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Beauty in Black viaggia su due rette parallele con un capolinea dirompente

Copertina di Beauty in Black (ComingSoon.net)
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Parecchi minuti di plateale ipocrisia introducono Mallory Ballarie, volto ufficiale della plurimilionaria azienda di cosmetica Beauty in Black. Subito dopo la convention, i paparazzi e il red carpet, parole atroci e intrise di letale veleno usciranno però dalla sua bocca. Ma come mai assistiamo a tale astio? Beh, tra un autografo e l’altro una giovane avvocata di nome Lena le aveva comunicato di essere stata citata in giudizio a causa della componente cancerogena di uno dei loro sieri liscianti. Ecco, questo breve incipit può già inquadrare in maniera concisa e limpida una delle due protagoniste di questo show e il suo mondo fatto di potere, denaro, immagine e apparente filantropia, le cui redini sono tenute strette dalla famigerata famiglia di cui lei fa parte.

Contrapposta a questo microcosmo, cerca di sopravvivere ogni giorno cercando di difendere la propria dignità con lacrime e artigli Kimmie. Parliamo di una giovane donna finita nel giro di night club e prostituzione per sfuggire al carcere dopo aver preso parte al traffico di droga (a proposito, avete mai sentito parlare di Limitless?). Quello che lei e noi all’inizio non sappiamo, però, è che il club di cui è prigioniera fa capo a Jules, il capo della sicurezza e fidata spalla destra della Beauty in Black. Di questo grande harem però, a dirla tutta, non tutti i membri della famiglia erano al corrente. Di fatto si trattava soltanto del frutto di un accordo tra Jules e Norman, uno dei due fratelli Ballarie fondatori dell’azienda.

Ma cosa ci vuole raccontare veramente Beauty in Black?

una scena di Beauty and black, durante una diatriba in ufficio
credits: Netflix

Principalmente le vicende ruotano intorno alle due donne che vivono in due universi specularmente opposti. Tuttavia questi, con il tempo, iniziano a incrociarsi fino a prevedere un futuro corto circuito. Mallory è una donna tanto forte quanto fatale in quanto priva del più microscopico scrupolo, egoista all’ennesima potenza, avara come pochi ed egoriferita anche quando dorme. Lei era riuscita a scalare la vetta in cui adesso spadroneggia sposando Roy, figlio di Horace Ballarie, l’altro fratello a capo dell’azienda. Da piccola infatti era orfana di genitori ed era stata presa in affidamento da una famiglia che non le offriva una vita serena. Horace l’aveva notata come modella per poi inserirla a tutti gli effetti nel suo impero, farle sposare i figlio e permetterle addirittura di superarlo in termini di responsabilità e autorità.

Roy infatti, come il fratello Charles, era la vergogna di Horace e dalla madre Olivia, Questa, essendosi separata da tempo dal marito, interveniva soltanto per strigliare le orecchie ai figli quando superavano i limiti. E questo, tutt’al più, accadeva spesso. Sarà Roy infatti, cocainomane, alcolizzato e infine, pusillanime, che chiederà a Jules di portarle una delle sue donne.

E la sfortuna sarà pertanto Kimmie, che subirà svariate volte i maltrattamenti di un uomo viziato e brutale come lui, ricevendo poi, anche le ripercussioni inferte da Jules. La storia di Kimmie in Beauty in Black è dunque molto più tragica e ingiusta. Lei infatti era stata lasciata in mezzo alla strada dalla madre perché accusata di sedurre in qualche modo il compagno Frank. Ma la più cruda realtà. ovviamente, raccontava che il colpevole fosse proprio quel il viscido individuo che non riusciva a stare al suo posto.

Così una sera Kimmie, ingenua e disorientata, incontra casualmente Rain

Questi era un’attraente ragazzina abbandonata come lei che, in preda al desiderio di svoltare la sua vita, aveva accettato di trasportare droga per un altro disagiato ragazzo, Angel. A quel punto si era unita anche Kimmie e in aeroporto erano stati fermati tutti e tre da Jules. Costui ai tempi faceva lì il poliziotto, dunque aveva pensato bene di “assolverli“, rendendoli schiavi del suo infelice giro. Si può ben immaginare ciò che dovevano patire notte e giorno questi ragazzi. Martiri per la feroce prepotenza di Body, la responsabile delle ragazze e di Jules stesso, che non perdeva tempo a farle fuori se non rispettavano le sue regole! Indotte perfino al bisogno di ricorrere alla chirurgia plastica più illegale e grossolana per fare più soldi, come è accaduto alla povera Rain.

Infine, Mallory e Kimmie sono inoltre donne appartenenti a quella comunità afrodiscendente che non perdona chiunque intralci il proprio cammino. Soltanto che la prima è la carnefice, mentre la seconda è l’agnello sacrificale. Già dal titolo potevamo intuire quale fosse il social background di tutti i personaggi e Beauty in Black non perde tempo a sbatterci addosso una realtà che di questi tempi può apparire stonata. Di fatto oggi sappiamo bene come il politically correct ci induca – almeno idealmente – all’integrazione e all’abbattimento di ogni diversità sociale. Tuttavia, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio se non vogliamo perdere contatto con la razionalità. Questo prodotto infatti ci mostra il risvolto della medaglia, secondo cui non è necessariamente il maschio eterno bianco cisgender il cattivo della storia.

Mallory Ballarie, una delle due protagoniste di Beauty in Black (TheWrap)
Netflix

Detto ciò, è apprezzabile sentire una ventata di verosimiglianza nelle narrazioni, ogni tanto

In questo specifico caso, l’intenzione è stata quella di mantenere un equilibrio tra ciò che si vuole esaltare e ciò che invece si preferisce condannare. Un lavoro simile, per fare un paragone concettuale, lo ha fatto anche la recente serie tv Supacell (qui la recensione), seppur incentrata su tutto un altro genere e contenuto. Pertanto questo dimostra che l’evoluzione è qualcosa che prevede progresso, cambiamento e nuove definizioni. Tornando a noi, quindi, non mancano le delicate tematiche dei nostri tempi, sia chiaro. Queste, tuttavia, sono declamate in silenzio e si manifestano in termini di sessismo, classismo e rispetto dei diritti umani di ognuno, così come quelli della comunità LGBT+.

In Beauty in Black assistiamo a vicende in cui anche Mallory, che non risparmia la sua perfidia nemmeno ai morti, si trova a sentirsi delusa per il comportamento di un marito che la tradisce e non la stima neanche un po’. Lei ovviamente commette errori ogni giorno, come l’aver investito la zia per poi occultarne il cadavere insieme a Roy e incolpare lui dell’accaduto! Tuttavia non ha mai ricevuto, nel suo matrimonio, niente di buono in cambio.

Kimmie in Beauty in Black rappresenta invece l’emblema di vittima del patriarcato e dell’oggettivazione di sé

La giovane è intrappolata dal suo stesso passato e da un destino che non si presenta prospero, ed è costretta a vivere in questo modo a causa di una riprovevole scelta di altri! Di una madre che non la meriterebbe né ora né mai, per l’esattezza. Poi abbiamo per l’appunto Charles, il figlio minore che viene svergognato dai vecchi pilastri della sua famiglia più per il suo “stolto” orientamento che per i suoi vizi. Per questo motivo il grande capo Horace, gravemente malato, deve vivere come un topo quando la notte va al club, per godere delle sensuali movenze di un ragazzo come Angel. Tutti loro, membri di una famiglia del tutto disfunzionale, diventano così causa dei propri mali, sottomessi ad un orda di menzogne, crimini e scandali che li schiaccerà uno alla volta.

A subirne le conseguenze, pertanto, sono proprio le persone come Kimmie, Rain, Angel e gli altri. Dall’animo così puro e virtuoso, che pur di non abbassare la testa in ogni caso, si beccano schiaffi morali e carnali, insulti e perdite. Ma non solo. Cosa possono dire allora tutti coloro che sono stati ingannati dalla messinscena della Beauty in Black tempo addietro e che adesso sono malati di cancro. Senza distinzione di età o estrazione sociale.

Kimmie, una delle due protagoniste di Beauty in Black (Deadline)
credits: Netflix

Di tutta risposta Roy inveirà contro una madre con la figlia malata di cancro e in sedie a rotelle

Roy, non contento, accuserà gli altri manifestanti – che si trovavano davanti all’azienda – di essere stati addirittura pagati da qualcuno per le loro azioni. Cercherà di corrompere anche l’avvocata Lena, sua ex compagna del college, tentando di comprarla con il sesso e il denaro. Assistiamo insomma a una sfilata di nefandezze umane che Tyler Perry è riuscito a trasmetterci in maniera puntuale e incisiva già dalla prima stagione, seppur in alcuni momenti il montaggio alternato tra i due fili narrativi risulta difficile da perseguire.

Non ci resta che attendere con ansia su Netflix l’avvento del 2025 per scoprire cosa ne sarà delle vite fuori controllo dei Ballarie e di quelle in forte pericolo di tutti i loro sottoposti. Sarà epico l’incontro tra Mallory e Kimmie. Con l’accezione però di disastroso, da quello che ci possono far ipotizzare queste acri premesse. Inutile dire che oltre alla preponderante componente drama, l’aspetto thriller coadiuvato dall’omicidio di turno rende tutto più teso e ritmato. Così come il black humor che non manca, ahimè, ad alcuni dei personaggi più negativi della trama.

Avevamo dunque bisogno di una serie che ci presentasse un flusso complesso ma intrigante, mai tedioso e sempre sul punto di cambiare tono. Scoprire quante possono essere le infinite e variegate sfumature dello spirito umano è sempre interessante e psicologicamente formativo. Bisogna conoscere il peggio e anche il male più primordiale, se serve, per riuscire a difendere in ogni nostro giorno, il privilegio di essere creature umane. Non mostri.