Fin da bambino ho pensato che la storia potesse essere analizzata attentamente solo sui libri. Ho creduto che date, incontri, scontri e nazioni potessero essere studiati esclusivamente e con scrupolosità sui banchi di scuola e solo se il professore avesse deciso di dar sfogo ai suoi pensieri, alle sue inclinazioni. Ma poi una serie mi ha smentito. Band of Brothers mi ha smentito. La sua visione mi ha sputato in faccia la storia nella sua versione più reale, cruda, tangibile. La narrazione della serie targata HBO mi ha ricordato che siamo figli e allo stesso tempo genitori degli anni passati fino a quando quei giorni verrano ricordati, sottoposti a un’attenta valutazione morale e allo studio della loro fenomenologia. Band of Brothers racconta uno dei periodi storici più bui della storia, uno di quei momenti per cui non si possono chiudere gli occhi per sperare di dimenticare, e lo fa con una precisione non indifferente, una scrupolosità che non si inginocchia davanti agli orrori degli eventi: la seconda guerra mondiale viene smembrata così com’è e questo è uno dei motivi per cui mi sento di consigliarvi questa serie magnifica.
Band of Brothers non dimentica
Band of Brothers segue le vicende della Compagnia Easy del 2º Battaglione, 506º Reggimento di Fanteria Paracadutista, 101ª Divisione Aviotrasportata dell’esercito degli Stati Uniti, partendo dal loro addestramento a Camp Toccoa, passando per la loro assegnazione al fronte europeo e seguendo i combattimenti fino alla fine della guerra. Ciò che rende speciale questa serie non sta tanto nel tentativo di planare sui sentimenti di chi la guarda, ma nel modo in cui vengono analizzati i dettagli della guerra attraverso il pensiero dei protagonisti, mediante un processo di identificazione in cui i soldati, eroi senza medaglia, diventano fili di una trama troppo crudele. Le trincee, le armi, le assegnazioni e persino le strategie passano davanti ai nostri occhi come se ci fosse stato detto che la parte più importante di un percorso risiede nei dettagli, in quella piccolissima parte di niente che diviene tutto: nella decomposizione della storia in piccolissimi atomi. Il documento umano viene offerto come un frutto appena colto, come fatto nudo e schietto che dia materia di riflessione.
I sentimenti dei soldati sono più importanti di qualsiasi bomba, al di sopra di ogni grilletto, al di là di ogni peccato
I soldati non hanno di certo scelto quella porzione di esistenza ma la combattono senza esitazione mentre ci sussurrano che l’unico anelito capace di distruggere la morte (la guerra) è la vita. Ma cosa significa vita in un modo che assomiglia solo alla disperazione, al non senso, alla morte? Per i soldati, e soprattutto nel racconto di Band of Brothers, vuol dire resistenza. Quest’ultima, figlia dell’amore, è l’unico strumento capace di donare speranza, un lucido ma crudele pretesto per aver fiducia nel tentativo di guardare al di là della melma per rivedere casa –L’attesa é lunga,
il mio sogno di te non è finito – (Montale). I protagonisti della miniserie sono uomini come tanti ma non come tutti, questo vuol dire che percepiamo i loro drammi interiori come un qualsiasi bambino di fronte al mostro che lo spaventa, ma che nello stesso tempo si parla di loro come se ci fosse la necessità di ringraziarli per quanto è stato fatto, per la forza con cui sono riusciti a cambiare le sorti di una storia fin troppo crudele.
La costruzione della seconda guerra mondiale è minuziosa, attenta a non far cadere tutte le componenti principali, a far da bilancia a storie non proprio leggere. Le tappe più importanti di questa odissea senza fine sono approfondite come se il nostro professore preferito ci stesse spiegando il nostro argomento preferito, senza dimenticare nessun tassello: D-Day, il famoso sbarco in Normandia, Carentan, l’operazione Market Garden e la disfatta di Neunen, la “battaglia delle Ardenne”, la presa di Bastogne e di altre città come Foy e Haguenau, la scoperta dell’orrore concentrazionario a Landsberg e infine l’arrivo al “Nido delle aquile” ultima roccaforte hitleriana a Berchtesgaden. Questi eventi non vengono filtrati ma scavati nel profondo per riportate in vita un quadro che induce paura, una parentesi in cui l’orrore si sostituisce a tutto, persino agli alberi spogli. Se Picasso dipinse la Guernica dopo il bombardamento della città per far conoscere la storia del conflitto fratricida che si stava consumando nel Paese iberico mentre denunciava violenza, la distruzione e la guerra in generale, Band of Brothers è allo stesso tempo un’opera che si serve della guerra per parlare di uomini e degli uomini per parlare di guerra, con lo stesso risultato: il male non si spegne da solo.
Una strada diversa per raccontare
Dovreste guardare questa serie perché Band of Brothers ha tracciato una strada diversa per raccontare la storia e, scendendo nel campo più intimo possibile, lo ha fatto grazie ad una narrazione bilaterale: mentre i soldati combattono la guerra delle guerre sfidano anche ansia, turbamenti, attacchi di panico e paure. Ungaretti diceva che in questo contesto disperante ci si serve della solidarietà per uscirne vivi, si passa la notte di fianco al cadavere di un compagno mentre i silenzi spingono l’uomo a non cadere nell’oblio, a sperare che il rumore delle armi cessi per annunciare la riconquista della libertà. Per il poeta la vita trionfa proprio quando un compagno ti passa accanto con la sua bocca digrignata volta al plenilunio e con congestione delle sue mani, proprio perché dinanzi a quel terribile spettacolo trionfa la voglia di sorteggiare una nuova sorte, una nuova vita, un eterna vittoria. Band of Brothers ha fatto della solidarietà dei compagni in guerra un grido unanime, una marcia incontrastata, fino ai campi di concentramento, dove quella stessa solidarietà vuole riconoscersi nel viso stanco e perplesso degli ebrei. Quel momento, quel momento, quel momento è ancora un pugno nello stomaco.
Ho studiato e amato la storia per anni, l’ho vista arrivare dinanzi a me come un treno, come un amico pronto a farmi comprendere il presente per rivalutare il passato alla luce del futuro, ma Band of Brothers ha fatto di più: mi ha detto che presente, passato e futuro sono tutti lì, insieme, mentre si toccano, si sfiorano, si sfaldano.
“Piegati in due, come vecchi straccioni, sacco in spalla, le ginocchia ricurve, tossendo come megere, imprecavamo nel fango,
finché volgemmo le spalle all’ossessivo bagliore delle esplosioni e verso il nostro lontano riposo cominciammo ad arrancare” – Owen, uno dei War Poets durante la prima guerra mondiale.