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7 curiosità su Nava Mau, la meravigliosa Teri di Baby Reindeer

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In Baby Reindeer, Nava Mau interpreta la bella e accattivante Teri. L’unica donna dello show, a parte quella poveretta della madre del protagonista, che tenta disperatamente di aprire gli occhi e il cuore di Donny (ecco la storia vera di Richard Gadd, protagonista della serie). Con scarsi risultati. Se per un breve periodo, infatti, ci illudiamo davvero che la relazione tra i due possa portare a una qualche forma di lieto fine, diventa assolutamente lampante che Baby Reindeer (che potete trovare sul catalogo Netflix qui) non è è affatto una favola romantica. Non c’è nessun “e vissero felici e contenti”.

In questa fiaba di cui i fratelli Grimm sarebbero estremamente fieri, il lupo mangia la nonna, Cappuccetto Rosso e pure il cacciatore (qui trovate l’agghiacciante storia vera). Non lasciandone neppure gli ossicini. Teri per poco sfugge alle fauci voraci riuscendo a svincolarsi dalla presa e a continuare a vivere la propria vita. Nava Mau è un’attrice, scrittrice e regista che ha guadagnato riconoscimenti per il suo lavoro incentrato principalmente sulla rappresentazione delle persone transgender, in particolare nella comunità latinoamericana e delle isole del Pacifico. Un’artista poliedrica che, grazie proprio a questo ruolo, è riuscita a farsi conoscere da una fetta decisamente più grande di pubblico.

Ecco 7 curiosità sull’interprete di Teri in Baby Reindeer

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Donny e Teri in Baby Reindeer

1) Background Multiculturale

Nava Mau è di origine messicana e samoana, una combinazione che porta una ricca eredità culturale nei suoi progetti e performance. La sua esperienza multiculturale ha influenzato da sempre profondamente il suo lavoro artistico. Da un lato, la cultura messicana. Nota per la sua profonda connessione con la famiglia, la spiritualità e la comunità. Tutti temi che spesso trovano spazio nei suoi progetti. La narrazione messicana risulta vibrante e colorata, ma anche profondamente riflessiva e critica. Qualità che possono essere riscontrate nelle narrazioni di Nava.

Dall’altro, l’eredità samoana dell’attrice che introduce un altro strato di complessità e profondità nella sua identità e lavoro. Le isole Samoa hanno una storia ricca e un patrimonio culturale distinto, caratterizzati da una forte connessione con la terra, il mare e la comunità. La cultura samoana è nota per il suo senso di appartenenza e per le sue pratiche tradizionali, che includono la danza, la musica e l’arte. Importante in questa cultura è anche il concetto di “fa’afafine”, un termine usato nelle Samoa per descrivere individui che non si identificano esclusivamente come maschi o femmine. Questo può avere influenzato la comprensione e l’espressione di Nava riguardo alle questioni di genere e identità.

2) Attivista per i diritti trans

Nava è fortemente impegnata nella lotta per i diritti delle persone transgender e usa le sue piattaforme per promuovere la consapevolezza e la comprensione delle questioni che affrontano le persone trans, specialmente quelle di colore. L’attrice utilizza ogni opportunità offerta dalla sua visibilità per discutere apertamente delle questioni transgender e per educare il pubblico su queste tematiche. Che sia attraverso i suoi ruoli in film e serie tv, o attraverso le interviste e le apparizioni pubbliche, cerca di portare alla luce le sfide specifiche che le persone transgender devono affrontare.

La Mau collabora con organizzazioni che sostengono le persone transgender, contribuendo al loro lavoro sia attraverso il finanziamento che partecipando attivamente alle loro iniziative. Nava, inoltre, parla spesso di come le politiche e le normative influenzino la vita delle persone transgender, promuovendo una maggiore consapevolezza delle leggi e delle politiche che possono supportare o danneggiare la comunità transgender. La sua voce contribuisce a sensibilizzare il pubblico su questioni come l’accesso alle cure mediche, i diritti civili, e la protezione contro la violenza e la discriminazione.

E anche in Baby Reindeer, il suo personaggio contribuisce notevolmente a rompere tabù e spiacevoli stereotipi.

“Per questo motivo, ritengo che, per i progetti che dirigo, sia davvero importante continuare a introdurre i quadri in cui credo grazie al mio lavoro culturale. Credo anche che il cambiamento culturale sia disperatamente necessario nell’industria cinematografica, quindi spero di non abbandonarlo mai. Questa è la mia missione”.

– Nava Mau sui suoi obiettivi
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Nava Mau in Walking Hour

3) Il film da regista: “Waking Hour”

Nava Mau ha scritto, diretto e recitato in un cortometraggio chiamato “Waking Hour”, che esplora l’esperienza di una giovane donna transgender durante un incontro romantico, esaminando tematiche come la vulnerabilità e visibilità. Il cortometraggio esplora sentimenti, paure e speranze delle persone transgender nelle relazioni intime. La tensione tra autenticità e sicurezza, e la difficoltà di stabilire connessioni genuine in un mondo che spesso non comprende o rispetta le identità trans.

“Waking Hour” segue la storia di Sofia, una giovane donna trans, durante un incontro romantico che si svolge dopo una festa. La trama si concentra sull’interazione tra Sofia e un uomo cisgender che sembra interessato a lei. Mentre la loro interazione si sviluppa, Sofia naviga le sue insicurezze e speranze, affrontando i complessi sentimenti di vulnerabilità e desiderio di essere vista e amata per chi è veramente. “Waking Hour” ha ricevuto elogi per la sua rappresentazione onesta e delicata delle esperienze delle persone transgender. La regista utilizza la sua esperienza personale e la sua sensibilità artistica per trattare questioni delicate con rispetto e autenticità, offrendo al pubblico una finestra sulle sfide emotive affrontate dalle persone trans, specialmente in contesti tanto intimi e delicati.

“Ho iniziato da poco a frequentare uomini etero e cisgender e come donna trans non ero preparata. Ho dovuto imparare molte lezioni difficili quando ho iniziato a frequentare uomini etero cisgender. ‘Waking Hour’ si ispira a esperienze personali che ho avuto, ma volevo che finisse in modo diverso da come sono finite molte delle mie storie. Volevo che Sofia fosse un personaggio che si rendesse conto in quel momento di poter esercitare una scelta, perché spesso non mi sono resa conto di avere il potere di scegliere. E so che è così per molte persone”.

– Nava Mau sul finale del film

4) Il suo ruolo in “Genera+ion”, la serie tv prima di Baby Reindeer

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Nava Mau in Genera+ion

Non solo Euphoria (manifesto della Gen Z, ne parliamo qui). Genera+ion è stata, infatti, una serie drammatica incentrata sulla vita di un gruppo di studenti delle scuole superiori che affrontano varie sfide personali e sociali, inclusi temi di identità sessuale e di genere. La serie è stata molto ben accolta per il suo approccio fresco e autentico alla rappresentazione delle nuove generazioni e delle questioni LGBTQ+.

Nava Mau interpreta il personaggio di Ana, una donna transgender che è zia di uno dei protagonisti principali. Il suo personaggio è significativo per diversi motivi. Ana è presentata come una figura amorevole e di supporto, qualità che non sono sempre sottolineate nei personaggi transgender nei media mainstream. La sua presenza nella serie offre una rappresentazione positiva e umanizzante, contribuendo a contrastare gli stereotipi negativi spesso associati alle persone trans. Prima di Baby Reindeer (qui 5 serie tv disturbanti da vedere dopo), l’attrice aveva quindi già mostrato il suo notevole talento e la sua straordinaria sensibilità attoriale portando molto di sé stessa nei personaggi interpretati.

“Mi ha attirato molto il rapporto sincero di [Ana] con sua nipote, Greta. Mi è sembrato che quel rapporto fosse così unico per le loro identità, ma anche per la situazione dinamica che stanno vivendo, in cui la madre di Greta è stata deportata e la zia trans si prende cura di lei mentre sta scoprendo la sua identità queer. È una dinamica magnifica da esplorare”

– Nava Mau sul personaggio di Ana

5) Collaborazione con altre piattaforme

Oltre al suo lavoro in televisione e nel cinema, Nava collabora anche con varie piattaforme di media digitali e progetti online che mirano a elevare le voci delle persone trans e queer, mostrando la diversità delle loro esperienze. Oltre ai social media, Nava è coinvolta in podcast e serie web che esplorano temi LGBTQ+. Questi progetti spesso trattano temi di identità, espressione di sé e le sfide specifiche che le comunità trans e queer affrontano. Essere parte di questi progetti permette a Nava di raggiungere un pubblico decisamente molto più vasto e non per forza legato ai canali tradizionale come cinema o televisione.

Grazie alle sue collaborazioni con organizzazioni e iniziative online, Nava contribuisce a progetti educativi che mirano a informare il pubblico su come supportare efficacemente la comunità trans. Questo include spesso la partecipazione a webinar, interviste e panel discussioni, dove lei stessa condivide le sue esperienze personali e professionali.

6) La formazione accademica

Prima di intraprendere la carriera di attrice e regista, Mau ha studiato persino a Parigi e ha svolto ricerche a Guadalajara, in Messico. Si è poi iscritta alla Pomona College, dove ha approfondito il suo interesse per le arti performative e le tematiche sociali. Gettando le basi per la sua futura carriera nel campo dell’attivismo e dell’arte. Presso il Pomona College, Nava ha avuto l’opportunità di immergersi in un ambiente accademico che valorizza sia la profondità intellettuale sia l’espressione creativa. Ha così conseguito una laurea in Linguistica e Scienze Cognitive. Durante il periodo studentesco, la Mau si è tenuta occupata, partecipando a spettacoli di sketch comedy dal vivo e a un’opera teatrale intitolata Drawing the Shades, che ruotava intorno ai sopravvissuti alle violenze sessuali.

“Mi è piaciuto molto creare spazi e programmi che riuniscono persone che altrimenti non avrebbero avuto questa opportunità. In questo momento sto curando un’antologia con altre quattro donne trans di colore. Si chiama Paradise on the Margins: Lessons and Dreams from Trans Women of Color. Parte del progetto è che abbiamo creato questo programma di circoli di scrittura.”

– Nava Mau durante un’intervista a Elle

7) Esperienze di vita

Senza mai aver messo da parte la sua parte attivista, Nava partecipa spesso come relatrice in eventi e workshop. In queste occasioni discute di inclusività, rappresentazione mediatica delle persone trans, e di come gli artisti possono influenzare positivamente la società attraverso il loro lavoro. Questi eventi sono rivolti a diversi pubblici, inclusi studenti, professionisti dei media e del settore dell’intrattenimento, nonché il grande pubblico. Attraverso questi incontri, cerca di fornire gli strumenti per comprendere meglio le sfide affrontate dalle persone trans e di sensibilizzare sulle migliori pratiche per supportarle.

Nava collabora anche con organizzazioni e piattaforme educative per creare contenuti che promuovano una maggiore comprensione delle questioni di genere. Video educativi, articoli, o campagne sui social media che affrontano miti comuni, pregiudizi, e storie di successo di individui trans. Uno degli aspetti più potenti del suo impegno educativo è come Nava condivide apertamente le proprie esperienze personali. Questa vulnerabilità non solo umanizza le problematiche che affronta, ma offre anche un potente punto di connessione per coloro che potrebbero sentirsi isolati o incompresi nella loro lotta per l’accettazione.