È tutta una questione di prospettive: Baby ti fa vedere il mondo dall’alto, poi ti precipita in basso, cambiando le prospettive, giocando con le distanze e i sentimenti più diversi.
Ludo osserva la vita dall’alto delle montagne verdi che la portano a vedere tutto in un’ottica diversa, quella che le ha mostrato Fiore: un mondo di lusso, di amore, dove anche lei riesce a sentirsi amata. E anche Chiara vede tutto dall’alto: da dove l’ha portata Damiano, si trova davanti a una Roma arrendevole e caotica, in cui gli altri sono semplici formiche. E le distanze sono evidenti anche dal punto di vista del preside che, durante un litigio tra Damiano e Niccolò, prende subito posizione per quest’ultimo, senza neanche dare tempo all’altro di reagire o prepararsi una difesa.
Le altezze sono vertiginose, soprattutto se le osservi da una prospettiva sbagliata, da un punto di vista dominante, come, appunto, il padre di Fabio, che è un dio prepotente e soffocante.
Questo non è amore: è semplicemente controllo.
“Odio e amo, tu forse chiedi perché lo faccia: non lo so, ma sento che succede.”
Chiara traduce Catullo, in una dicotomia concreta tra la propria vita e ciò che prova per Damiano, tra il suo senso di amicizia verso Camilla e la sua relazione segreta con Niccolò.
Odio e amo: non c’è niente di più controverso, di più definito, di più reale per comprendere questo episodio di Baby.
Damiano, anti-eroe con molte macchie e molta paura, cerca di aprirsi a Fabio, a Chiara, a qualcuno che sia in grado di ascoltare.
Perché, in fondo, questo è il grande nodo da sciogliere in Baby: nessuno sta a sentire, nessuno ascolta, nessuno sa prendersi il tempo per aspettare, nemmeno Damiano che sbircia una conversazione tra Chiara e Niccolò, travisandone del tutto il senso.
È una prospettiva anche la gara di corsa tra Chiara e Camilla. Mentre un ignoto teppista distrugge lo studio del preside, Chiara distrugge Camilla e la supera, la distacca e vince: nella vita di tutti i giorni, anche la principessa dei Parioli può subire una sconfitta.
Il rapporto tra le due è sbilanciato, perché inconsapevolmente Camilla guarda Chiara dall’alto verso il basso e non importa che abbia vinto la gara, perché Camilla sarà sempre più intelligente, “più” perfetta dell’amica: è un rapporto destinato a logorarsi e svanire nel nulla.
Camilla non ammette errori, difetti o inciampi: lei non sbaglia mai, nel suo mondo perfetto tutto va secondo le sue direttive e chi sbaglia ne è fuori.
Mentre Ludo piange disperata, Fiore le presenta Ursula e le apre un mondo tutto nuovo: Fiore ha soldi facili, ma lei non li vuole, perché non può accettare denaro per un sentimento che ritiene essere sincero.
Il vandalo della presidenza ha un nome: è Damiano. In realtà non è lui, è stato incastrato, ma non è un grosso problema, perché il papà ricco, potente, ambasciatore può intervenire e proteggere il figlio.
Parcheggiate qui i vostri figli con la pretesa che quando tornano a casa siano educati e pronti ad affrontare quello che li aspetta là fuori, ma non è così: la scuola non può sostituirvi.
Il preside avrà pure tante colpe, ma non sbaglia nel dire queste parole.
Intanto, le lunghe mani viscide di Saverio si protraggono verso la vulnerabilissima Ludo: il tutto sotto il beneplacito di Fiore, che osserva turbato, ma non osa intervenire.
Ricordiamoci che Baby non è una storia di fantasia, ma parla di fatti di cronaca vera: normalissime ragazzine di buona famiglia sono finite a prostituirsi con uomini adulti. Loro sono le vittime, loro vanno difese e protette, come non si può fare a meno di provare un senso di protezione nei confronti di Ludovica.
E anche la fragilissima Chiara ci casca dentro: va ad una festa, distrutta, in lacrime, confusa e Saverio è lì a consolarla.
Un salvatore, un protettore, un padre benevolo?
Anche in questo caso, è tutta una questione di prospettive.