Quando si asserisce che una Serie non sia “per tutti” si rischia di cadere nell’arroganza e nella presunzione. Eppure Banshee è così. Non perché sia un telefilm destinato a chissà quale élite intellettuale ma perché i contenuti proposti non saranno mai mainstream. Contenuti che evidenziano un mix di sangue, sesso e azione sfacciatamente marcato e, per questo, antitelevisivo.
“A quanto vedo sei un tipo complicato”
“Naah, sono gli altri che non capiscono quanto io sia semplice”
Eh no, qualsiasi cosa avesse in mente Cinemax, quando nel 2013 ha cominciato a mandare in onda Banshee, non rientra nella definizione di “semplice”. Né può avvicinarsi al concetto lo straordinario protagonista della Serie, Lucas Hood. Allo stesso modo non possono essere considerati ordinari gli altri personaggi della piccola cittadina immaginaria. Piccola, ma capace di accogliere tra le sue mura l’intera sfera delle perversioni umane.
Non importa, infatti, che tu sia l’avvenente moglie del procuratore, o una contadina Amish, o un hacker transgender. Non conta che tu sia dalla parte della legge o della malavita: Banshee farà riemergere il tuo lato oscuro e ti riporterà allo stadio di bestia. Perché stiamo parlando della Citta del Male, come recita anche il sottotitolo italiano, azzeccato come poche volte accade.
La parabola borderline di Lucas Hood sta proprio lì a evidenziare quanto sia labile il confine tra bene e male; da ex galeotto egli si ritrova, in maniera rocambolesca, a vestire i panni dello sceriffo di Banshee e a gestire la sua nuova, duplice natura. Gli abitanti, manco a dirlo, sembrano venire tutti dall’inferno dantesco. Tra di loro merita una nota il boss locale, Proctor: personaggio malato ma ricco di sfumature, splendidamente interpretato da Ulrich Tomsen.
Una Serie con queste premesse non poteva che rappresentare la violenza nella sua essenza più pura. Cinemax, d’altra parte, è un’emittente che esalta la crudezza delle immagini nei suoi contenuti. Banshee porta tutte le sue componenti all’estremo: splatter, scazzottate, scene di nudo. Si tratta di un eccesso talmente sfacciato che, più che inorridire, finisce per divertire.
L’action è, dunque, una componente fondamentale della Serie, ma non per questo a farne le spese è la trama, solida per tre stagioni – prima del calo nella quarta e ultima annata – e ricca di colpi di scena e di simbologia. Banshee infatti affronta temi complessi come il razzismo o la religione dal punto di vista delle piccole comunità ai margini della società. Queste comunità seguono codici e credenze del tutto arbitrari e, nel tentativo di difenderli, generano un vortice di brutalità.
Banshee, uno dei primi contenuti originali di Cinemax, ha spianato la strada ad altre serie di qualità come Quarry o The Knick. Il principio seguito dall’emittente è sempre lo stesso: un utilizzo molto cinematografico delle immagini che rende queste Serie Tv tanto di nicchia quanto apprezzabili stilisticamente. E un appassionato del genere, alla ricerca di sensazioni forti, con Banshee troverà la sua El Dorado.