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Band of Brothers: come rendere un fatto storico un doloroso colpo di scena televisivo 

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Attenzione: l’articolo contiene spoiler sul nono episodio di Band of Brothers

– Perconte : “Maggiore Winters, signore… Abbiamo scoperto una cosa, eravamo di pattuglia e abbiamo… abbiamo trovato…
– Winters : Che cosa, che cosa avete trovato? Frank.
– Perconte: Uhm..Uhm… Non lo so signore, non lo so
…” – Band of Brothers, nono episodio

Cos’è la storia se non un infinito catalizzatore di pensieri e rimandi? Cos’è la storia se non un’ombra vigorosa che continua a tormentare il presente? Gli eventi del passato non si fermano nel passato ma inseguono la quotidianità per plasmarla, a volte per donarle un’identità che si è costruita nel corso degli anni e solo grazie a ciò che ci ha preceduti. Ci sono episodi storici che ricordiamo con piacere, con la passione ardente di chi pensa che l’evoluzione dello spirito e del tempo ha posto le sue radici in un’epoca lontana e fugace. Senza far rumore ammettiamo poi a noi stessi che la storia è fatta di momenti atroci, pezzi di carta e di vita che vorremmo dimenticare o lasciare in un insieme di numeri tristi e sigillati per sempre. Ma la storia non si dimentica e, con un paradosso frenetico che minaccia la nostra razionalità, ci sussurra che bisogna ricordare anche le più svariate forme del male per promuovere un finale diverso nel presente e in tutto quello che ci circonda. L’olocausto e le guerre mondiali sono due delle tantissime pagine di una storia che vorremmo dimenticare ma che non possiamo dimenticare per rispetto e in nome di una memoria da cui non si può scappare. Da cui non si può scappare senza aver prima fatto i conti con la sua portata ideologica, il suo infinito rumore.

Gli anni delle due Guerre Mondiali sono, a detta di molti, gli anni più bui della storia, quelli in cui una fetta di umanità si è macchiata di crimini imperdonabili, atti che sorpassano la linea di confine della brutalità e che ci ricordano che il male possiede una profondità titanica. Abbiamo analizzato, studiato e cercato di sbucciare ogni piccolo rivestimento per ricavare dettagli e informazioni su quei fatti così dolorosi, ma abbiamo appurato che non ci sarà mai abbastanza tempo per far nostro tutto il libro di quella storia fin troppo maledetta. Poi è arrivata una serie tv a dirci di più. È arrivata Band of Brothers a rileggere la storia come fosse nuova, come se non avessimo mai guardato qualcosa riguardo allo sterminio degli ebrei e a quel campo infernale che si fa conoscere dai più come campo di concentramento, ma che non è altro che inferno stesso se mai ci fosse un paradiso. Il nono episodio di Band of Brothers è un viaggio negli inferi, in tutto quello che speri sia cancellato da una delle tante maschere che nascondono il volto della terra: male, sopraffazione, negazione dell’io, dolore e morte. 

Pensavamo che fosse messo un argine al male. Pensavamo che fosse tutto finito. Fino a quando abbiamo guardato il nono episodio, la tragica scoperta

Band of Brothers

Con la fine delle grandi battaglie, la Compagnia Easy pensa che il peggio sia passato, che tutti i tormenti legati a una guerra che lacera anche l’anima siano appesi al quadro dei ricordi, qualcosa di simile a fantasmi interiori contro cui combattere per sempre. Noi spettatori condividiamo con i soldati lo stesso pensiero: cosa può succedere ancora dopo la guerra di trincea, le parti del corpo mutilate, le lacrime per la perdita di un compagno e i colpi di arma che devastano interi territori? Come possiamo pensare ci sia ancora altro male? Ma soprattutto: esiste qualcosa di più malvagio di ciò di cui si sono macchiati tutti i soldati, indistintamente? Il nono episodio di Band of Brothers spezza via ogni dubbio quando una squadra di pattuglia della Compagnia Easy scopre un campo di sterminio vicino a Landsberg, sub-campo del complesso di Dachau. Qui, in quello che resta di un luogo dove non splende mai la luce, veniamo sbattuti immediatamente all’interno di una pagina di storia che conosciamo ma che sembra a noi sconosciuta per la forza con cui è descritta la scoperta, per il dramma mai sopito che la serie utilizza per analizzare una piccola porzione dell’olocausto. Forse la più piccola, sussurra il capitano Winters, facendo riferimento agli altri campi dì concentramento e dimostrando quanto sia invece enorme, per il dolore che proviamo, una parte così piccola.

Quando il capitano Winters apre il cancello del campo di stermino é come se si fosse aperta una voragine nel nostro animo: ci sono ebrei morti e lasciati a marcire dove non batte mai il sole, ebrei decimati dal freddo e dalla fame e uomini sopravvissuti a cui lo strazio ha tolto identità e forza. Mentre lo sguardo si precipita sugli occhi stanchi dei personaggi in scena, interviene un pensiero che chiama in causa le parole di Primo Levi: “E se questo è un uomo”?! Band of Brothers 1×09 conferma ai soldati quello che nessuno avrebbe mai voluto sentire o vedere: i nazisti assassinavano ogni persona sgradita al regime. Mentre ci sono cadaveri ammassati e cumuli di ebrei morti, nessuno di noi ha la forza di respirare e tanti di noi vorrebbero chiudere gli occhi per celare a noi stessi l’orrore che cala sull’inferno confezionato dai nazisti, come se un macigno stesse per farci sprofondare. Abbiamo pensato spesso di aver visto già tutto riguardo allo sterminio degli ebrei fino a quando è arrivata Band Of Brothers con un episodio che taglia ogni ponte con la speranza, e che ci rifila tantissimi pugni nello stomaco in poco più di mezz’ora. Perché ci sono uomini sterminati e altri ridotti in uno stato che anticipa la morte? Come è possibile che nell’umanità ci sia tanto dolore? Le domande si allacciano al nostro dolore e ci inseguono fino a quando non abbiamo più risposte.

Con un taglio che rispecchia, quasi, i canoni documentaristici, il nono episodio è descritto come se qualcuno volesse renderci partecipi e protagonisti di un evento così brutale

Band of Brothers

Sembra che Band of Brothers, con uno stile quasi documentaristico, non sia una messa in scena o un semplice episodio televisivo, ma un riflesso tangibile di una storia che non abbiamo mai vissuto ma di cui abbiamo sentito parlare per molto tempo. Il nono episodio di una serie tv in cui la guerra è solo un pretesto per raccontarci di come è capace di degradare l’animo umano, ci pone al centro della trama e come se fossimo messi di mezzo ai soldati per tramandare ai posteri l’annichilimento dell’altro, l’orrore e la paura negli occhi di chi ha sperato di raggiungere la morte prima di essere sterminato da un seguace di Hitler. La tragica scoperta del campo ci spinge a mettere insieme i pezzi di un puzzle che non avremmo mai voluto ricomporre, e che ancora oggi ci spinge a fare riflessioni importanti sulla crudeltà dell’animo umano. 

Cos’è la storia se non un’ombra vigorosa che continua a tormentare il presente? La storia dello sterminio degli ebrei continuerà a tormentarci e a chiederci una soluzione a tutto il male del mondo, a tutto quello che in passato ha generato sofferenza e dolore. Oggi con Band of Brothers ancora di più. Oggi, dopo la visione del nono episodio di Band of Brothers, abbiamo conosciuto da vicino – troppo vicino – tutto l’orrore che si cela nel mondo. Tutto quello che vorremmo dimenticare ma che non possiamo dimenticare. Tutto quello che i soldati, all’interno della serie, hanno provato come se fossimo noi, io, tu.