Quando stai vedendo l’ultimo episodio dell’ultima stagione di una serie che ti ha preso molto, è inevitabile l’amaro in bocca che ti lascia. Specie se quest’ultima stagione è stata di un livello eccelso come le prime 3 e il rammarico per la chiusura cresce, pur essendo allo stesso tempo consapevole che probabilmente è arrivato il momento giusto per dirsi addio. Anche se Banshee ha saputo reinventarsi in corso d’opera senza risultare né banale, né noiosa, né, se possibile, ripetitiva. E noi per tutto ciò siamo grati a David Schickler e Jonathan Tropper, gli ideatori, per averci regalato un prodotto di questo livello e averlo tenuto così bene in piedi fino alla fine. E, forse, anche per non averlo prolungato all’infinito come molto spesso accade nel nostro mondo seriale.
Certamente Banshee non è una serie per tutti. Il mix esplosivo tra azione, sangue e sesso non è un triangolo che appassiona chiunque, ma rende anche ancor più importante e stretto il legame tra la serie e i suoi fan. Il final season della 3° stagione ci aveva lasciato con gli occhi lucidi di lacrime di Carrie che abbracciava suo marito Gordon appena rimasto ucciso e con la rabbia di Lucas nel vedere Job rapito e portato via in elicottero. Chi pensava però che la 4° stagione sarebbe ripresa esattamente da lì, con Lucas, Carrie e Sugar intenti a cercare di salvare il loro amico, beh, si sbagliava di grosso. Sicuramente proprio per evitare la prevedibilità della cosa, gli autori hanno pensato bene di fare un salto temporale e di portarci direttamente 18 mesi dopo quegli accadimenti, sconvolgendoci totalmente nel vedere come si erano evolute le cose.
Lucas si era rinchiuso in un casolare abbandonato sulle montagne, lontano dal mondo intero e in preda a una crisi mistica-depressiva che lo ha reso, di fatto, un barbone-montanaro; a Carrie sono stati portati via i figli, affidati momentaneamente alla nonna paterna, ha comprato una casa in un bosco e passa le sue giornate a ristrutturarla, alternandosi con i colloqui con uno psicologo per ri-ottenere l’affidamento dei suoi ragazzi e nel frattempo si improvvisa giustiziera cittadina con i criminali che la legge non riesce ad inchiodare, specie quelli legati a doppio filo a Kai Proctor, nuovo Sindaco di Banshee. Proctor continua il suo dominio sulla città e sugli affari illeciti ad essa legati, nonostante la nuova poltrona. Le cose cambiano quando viene rinvenuto il cadavere di Rebecca, l’amata nipote, completamente nuda e squartata sulla riva di un fiume. Il cinico e spietato criminale mostrerà, per forza di cose, una debolezza sentimentale che mai avevamo intravisto prima d’ora in lui. Farà di tutto per trovare il colpevole e chiederà aiuto al suo amico/nemico Lucas Hood, nel frattempo ritornato in città grazie al nuovo sceriffo Brock Lotus (il suo ex vice) che lo ha scovato in montagna e riportato a casa.
Ma per Hood non sarà facile ricomparire nelle vite di Carrie e Sugar 18 mesi dopo l’ultima volta che si sono lasciati, quando credeva che per Job fosse tutto finito e per questo si è prima chiuso in un motel da due soldi sbronzandosi continuamente e sfasciando tutto ciò che gli capitasse a tiro, prima che Rebecca lo trovasse e lo portasse in salvo dentro il casolare di suo zio. I due non riescono a non rimproverarglielo e, alla fine, troveranno il modo per riprendere le ricerche e riportare a casa l’amico vivo e vegeto, seppur ancora sotto shock per le torture subite.
Nel mezzo c’è una vera e propria lotta di potere tra Proctor e la confraternita nazista con, in particolare, Calvin Bunker, fratello del poliziotto Kurt, tra i principali fautori di questa lotta che, ovviamente, porterà solo morte, distruzione, violenza, sangue, in pieno e perfetto stile-Banshee. Satanismo e violenza religiosa saranno a margine delle ricerche dell’assassino di Rebecca che, inizialmente, si sospetterà essere un serial-killer che ammazza ragazze per puro delirio satanista, ma, successivamente, Lucas Hood capirà che in realtà c’è dell’altro dietro all’uccisione della ragazza (che, tra l’altro, aspettava un figlio da lui). Inizierà a indagare da solo e, sempre da solo, vorrà fare giustizia. Le tracce porteranno tutte a Proctor ma in un colpo di scena finale (e con annessa lotta fisica) si capirà essere stato il fido Burton, che dovrà, per forza di cose, subire le conseguenze del suo gesto.
La trama di questa quarta e ultima stagione si è snodata quindi su tre avvenimenti principali: la ricerca di Job; la morte di Rebecca; la lotta tra Proctor e la confraternita nazista. Eventi che portano inevitabilmente il loro carico di tensione, morte e violenza, così come la lotta fratricida tra Kurt e Calvin che fin dall’inizio si poteva prevedere sarebbe finita con la morte di uno dei due. Oltretutto considerando il fatto che Kurt andava allegramente a letto con la cognata, una cosa normalmente spiacevole per qualsiasi fratello, figuriamoci per un pazzo nazista con le rotelle abbastanza fuori posto. C’è poco spazio questa volta per i sentimenti e anche il sesso è presente in maniera molto più marginale rispetto alle stagioni precedenti, segno inequivocabile di una maggior durezza della stagione conclusiva.
Il finale di stagione toccante e a forte impatto emotivo dà il giusto saluto dello show ai suoi fan. Job riesce finalmente ad andar via da quella dannata città, Proctor va in contro alla morte con la sua solita dignità e un bel mitra al collo, Sugar continuerà a servire da bere ma con un bel gruzzolo come fondo pensione per poter scappar via lontano in qualsiasi momento. Kurt e Brock continueranno a essere in trincea e a lottare per il bene della loro città, Carrie ha ritrovato i suoi ragazzi ma ha perso forse per sempre il vero amore della sua vita, Lucas, che va via lontano in cerca del vero se stesso perso ormai da tempo, da quando ha messo piede per la prima volta a Banshee e ha deciso di sottrarre al nuovo sceriffo Lucas Hood, appena rimasto ucciso, la sua identità per poter stare vicino alla donna che ama. Ma ormai non c’è più tempo e non c’è più luogo. Banshee è diventata troppo stretta per lui e ha bisogno per forza di cose di andar via. Lontano. Senza voltarsi indietro.
In queste 4 stagioni abbiamo visto di tutto e di più, colpi di scena a non finire, triangoli amorosi, donne pazzesche, tanto sesso e ancora più sangue, e di una cosa possiamo essere assolutamente certi: Banshee è stata chiusa nel momento giusto, ma ci mancherà ugualmente tantissimo!
Un saluto agli amici di Banshee Italia