Mickey Haller è tornato, e con lui un nuovo frizzante caso tra la frizzante aria di Los Angeles e le aule di tribunale. Dopo due stagioni molto apprezzate e soprattutto molto viste dal pubblico, Netflix ha deciso ancora una volta di dare fiducia all’Avvocato della Lincoln e al suo vivace staff e lo ha fatto puntando su un nuovo interessante caso, che si allaccia con il passato e che pone davanti al protagonista tante nuove sfide, non prive di rivelazioni scioccanti e un incalcolabile numero di pericoli. Ma di che parla la serie? Per chi ancora non avesse idea, Avvocato di difesa, o in originale The Lincoln Lawyer, è una serie a stampo legal, scritta da David E. Kelley, noto per il suo lavoro su show legali di successo come Ally McBeal e Boston Legal e basata sui romanzi di Michael Connelly.
Protagonista indiscusso è Mickey Haller, interpretato con carisma da Manuel Garcia-Rulfo, un avvocato difensore americano di origini messicane che gestisce i suoi casi principalmente dal sedile posteriore di una Lincoln Town Car, ma chi ha visto e amato le prime due stagioni della serie, questo lo sa bene.
La terza stagione sarà stata all’altezza dei precedenti capitoli? La formula di Avvocato di Difesa funziona ancora oppure no?
Per scoprirlo, vi lasciamo alla nostra recensione con spoiler della serie.
La terza stagione di the Lincoln Lawyer si ispira al quinto tra i libri dedicati al personaggio di Mickey Haller da Connelly, The Gods of Guilt, e va a raccontare un caso oltremodo complesso e ricco di intrighi e colpi di scena, tra cartelli della droga, poliziotti corrotti e ripetuti tentativi di omicidi. La storia riparte direttamente dal cliffhanger della seconda stagione (qui trovate la recensione), con Mickey Haller sconvolto dalla notizia dell’omicidio di Gloria Dayton, alias Glory Days, una vecchia conoscenza che in passato aveva difeso e aiutato a uscire da una vita difficile.
Ecco che, allora, il caso in questione diventa personale per il protagonista, che si ritrova a vivere senso di colpa per aver coinvolto la donna in un caso di testimonianza, esponendola così al pericolo.
La posta in gioco si alza ulteriormente quando Haller decide di difendere Julian, il principale accusato dell’omicidio, in un caso che lo trascina in un vortice di segreti, criminalità organizzata e giochi di potere.
Proprio grazie a questi elementi e alla cura per la componente legal, la stagione riesce a mantenere un proprio fascino, soprattutto per quanto riguarda i frangenti di dibattito in tribunale e le machiavelliche strategie messe in atto dallo show. Mickey Haller è ancora un personaggio carismatico, capace di affascinare con il suo sorriso storto e la volontà di trovare la verità, anche a costo di sporcarsi a volte le mani. Un uomo che spesso si fa beffe delle regole, ma che punta sempre al bene. Altro punto di forza sta, ancora una volta, nelle scene in tribunale, che continuano a catturare lo spettatore con dinamiche ben strutturate e momenti di suspense, nonostante l’effetto di sorpresa sia in parte ormai venuto meno.
The Lincoln Lawyer 3, si costruisce infatti sulla stessa linea delle stagioni precedenti, cosa che ad alcuni spettatori potrebbe sembrare ripetitiva. Avvocato di difesa, infatti, pur rimanendo un prodotto parecchio godibile, inizia a mostrare alcuni segni di stanchezza. Conseguenza, questa, tipica di una serie che, una trovata la propria ricetta, finisce, almeno in parte, per fossilizzarsi nei suoi stessi stilemi tanto da risultare, alla lunga, un po’ ripetitiva.
Con questo vogliamo dire che la terza stagione della serie sia particolarmente inferiore alle precedenti?
Assolutamente no. Tuttavia, sarebbe ipocrita da parte nostra non ammettere che avremmo tanto voluto che la serie facesse un passo in più per variare, anche se solo di poco, rispetto allo schema offerto in passato. Anche se il caso proposto è oggettivamente molto interessante, è infatti impossibile per il pubblico non ritrovare il consueto schema narrativo che aveva caratterizzato le precedenti stagioni, così come il suo stile, sempre piuttosto leggero se non in alcuni limitati momenti. Anche per questo motivo, la serie pare ancora piuttosto superficiale in alcuni frangenti, ricorrendo a momenti frivoli per stemperare la tensione anche quando la serie avrebbe necessitato di rallentale. La morte del povero giovane Eddie, neo-autista di Mickey, che avrebbe dovuto destare reazioni strazianti da parte dei colleghi, viene per esempio messa da parte fin troppo in fretta, senza sconvolgere a sufficienza, per essere ripresa velocemente solo negli episodi finali della serie.
La terza stagione di Avvocato di difesa fatica quindi a rinnovarsi. Certo, non mancano colpi di scena, complotti, intrighi, menzogne e strategie. Tuttavia, la trama, pur cercando di regalare al pubblico momenti di alta tensione, non riesce sempre a mantenere costante il proprio ritmo. Perfino i personaggi dello show sembrano aver iniziato a ripetersi e il limitato minutaggio destinato all’ex moglie Maggie e alla figlia di Mickey si fa sentire.
Il protagonista, d’altra parte, pur continuando a essere sempre affascinante, soprattutto per merito della grande performance del suo interprete, sembra aver già affrontato le sue lotte più importanti nelle stagioni precedenti.
La sua evoluzione appare quindi meno marcata e le sue vicende personali non aggiungono molto di nuovo al quadro complessivo della storia. Nonostante ciò, abbiamo molto apprezzato la storia d’amore che l’avvocato di difesa ha avuto in questa stagione con la grande rivale della scorsa, la procuratrice distrettuale Andrea. Una donna che, per carattere e vissuto, sembra davvero essere una buona compagna per l’uomo, capace di comprenderlo e allo stesso tempo stimolarlo.
La storyline legata ad Andrea e al suo senso di colpa per l’aver indirettamente causato la morte della cliente che aveva giurato di difendere è sicuramente una tra quelle meglio rappresentate di tutta la stagione, proprio perché in grado di scatenare in lei una forte reazione e conseguente evoluzione psicologica.
Nonostante una fase centrale a tratti ripetitiva, Avvocato di difesa 3 non smette di appassionare. La serie ci regala infatti una buonissima conclusione con i suoi episodi finali. Mickey smaschera infatti il vero colpevole dell’omicidio di Gloria, il pericoloso De Marco dopo la testimonianza a sorpresa dell’agente Bishop (Holt McCallany, noto per il ruolo di Tench in Mindhunter), che poi si toglierà la vita per paura delle ripercussioni del suo tradimento. Tuttavia, nonostante la vittoria, Mickey capisce che il suo coinvolgimento con il cartello non è finito. L’avvocato di difesa, stuzzicando il cane che dorme, ha messo a rischio non solo la sua vita, ma anche quella dei suoi cari. E il cadavere del suo ex cliente rinvenuto nel suo portabagagli pare essere solo l’inizio.
La terza stagione di Avvocato di difesa si chiude, infatti, come al solito, con un pesante cliffhanger. Un colpo di scena che lascia intendere che i problemi con il cartello non siano ancora finiti.
Che dire, dunque? La terza stagione di Avvocato di difesa insiste su quelle caratteristiche che hanno contribuito a rendere la serie tanto popolare: le dinamiche legali, il fascino del protagonista e l’atmosfera da thriller giudiziario. Tuttavia, il racconto fatica a reinventarsi e a proporre una trama che sappia coinvolgere fino in fondo. Nonostante ciò, siamo sicuri che per i fan della serie e, in generale, dei legal drama, questa stagione non andrà a deludere le aspettative.
Anche se non priva di difetti, la terza stagione lascia aperte molte domande intriganti che potrebbero portare a sviluppi ancora più interessanti nella quarta. Come farà Haller stavolta a provare la propria innocenza? Netflix opterà per un rinnovo? È ancora presto per saperlo. Tuttavia, se le visualizzazioni di questi nuovi dieci episodi si mantenessero sui livelli delle precedenti stagioni, non vediamo cosa potrebbe impedirlo. Speriamo dunque di rivedere presto su schermo il nostro Avvocato di difesa di fiducia.