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Barry è molte cose, ma soprattutto un grandissimo Henry Winkler

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Creata da Bill Hader e Alec Berg, Barry è una straordinaria dark comedy della HBO e rientra senza alcun dubbio tra i migliori prodotti televisivi degli ultimi anni. Una serie unica nel suo genere. D’altronde una commedia nera incentrata su un sicario che decide di diventare un attore, è un qualcosa di assolutamente singolare. Lo show esplora l’idea di incanalare il proprio dolore e il proprio danno nell’arte. Questi elementi vengono messi in risalto soprattutto grazie ai brillanti protagonisti e alle loro eccezionali performance. Anche se gran parte del successo della serie dipende da Bill Hader nel ruolo di Barry, l’altra vera star è indubbiamente Henry Winkler.

Attenzione: proseguendo nella lettura potreste imbattervi in spoiler su Barry.

Henry Winkler è la ciliegina sulla torta della serie. 

E’ impossibile non adorare Henry Winkler a prescindere da qualsiasi ruolo l’attore possa interpretare. Parliamo di un uomo che ha lasciato il segno, diventando popolarissimo e soprattutto apprezzato da intere generazioni. Un’icona del mondo televisivo grazie al ruolo di Arthur “Fonzie” Fonzarelli dell’ormai cult degli anni ottanta Happy Days. Un periodo tra l’altro menzionato nella sua recente autobiografia, dove Winkler ha raccontato di aver sofferto di dislessia. Ma non solo, perché l’attore ha poi anche confessato di avere avuto delle difficoltà nel proseguire la sua carriera da attore, poiché non riusciva ad essere assunto.

Nonostante le difficoltà, per sua fortuna (e per la nostra), nel corso degli anni lo abbiamo visto poi presente in tante altre serie, come Arrested Development, Royal Pains e Parks and Recreation. Poi è arrivata Barry, che gli ha dato a distanza di tanti anni una grande opportunità per continuare a dimostrare il suo talento. L’attore ha recentemente dichiarato nel programma Sunday Today di Willie Geist, che prima di cominciare a lavorare in Barry, decise di andare in terapia per un ulteriore supporto personale:

Non avrei potuto fare quel personaggio con quel tipo di struttura. Non avrei potuto ascoltare Alec Berg e Bill Hader ed essere in grado di tradurre quello che dicevano nella scena senza quel dottore. Se non avessi trovato un pezzo di personaggio in qualcosa che stavo facendo prima di allora, sarei rimasto bloccato come attore. Ci sono alcune performance che vorrei potermi rimangiare e rifare.”

La sua bravura ed esperienza all’interno di Barry si fa sentire, e non a caso gli ha permesso di vincere un Emmy come migliore attore non protagonista. Tutto, incluso lui, ruota intorno al personaggio di Barry Hader, un ex marine diventato un killer su commissione, che si reca a Los Angeles per completare un lavoro per la mafia cecena. Mentre segue il suo obiettivo, Barry si imbatte nel mondo della recitazione amatoriale dove incontra il personaggio interpretato da Henry Winkler: l’insegnante Gene Cousineau. Barry decide quindi di lasciarsi alle spalle la sua vita di killer professionista e perseguire il suo nuovo sogno nel mondo dello spettacolo. Certo, abbandonare una professione così violenta non è assolutamente facile. 

Oggettivamente Henry Winkler nei panni di Gene Cousineau, interpreta un ruolo totalmente diverso da qualsiasi altro personaggio che lui stesso abbia mai interpretato prima.

Gene Cousineau è un uomo che vive nella delusione per essere stato allontanato da Hollywood, quel mondo tanto amato che non gli ha permesso di diventare un attore di grande successo. Ma Gene è anche un uomo eccentrico, avido, un pazzo che ogni volta che appare sullo schermo, è impossibile capire quando è serio. Ma fa la differenza. Ciò nonostante Gene riesce a entrare in contatto con i suoi studenti e fornisce ampie lezioni di vita nelle sue lezioni attraverso il suo metodo di “recitazione attraverso il trauma”. E’ un meraviglioso mix tra un attore pretenzioso e profondo. Le sue tecniche a volte sono prepotenti, ma è solo per far uscire il meglio da ogni studente, in particolare da Barry con cui è costantemente duro nel tentativo di liberarlo da tutto ciò che porta dentro. 

Henry Winkler è la spalla perfetta per Bill Hader, che interpreta Barry Berkman in maniera impeccabile.

Il tema principale è convivere con le conseguenze delle tue azioni, e quelle di Barry sono più che oscure. Ci sono scene in questa serie che sembrano completamente opposte al concetto di televisione come intrattenimento. Sono cupe. Sono inquietanti. Ciò nonostante, nel complesso resta comunque uno show abbastanza divertente. Quindi l’ultimo successo di Barry lo ha portato a Los Angeles, dove si imbatte accidentalmente in questo corso di recitazione che lo spinge a fare qualcosa che non fa da molto tempo: comportarsi da essere umano. Costretto a confrontarsi con i propri sentimenti, che ha cercato di spegnere per fare il suo lavoro, Barry lentamente ma inesorabilmente si logora così tanto che è solo questione di tempo prima che si disintegri.

Dunque nonostante gli stravaganti tentativi di diventare un attore che sono tutti abbastanza divertenti, quello di Barry è un personaggio intrinsecamente tragico. Insomma non è una semplice storia di un aspirante attore intrappolato in un guaio umoristico, è uno studio incessante sulla capacità umana di razionalizzare il comportamento malvagio in nome dell’autoconservazione. Ed è proprio qui che risulta fondamentale il ruolo di Gene Cousineau che diventa quasi una figura paterna per Berkman e guardarlo mentre cerca di insegnargli come comportarsi è quasi sempre esilarante. Henry Winkler è bravo a rimuovere quei lati arroganti ed egocentrici del suo personaggio per trovare l’artista sincero che c’è dentro e, qualunque siano i suoi difetti, riesce a convincere Barry e gli altri a fare lo stesso.

Oltre al duo Hader-Winkler, troviamo altri personaggi di rilievo e ben strutturati all’interno dello show. Ad esempio Stephen Root, che ha già interpretato ruoli di questo tipo in passato, ma nessuno di questi è stato così sfaccettato come quello di Monroe Fuches, il capo e mentore di Barry. Anthony Carrigan interpreta tipicamente il gangster Noho Hank in maniera piuttosto divertente. E Sarah Goldberg veste nei panni dell’ambiziosa e aspirante attrice Sally. Il suo personaggio ha un energia scintillante che rende facile capire perché Sally cattura l’attenzione e l’immaginazione dello stesso Barry. Insomma l’evoluzione di ognuno di essi ci riserva sorprese ad ogni passo senza mai tradire la coerenza drammatica.

Barry è una commedia che fa parte di una nuova generazione di “commedie”.

Quattro stagioni di otto episodi che non superano mai i 35 minuti, Barry ha fatto dell’economia narrativa un’arte e probabilmente con nessun’altra serie sembrerà di aver investito meglio il tempo. Barry è senza dubbio una delle serie più particolari in circolazione. E’ una gioia a livello tecnico, narrativo e interpretativo che in ogni episodio ci riserva delle sorprese. Intrattiene, infastidisce, disturba, genera ansia, fa ridere e ci lascia estasiati dalla sua proposta visiva senza bisogno di episodi prolungati. Il tutto trovando spazio per l’umorismo e scene d’azione memorabili. È un ibrido che combina toni e generi con una precisione che sembra impossibile da raggiungere sulla carta. In Barry ad alcuni punti riderai. In altri, piangerai. È un giro sulle montagne russe incredibilmente originale a cui risulta davvero difficile rinunciare.