Assieme a Ted Lasso ha dominato le nomination alle premiazioni televisive della categoria comedy degli ultimi anni, eppure, sono ancora in tanti, soprattutto nel nostro paese, a non conoscere Barry, comedy (anche se molto probabilmente dovremmo palare di dramedy) della HBO incentrata sulle disavventure di un killer a pagamento che decide di cambiare vita e diventare un attore. Un pretesto narrativo quanto più originale possibile e che porta la trama a passare da scene comiche basate su un umorismo nero e grottesco e che gioca spesso con la commedia degli equivoci a momenti più cupi e dalle tinte da thriller che riescono a creare situazioni a sfondo altamente drammatico: un gioco fatto di equilibri che ha conquistato pubblica e critica.
Composta attualmente da tre stagioni da otto episodi l’una e pronta a tornare prossimamente con la sua quarta e molto probabilmente ultima (anche se non vi è stata una vera e propria ufficializzazione a riguardo), Barry è una tra le serie più divertenti e interessanti attualmente presenti sul catalogo di Now e Sky Go, anche se la terza stagione risulta ancora inedita in Italia.
Senza ulteriori indugi, ecco a voi la nostra recensione no spoiler di Barry, nella speranza che vi facci venire voglia di recuperare questo fantastico gioiellino dell’intrattenimento.
Come vi abbiamo già anticipato, la premessa di Barry è tanto semplice quanto originale: Barry Berkman (Bill Hader), un ex marine divenuto killer a pagamento dopo il suo rimpatrio e le difficili conseguenze del ritornare alla vita civile, viene folgorato dalla passione per la recitazione e decide di distaccarsi dall’ambiente criminale in cui era coinvolto assieme al “manager” Fuches. Inutile dire che la sua decisione di cambiare vita non solo porterà a importanti stravolgimenti, ma anche alla risposta furiosa e violenta della famiglia mafiosa cecena con cui l’uomo aveva stipulato un contratto.
Così inizia la storia del nostro Barry, un vero e proprio antieroe che divide la sua vita tra i corsi di recitazione tenuti dal tanto eccentrico quanto saggio Gene Cousenau e tra il suo tentativo di affrancarsi da un mondo che non vuole proprio lasciarlo andare, mentre dentro di sé si combatte una battaglia spietata tra chi è, chi può essere e chi vuole diventare. Alternando sapientemente l’elemento comico con quello drammatico, la serie di HBO riesce a creare un connubio davvero incredibile che non fa altro che innalzare la su narrazione, composta da una sceneggiatura senza sbavature e che non lascia nulla al caso. Ogni azione, ogni scelta del protagonista, ogni imprevisto ha infatti una precisa conseguenza che si inserisce con maestria e grazia nella storia, conferendo un grado di realismo anche alle situazioni più sopra le righe.
Adatta agli amanti della commedia in tutte le sue salse, ma anche a chi ama storie dal sapore crime ricche di colpi di scena, Barry ha davvero un nonsoché che la rende davvero unica. A tal proposito non possiamo proprio non citare le grandi performance dei principali interpreti della serie, tra cui senza dubbio spiccano quella di un maestoso Henry Winkler (il Fonzie di Happy Days) e dell’incredibile Bill Hader (che per il ruolo ha vinto ben due Emmy per miglior attore protagonista in una serie commedia).
D’altra parte, un personaggio di così grande spessore come quello di Barry necessitava di una performance attoriale di livello: se dal punto di vista umoristico non ci saremmo aspettati di meno da Hader, notissimo oltreoceano per il suo talento comico per le sue comparse in molti film e serie tv di genere ma soprattutto per essere stato membro fisso del Saturday Night Live dal 2005 al 2013, è dal punto di vista drammatico che l’attore ci ha sorpreso maggiormente. Come spesso capita per molti comici catapultati in ruoli in serie drama, Bill Hader è riuscito a convincerci soprattutto per la grande emozionalità e per il tormento interiore che ha saputo regalare al personaggio di Barry, un uomo all’apparenza remissivo, buono e curioso che cerca di celare al mondo gli aspetti più cupi e oscuri della sua anima.
Questo non dovrebbe stupire, dato che il personaggio di Barry Berkman nasce proprio dalla penna dell’attore protagonista, che, insieme al collega Alec Berg, già alla sceneggiatura di grandissime sitcom e comedy come Seinfeld, Curb Your Enthusiasm e Silicon Valley, ha saputo creare un personaggio tridimensionale di cui è padrone a 360 gradi.
Ma non solo Barry!
Anche gli altri personaggi principali, sono ben caratterizzati e interpretati: a partire dal già citato Gene Cousenau che qui ricopre il ruolo di mentore e bussola morale inconsapevole del protagonista, fino all’ambiguo “manager” Fuches, passando per la determinata ma a tratti insopportabile Sally, aspirante attrice dalle manie di protagonismo e interesse romantico del nostro antieroe, fino alla tanto spietata quanto esilarante banda di mafiosi ceceni che svolge il doppio ruolo di villain che di linea comica della serie. Le scene che coinvolgono questo gruppo di criminali, minaccioso e pericoloso, ma anche composto da personaggi bislacchi e a loro modo spassosi, rappresentano probabilmente alcuni tra i momenti più divertenti della serie. A questo proposito un plauso va soprattutto all’interprete dell’irresistibile Noho Hank di Anthony Carrigan (già noto per il suo ruolo di Victor Zsasz in Gotham), mafioso con un debole per il nostro protagonista e noto per le sue maniere educate.
Lo abbiamo già detto ma lo ripetiamo, il successo di Barry sta nella ricerca dei contrasti: l’idea stessa di parlare di tematiche serie come il PTSD (Disturbo post traumatico da stress), organizzazioni criminali, omicidi, sicari in una serie comedy rende manifesta questa antitetica dualità che però non risulta mai superare i limiti. A incarnare questo concetto troviamo Barry: tenero e goffo, dolce e con un grande sogno, quello di avere una famiglia normale e di trovare appagamento nella recitazione, ma, allo stesso tempo, anche sicario calcolatore, freddo ed efficiente.
Ma come spingere lo spettatore ad adattarsi a simili premesse?
Puntando su una comicità che ama giocare con il grottesco e che faccia suo un umorismo nero, capace di farci ridere di situazioni e realtà per cui nella quotidianità proveremmo tristezza e orrore, ma che stuzzicano il nostro cinismo e la nostra irriverenza. La comicità di Barry però, a dispetto di tale premessa, non costituisce l’aspetto preponderante della serie, ma ne è, tuttavia, a suo completo servizio. Come nei migliori prodotti dramedy, infatti, qualora la situazione lo richieda, ecco che, infatti, il tono cambia di colpo, ma non senza stile. Così, in maniera fluida e naturale, il divertimento si placa per cedere il posto a sequenza fortemente introspettive e drammatiche, che scavano con grande delicatezza nell’anima dei protagonisti e che celano le loro fragilità e le loro paure e che portano in scena sequenze di alto impatto, capaci di lasciare lo spettatore con il fiato sospeso o di sorprendere con inaspettati ma coerentissimi colpi di scena.
Indagando sulla complessità dell’animo umano e spingendo lo spettatore sia a ridere di gusto che a interrogarsi sulla propria moralità e sul proprio posto nel mondo, Barry è senz’ombra di dubbio uno dei prodotti seriali più interessante degli ultimi anni, una piccola perla che se in America è già una serie di culto, da noi meriterebbe di raggiungere una più alta notorietà e di essere riscoperta prima che arrivi alla sua conclusione. Vi ricordiamo che lo show è disponibile su Now e Sky Go con le sue prime due stagioni. Da recuperare al più presto!