Avete presente l’effetto Zeigarnik? È la tendenza propria dell’essere umano a ricordare i compiti o le azioni incompiute con maggiore facilità di quelle completate. È sostanzialmente il motivo per cui vanno sempre forti i cliffhanger (o lo stalking a chi ci ghosta anziché concentrarci su chi ci risponde). Ma è soprattutto il motivo per cui non volevo iniziare Barry. Contestualizzando meglio la questione: la serie black comedy della HBO è composta in totale da quattro stagioni, ma nel nostro paese sono arrivate solo le prime due. Va da sé che cominciare una serie tv incompleta equivale a ossessionarsene. E poi, chi vorrebbe mai affezionarsi a un personaggio di una serie tv con la consapevolezza che quell’amore verrà bruscamente interrotto fino a data da destinarsi? In bilico dunque tra mente e cuore, tra la logica del “aspetto che NOW carichi le due stagioni restanti” e “si vive una volta sola”, mi sono lasciata ovviamente guidare dall’autosabotaggio emotivo e dall’effetto Zeigarnik, quindi eccoci qui a commentare il primo episodio di Barry.
Mi pentirò di questa scelta? Molto probabilmente sì. Motivo per cui nell’attesa dell’arrivo in Italia della terza e quarta stagione, centellino gli episodi di Barry così lentamente da riflettere intanto sulle 15 cose che ho pensato dopo aver visto il pilot. Tre settimane fa.
1) Barry non le manda a dire
La primissima scena di apertura del pilot dimostra subito chi abbiamo davanti: un killer spietato che ha colpito la sua vittima nel momento di massima vulnerabilità, ovvero tra le mura di casa propria e disteso sul suo letto. Ma non era una serie comedy? Questa crudezza è decisamente inaspettata e, proprio per questo, indubbiamente apprezzata. Chi era la vittima e cosa ha fatto per meritarsi questa brutale esecuzione? Non conta saperlo, l’attenzione è solo su Barry (Bill Hader) e sul fatto che non sembra affatto divertirsi. Oppure sì? La sua gamma di emozioni è decisamente limitata.
2) Guadagnano così poco i sicari?
Dopo aver portato a compimento il suo sporco lavoro da sicario, Barry può finalmente far ritorno a casa, o meglio nel suo monolocale da 50 metri quadri che riflette appieno il mood del protagonista da quando è iniziata la serie: decisamente sotto sopra. Eppure è opinione comune che i criminali guadagnino bene, cosa è successo al nostro Barry per esser ridotto così? Valuta immediatamente una nuova occupazione, non ne vale affatto la pena se in cambio hai camera da letto bagno e cucina tutti nella stessa stanza.
3) Il sistema di sicurezza di quest’appartamento andrebbe rivisto
Tornando a parlare del fatiscente monolocale, Barry al suo risveglio si ritrova un uomo davanti al suo letto. Ma da dove è entrato? Un lavoro pericoloso come il suo meriterebbe una maggiore attenzione alla sicurezza. Non serve aspettare troppo per capire che quell’uomo è il suo capo, colui che commissiona a Barry gli omicidi. Il protagonista però è stanco di fare quella vita, non vuole più compiere omicidi e sente di star lentamente sprofondando in un vortice di depressione. Monroe (Stephen Root) non vuole sapere ragioni: ha già la prossima missione per lui.
(Barry per l’amor del cielo pretendi più soldi almeno)
4) Non ho ancora capito se mi ricorda più Dexter Morgan o Mr. Bean
Continuo a chiedermi da quando è iniziato l’episodio se Barry ha l’aspetto glaciale da serial killer o la mente vacua tipica di chi non sa cosa sta facendo e si affida alla fortuna. La consapevolezza di essere di fronte a una serie comedy mi spinge a non prendere sul serio il protagonista: è più simile a Dexter Morgan o a Mr. Bean? Non abbiamo neppure assistito al primo omicidio, il cadavere era già lì. Magari si è trattato di un suicidio. Barry è davvero capace nel suo lavoro o no? Una lieve somiglianza nei tratti somatici con Mr. Bean c’è.
Per saperne di più non ci resta che vedere come se la caverà con la prossima vittima, un ragazzo impegnato in una lezione di recitazione alla quale prende parte anche Barry per non perderlo di vista.
5) Dove ho già visto l’insegnante Gene Cousineau?
Non appena Barry mette piede a teatro sorge spontanea la domanda: dove ho già visto l’insegnante di recitazione Gene Cousineau? È d’obbligo mettere pausa e togliersi immediatamente il dubbio. Henry Winkler (oggi settantasettenne) era l’iconico Arthur “Fonzie” Fonzarelli di Happy Days. L’incredibile attore simbolo degli anni ’80 è stato inoltre protagonista (tra le altre) delle più recenti Arrested Development e Parks and Recreation.
Grazie Henry per i capolavori che ci hai regalato.
6) Ora invece è Sheldon Cooper
Facciamo un passo indietro a dove eravamo rimasti. Barry dunque segue la sua ignara futura vittima a teatro ma le cose non vanno esattamente secondo i piani e i due non solo si parlano, ma finiscono per improvvisare una scenetta insieme sul palco. Ed è lì che ho capito finalmente chi mi ricorda Barry nella sua rigidità fisica ed emotiva: è Sheldon Cooper senza germofobia.
La totale assenza di calore e trasporto nella sua interpretazione, quel suo restare dritto e immobile di fronte al partner di scena e soprattutto il fatto che non colga minimamente la sua inadeguatezza in quel contesto lo avvicinano pericolosamente al fisico teorico del Texas più che al sopracitato killer di Miami.
7) Questa storia del teatro non ha senso. Mi piace
Vista l’impeccabile performance, Barry si convince che il teatro sia la sua strada tanto da parlarne anche con il suo capo Monroe. In fondo quasi tutti gli attori hanno anche un secondo lavoro, non vuole mica appendere al chiodo la pistola (anche perché nel suo appartamento non ci sarebbe spazio). Barry desidera fare entrambe le cose, recitare e uccidere. E uccidere il pubblico recitando.
Quindi ricapitolando: un killer (che non abbiamo ancora visto all’azione) triste e squattrinato un giorno decide che il modo migliore per rimanere nell’ombra è diventare un attore, pur non essendo affatto portato per la nobile arte teatrale. Ha senso, mi piace.
8) Barry, forse non stai propriamente centrando l’obiettivo
Tra un copione e un altro, una battuta e un’altra, Barry diventa man mano amico di tutta la classe di recitazione, accettando persino di andare a bere con loro dopo la lezione.
Non gli starà sfuggendo qualcosa? Tipo che l’uomo con cui condivide il drink dovrebbe essere la sua prossima vittima? Il generoso e ignaro ragazzo in cambio gli offre un perfetto nome d’arte: Barry Block, poiché è appunto un blocco de cemento sul palco.
9) Non esattamente un basso profilo ma va bene così
Sempre per la serie “meglio non farsi notare visto che per lavoro uccido la gente”, Barry reputa sia una saggia decisione confessare tutto al suo insegnante di recitazione Cousineau. Ma proprio tutto. Gli racconta di aver iniziato come soldato in Afghanistan e di aver sofferto di stress post traumatico e depressione una volta rientrato in patria. Questa sua condizione gli ha reso difficile andare avanti e appassionarsi a qualcosa, rendendosi poi conto che l’unica cosa in cui è bravo è solo uccidere.
A quel punto Cousineau fa quello che chiunque avrebbe fatto: scambia la confessione per un monologo teatrale e lo ammette al suo corso. Sento già il bisogno della terza e quarta stagione.
10) Anche i killer si innamorano a prima vista
Intanto il nostro Barry sembrerebbe anche innamorato perso della collega del corso di recitazione Sally Reed (Sarah Goldberg) con la quale ha scambiato ben tre parole. Forse non è una saggia decisione legarsi sentimentalmente a tutte queste persone vista la situazione ma forse non è più il caso di cercare la logica dietro alle sue azioni.
Alla fine lo convincono anche ad aprirsi un profilo su Facebook. Sempre per restare nell’ombra.
11) Perfetto, ti hanno risparmiato il lavoro
Ah è vero, lo scopo di tutto doveva essere l’omicidio. Quando anche Barry se ne ricorda è troppo tardi, qualcuno l’ha già fatto per lui.
Gli assassini del ragazzo sono ancora lì sul posto, fermi in un’auto di fronte a quella della vittima, e puntano ora le armi contro Barry. Come se la caverà ora il protagonista? È quello che mi chiedo dalla prima scena del pilot.
12) Ok è decisamente Dexter Morgan
Ebbene sì, Barry mi sorprende e mi smentisce: con la mira da cecchino e con precisione chirurgica uccide le persone in auto senza sprecare neppure un proiettile extra. Ora è a tutti gli effetti Dexter Morgan.
Scusa Barry se ho dubitato di te. Non vedo l’ora di scoprire le implicazioni che scaturiranno da tutte queste vittime collaterali.
13) Mah guarda Barry non so se il teatro faccia per te
Compiuto il suo dovere da killer, Barry può finalmente godersi un attimo di pace in una tavola calda. Per pura coincidenza la cameriera che lo serve gli rivela che avrebbe avuto un provino per un ruolo da attrice il giorno seguente. A quel punto arriva la definitiva presa di coscienza di Barry che risponde alla ragazza che anche lui cerca di diventare attore.
Sicuro Barry di non volerci ripensare? Ormai è assodato che come sicario hai davvero un grandissimo talento, come attore decisamente meno.
14) Davvero non li ha visti nessuno?
In tutto questo non posso fare a meno di chiedermi come abbia fatto a non vedere e sentire nulla nessuno dato che le sparatorie sono avvenute al centro della strada di un quartiere residenziale.
Anche questa domanda però è superflua se contestualizzata nell’ibrido genere di questa assurda commedia. Sono curiosa a questo punto di seguire il corso delle indagini dei poliziotti, che in qualsiasi comedy regalano sempre grandi soddisfazioni.
15) Finisce troppo presto
E invece no. Fine. Davvero gli episodi durano meno di mezz’ora? È decisamente troppo poco.
Dopo questo bellissimo viaggio nel pilot di Barry, l’unico pensiero davvero rilevante è che finisce troppo presto.
Forse è un bene che non sia ancora arrivata la conclusione in Italia, possiamo vivere ancora per un po’ nell’illusione che non sia mai finita definitivamente.