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Dovete assolutamente guardare Bang Bang Baby, una serie così spiazzante da non sembrare italiana

Alice Barone, la protagonista di Bang Bang Baby
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Elettrizzante. Coloratissima. Pop. Da queste descrizioni non direste mai che stiamo parlando di un mafia drama, giusto? E invece è proprio così. Con questi tre termini possiamo distinguere con una certa efficacia Bang Bang Baby, una delle serie tv più sperimentali di Prime Video. Negli ultimi anni la piattaforma di Amazon si è concentrata molto sul panorama italiano, scegliendo di battere strade sempre nuove e inedite. Tra le diverse produzioni che con coraggio rivisitano schemi tradizionali o ne introducono di nuovi, una delle migliori è sicuramente Bang Bang Baby. Un’interessantissima variazione sul tema più battuto che ci sia nella serialità italiana: il mafia drama, per l’appunto.

La serie tv che potete recuperare su Prime Video segue le vicende di Alice Barone, una giovane di sedici anni che, dopo averlo creduto morto per anni, scopre che suo padre è ancora vivo, ed è l’esponente di una potente famiglia di ‘ndranghetisti. Alice, dalla placida provincia del Nord Italia, si ritrova così a contatto col crudo mondo della malavita: un incontro che cambia per sempre la sua vita. Bang Bang Baby, come detto, manipola moltissimo il mafia drama, affrontandolo da prospettive particolarissime e introducendo alcuni elementi, molti dei quali spiazzanti, che impreziosiscono la narrazione. Siamo davanti senza ombra di dubbio a una delle migliori serie tv italiane degli ultimi anni, e se non lo avete già fatto dovreste assolutamente guardarla: vi spieghiamo il perché introducendo i suoi connotati essenziali.

Bang Bang Baby e la rivisitazione del mafia drama

Partiamo dal primo elemento riconoscitivo della serie, che abbiamo introdotto in fase di presentazione. Bang Bang Baby (potete leggere qui 5 curiosità sulla serie tv firmata Amazon) opera una potentissima, e davvero molto interessante, variazione sul mafia drama, genere principe della serialità italiana, che ha dato vita ad alcune delle migliori produzioni di sempre della nostra televisione. Come avviene questa variazione? Sotto diversi aspetti. Il primo è la prospettiva da cui viene affrontata la narrazione. Il mondo della criminalità viene visto dall’esterno, da uno sguardo giovane, femminile e innocente. Alice è una comunissima adolescente di provincia, cresciuta senza avere minimamente idea delle radici della sua famiglia. Suo padre, infatti, è Santo Barone, potente boss della ‘Ndrangheta. Alice ha a lungo creduto che suo padre fosse morto, ma quando scopre che non è così entra in contatto, in modo esplosivo, con quel suo pesantissimo retaggio che non aveva minimamente idea di possedere.

Lo sguardo singolare sul mondo della malavita viene fornito da diverse angolazioni. La prospettiva femminile, innanzitutto, ma anche quella della provincia del nord Italia. Novità che orientano in maniera singolare il racconto, che assume infatti una piega inedita, difficile da accomunare ad altre narrazioni del genere. Il filtro narrativo, per di più è molto individuale e personale. Il punto di vista di Alice è dominante e conferisce al racconto un tono unico, che varia dal grottesco al drammatico, ma che restituisce alla perfezione il turbamento e il candore con cui una ragazza di 16 anni può approcciarsi, per la prima volta, al complesso mondo della mafia. Una narrazione unica, sorprendete (e qui potete trovare altri titoli italiani che negli ultimi anni hanno saputo sorprendere) che vi ammalierà.

Arianna Becheroni interpreta Alice Barone nella serie tv di Prime Video Bang Bang Baby
Credits: Prime Video

Lo stile narrativo di Bang Bang Baby

La prospettiva unica e il filtro soggettivo di Alice orientano lo stile narrativo di Bang Bang Baby. Siamo lontanissimi dai classici racconti di mafia, spesso solenni, fortemente drammatici. Qui il tono è più scanzonato, quasi trasognante. Proprio in virtù di ciò l’impatto col mondo del crimine è ancora più spiazzante. Non vi è, infatti, assolutamente un ridimensionamento del contesto presentato, ma semplicemente un punto di vista diverso. Proprio, appunto, di una giovane adolescente, che non può nascondere lo stupore dinanzi al nuovo panorama che le si spalanca. Da qui, dunque una narrazione meno impostata, ma decisamente più pop, frenetica e travolgente. Da qui, anche, una resa molto più grottesca del mondo del crimine, a tratti presentato in maniera caricaturale proprio per sottolineare l’approccio da estranea di Alice a questo universo così tanto codificato e costruito.

Questo sile narrativo unico di Bang Bang Baby viene costruito tramite l’uso, estremamente sapiente, di due componenti estetiche importanti. Il colore, innanzitutto, con la scenografia pervasa da toni accesi, quasi fosse un’esplosione pitturata. Soprattutto, però, la colonna sonora, che attinge a piene mani dal patrimonio degli anni Ottanta, dando una connaturazione ben precisa al racconto. Anche la musica preserva quel ritmo intenso che caratterizza la narrazione, preservandone pure quell’anima pop di cui abbiamo parlato.

Menzione d’onore, parlando di colonna sonora, per la canzone originale scritta per la serie tv. “L’eccezione” di Madame, oltre a essere un brano bellissimo di una delle migliori autrici in circolazione, è anche un condensato potentissimo del senso più intrinseco del racconto. Ve ne accorgerete dopo aver visto Bang Bang Baby: in una semplice canzone viene riassunto l’intero significato di una serie tv.

Il romanzo di formazione in chiave mafia drama

In conclusione, un altro degli aspetti più interessanti dell’intera costruzione di Bang Bang Baby è il modo in cui, sul mafia drama, s’innesca uno dei più tradizionali generi narrativi che esistano: il romanzo di formazione. L’impatto che Alice vive conoscendo suo padre e il mondo da cui viene ha un valore formativo importante. La ragazza entra in contatto con tutto un sistema di valori tutto nuovo, con cui deve misurarsi e a cui, in un senso o nell’altro, deve adattarsi. Abbracciare o rifiutare quel mondo criminale da cui proviene la sua famiglia è una scelta importante, che indirizza, chiaramente, lo sviluppo intero della protagonista. In questo senso, dunque, Bang Bang Baby opera sul mafia drama un altro lavoro importante, contaminandolo col romanzo di formazione che in questo genere di racconti è spesso presente, ma mai nella prospettiva adottata dalla serie tv di Prime Video.

A questo punto, dunque, vi abbiamo fornito una panoramica generale su questa serie tv, sottolineando alcuni degli elementi, estetici e narrativi, più significativi. Su questi, poi, s’innesta una trama solida, capace di sostenere tutti gli snodi concettuali proposti e di mantenere un ritmo sempre calzante e appassionante. In estrema sintesi, siamo di fronte a una delle produzioni italiane più particolari, e semplicemente belle, degli ultimi anni.

Bang Bang Baby è una serie tv da guardare assolutamente anche per rendersi conto dei progressi, enormi, fatti dalla produzione italiana negli ultimi anni. Nel titolo abbiamo detto che la produzione Prime Video è talmente spiazzante da non sembrare nemmeno italiana (un po’ come The Bad Guy, altra grandissima serie tv realizzata da Prime Video). Ed è così, perché si avvicina con forza a standard più internazionali. Al contempo, però, Bang Bang Baby (qui la recensione che abbiamo scritto alla sua uscita) è anche italianissima, ed è la dimostrazione di come la nostra produzione, ormai, possa avvicinarsi con convinzione e fiducia a modelli internazionali, ricalcandone a pieno la compiutezza. Guardatela, e comprenderete tutto il nostro grande entusiasmo per questo straordinario titolo.