ruolo. E questa poliedricità ci ha regalato una donna atypical e typical per niente scontata.
Perciò, alla domanda “possiamo davvero recriminare qualcosa a Elsa Gardner?”, la mia risposta è che la si può certamente biasimare, possiamo non capire certi atteggiamenti e anche dire che alcune volte è fastidiosa. Ma recriminare è vicino a colpevolizzare e questo non è possibile quando un personaggio si mette così tanto a nudo da urlare al mondo le sue insicurezze. Perciò la comprendiamo, sapendo che alcune volte ci sfuggirà qualcosa di lei, ma d’altronde non è così anche con noi stessi? Siamo tutti atomi impazziti in questo mondo di molecole ordinate.