Bang Bang Baby ha appena messo la parola fine alla sua prima stagione e il pubblico è già in attesa di notizie o indizi sulla produzione di una possibile seconda. I dieci episodi che la compongono sono stati molto apprezzati in Italia e all’estero, non solo per il modo in cui hanno saputo far viaggiare gli spettatori indietro nel tempo, ma anche per l’originalità con cui lo hanno fatto. Andrea Di Stefano ha ideato la serie e ha sfruttato l’abilità e le conoscenze di tutto il reparto produttivo per dare vita a qualcosa di unico nel suo genere, a un prodotto in grado di unire crime, teen drama e dark comedy, il tutto tenuto insieme dall’immaginario pop anni Ottanta.
Tra luci, costumi e ambientazioni, la serie prodotta da The Apartment e Wildside è stata studiata nei minimi dettagli e ogni particolarità nasconde una storia. Per questo oggi vogliamo andare a fondo ed esaminare da vicino alcuni degli elementi che hanno contribuito al suo successo internazionale.
Scopriamo allora tutte le curiosità più interessanti su Bang Bang Baby.
1) Una storia vera
Alice Giammatteo (Arianna Becheroni), la protagonista di Bang Bang Baby, in realtà è stata creata da produttori, sceneggiatori e registi per portare sullo schermo la vera storia di Marisa Merico, nata nel 1970. Oggi, l’ex “principessa della ‘ndrangheta” è un’autrice di successo e ha preso le distanze dal suo passato, che l’ha portata, giovanissima, a farsi strada con forza nei traffici di eroina della sua famiglia. Figlia di Emilio Di Giovine (nella serie Adriano Giannini) e di Pat Riley (interpretata in Bang Bang Baby da Lucia Mascino), Marisa non ha avuto un’infanzia facile. Proprio come la protagonista della serie, anche lei, quando era solo una bambina, aveva creduto che suo padre fosse morto, crivellato di colpi da una famiglia che non vedeva di buon occhio gli affari di Di Giovine.
Così, dopo quel giorno Pat ha portato Marisa a vivere in Inghilterra, per tenerla lontana dal resto della sua famiglia e dai nonni Rosario Di Giovine e Maria Serraino (interpretata nella serie da Dora Romano). È stata proprio Maria a mandare avanti gli affari di famiglia e a trasferire a Milano la ‘ndrangheta calabrese, con un carattere e una determinazione che Marisa ha sempre ammirato, per quanto poi abbia deciso di allontanarsi da tutto. In più di un’intervista, Marisa ha raccontato che sua nonna veniva conosciuta da tutti come “Mamma Eroina”, perché di solito ricompensava i suoi figli e gli altri “dipendenti” con dosi di eroina.
2) Location inaspettate
Bussolengo e Milano sono le due città in cui è ambientata la maggior parte delle scene di Bang Bang Baby. Della Calabria, invece, in cui i Barone si sono recati solo negli ultimi episodi della serie (qui la nostra recensione), abbiamo avuto modo di vedere poco. Eppure, nessuno si è accorto che in realtà solo un piccolo gruppo di inquadrature è stato girato realmente nel nord Italia. A parte l’unico giorno di riprese effettuate a Milano, in Piazza Duomo, dove sono state girate le scene della prima fuga di Alice da casa in cerca di informazioni sulla sua vecchia famiglia e alcuni notturni, il resto è stato ricostruito all’esterno o all’interno di set e teatri di posa nel centro Italia.
La Milano del 1986 è stata quindi trasportata nella Roma del 2020. L’arrivo di Nereo Ferraù (Antonio Gerardi) al nord è stato girato a Roma, tra insegne di negozi esistenti e luci al neon che in post-produzione sono state trasformate in altrettante insegne appariscenti. Allo stesso modo, anche casa Barone, che nella serie doveva dare l’idea di una “roccaforte calabra all’interno di Milano“, come l’ha definita Michele Alhaique, si trova in realtà sulla Tiburtina. La fantasia dei registi, degli scenografi e dei produttori ha quindi trovato espressione anche nel tentativo di ricreare una città che non esiste più, senza poterci effettivamente tornare nel presente.
3) Bang Bang Baby e il lockdown
E il motivo per cui i creatori di Bang Bang Baby si sono trovati a poter girare solo poche scene nel nord Italia è legato all’emergenza per la pandemia. Infatti, questa degli Amazon Studios è stata prima produzione seriale a partire dopo il lockdown e ha dovuto fare i conti con tutti i limiti che ciò ha necessariamente comportato. La Lombardia e il nord in generale hanno vissuto dei momenti drammatici (come del resto tutta l’Italia e tutto il mondo) e far ripartire il settore cinematografico non è stato affatto facile. Michele e gli altri registi della serie, Giuseppe Bonito e Margherita Ferri hanno infatti dovuto trovare soluzioni alternative per le scene che avrebbero dovuto essere girate a Milano e a Bussolengo.
Persino la scena finale del settimo episodio, ambientato in quella specie di mondo post-atomico in cui Alice imbraccia un fucile e si prepara a fronteggiare qualsiasi minaccia, è stata girata a Roma, precisamente all’ex SNIA sulla Prenestina, mentre la Milano distrutta sullo sfondo, con il Duomo che brucia, è stata ricostruita in CGI. Qualcuno avrà forse riconosciuto i particolari dei luoghi in cui è cresciuto o si è anche solo trovato a passare, ma il lavoro per rendere unici e irriconoscibili questi ambienti è stato fatto davvero con molta precisione.
4) 600 kg di Smarties
Con l’avanzare delle puntate abbiamo iniziato a capire che Alice soffre di un disturbo alimentare e sfoga nel cibo lo stress e le ansie di una vita che sente di non riuscire a controllare, ma nel primo episodio tutto questo era ancora un piccolo indizio. Una scena in particolare ha catturato l’attenzione degli spettatori, e in molti si saranno chiesti, guardando il primo episodio di Bang Bang Baby (qui trovate la nostra recensione), se il momento in cui Alice immagina di essere sommersa da un’ondata pressoché infinita di Smarties sia stato realizzato davvero oppure ricostruito tutto in computer grafica. La risposta a questa domanda è molto semplice, ed è Michele Alhaique in un’intervista per Prime Video a placare le curiosità del pubblico.
Il regista ha infatti rivelato che per quella scena sono stati utilizzati 600 kg di veri Smarties, lasciati cadere addosso ad Arianna attraverso un reticolato con dei fori poco più grandi della larghezza dei confetti. Alla fine ci troviamo di fronte a un primo piano in cui la sua testa sbuca da un tappeto di dolcetti colorati. Questi ultimi, per le riprese dell’inquadratura, sono stati versati tutti all’interno di un box di legno che non li facesse scivolare via. Inoltre, per permettere alla giovane attrice di tirare fuori la testa senza farsi male contro la parete di legno, la regia ha pensato fosse meglio inserire anche uno strato di gomma piuma, per fare da “tappo” alla superficie di Smarties e per garantire l’incolumità della protagonista.
5) La cura nella ricostruzione di costumi e scenografia
Luci al neon, cartelloni pubblicitari, dettagli e riferimenti precisi alla cultura pop degli anni Ottanta. A Bang Bang Baby non manca nulla e nessun particolare è lasciato al caso. La scenografa Tamara Marini infatti ammette di aver preso ispirazione da famosissimi locali della New York fine anni Settanta, come l’ex discoteca Studio 54, uno dei simboli più conosciuti dell’epoca disco. Ma non è solo l’America a stimolare la creatività degli scenografi. Tra le reference per il Secret Dreams, oltre allo Studio 54 c’è anche il Plastic, uno storico locale notturno di Milano inaugurato per la prima volta nel 1980 e che ha avuto la fortuna di ospitare negli anni moltissimi artisti di fama internazionale.
Il mix vincente della serie è stato dato anche da idee e ricordi dei membri del team creativo, che hanno anche provato forti emozioni nel rivivere le atmosfere dei loro anni più spensierati. Attraverso video, foto e molti altri materiali, con grande precisione hanno anche dato vita a tutti i costumi, mentre altri li hanno recuperati laddove possibile, il tutto cercando di rispettare, anche attraverso gli abiti, lo stile e i colori delle varie ambientazioni. I vestiti dei personaggi che popolano il night club sono carichi di paillette e strass, così come i costumi della protagonista e il suo stile sono stati studiati per mostrare la sua evoluzione dalla prima all’ultima puntata.