Vi è mai capitato di incontrare qualcuno che ha cambiato la vostra vita per sempre? E se questo qualcuno fosse un animale, per la precisione un cane un po’ strampalato? È proprio lui, Beck, il destino. La scintilla da cui ha inizio la storia di questo anime dei primi anni duemila.
Koyuki Tanaka è un timido adolescente di una scuola giapponese, alle prese con un’esistenza piatta e priva di stimoli. Il padrone del cane, Ryusuke Minami, è un talentuoso chitarrista, risoluto e carismatico, arrivato da poco in Giappone da New York. Cos’hanno in comune questi due giovani, all’apparenza così diversi? L’interesse per la musica e…Beck, naturalmente.
L’incontro tra loro infatti avviene per caso, in strada, mentre Koyuki sta proteggendo l’animale da una banda di bulli. In questo preciso momento la scintilla si trasforma in fuoco, e divampa. La serie animata diventa un racconto di formazione, di passione per la musica, di crescita e di ricerca della propria strada a costo di molti sacrifici e ostacoli. Ma l’aspetto ancor più meraviglioso è che la trama non si sviluppa solamente attraverso i dialoghi tra i personaggi, ma anche utilizzando immagini e melodie che parlano da sole.
Si passa dalla chitarra elettrica Lucille, una chiara dedica allo strumento omonimo del mitico B.B.King, a inquadrature notturne di alcuni quartieri e di alcuni scorci della città di Tokyo. In sottofondo, solo il suono dello strumento a corde, stridente oppure malinconico, a seconda dell’emozione che vuole trasmettere. A volte invece gli unici rumori sono quelli del traffico, o il chiacchiericcio dei passanti lungo le strade. Un’esperienza visiva e uditiva a 360 gradi. Tutto è stato curato nei minimi dettagli, persino le magliette dei protagonisti. Su di esse compaiono, scritti a caratteri ben visibili, dei riferimenti ad alcuni tra i gruppi rock più famosi e virtuosi della storia. Pearl Jam, The Who, Mc5, Radiohead, Sex Pistols, New Order, Nirvana, Ramones, Pixies.
Per non parlare dell’incredibile somiglianza del timbro di voce del cantante della band The Dying Breed dell’anime, con quello di Liam Gallagher, frontman degli Oasis. Uno di quegli artisti avvolti da quell’aura un po’ maledetta ma piena di fascino che solo le grandi rockstar riescono a indossare come fosse un vestito fatto su misura. È sufficiente ascoltare alcune canzoni di questi musicisti internazionali, magari mentre siamo in auto per andare al lavoro, o mentre stiamo preparando la cena, per ricordarci di Beck. E per farci tornare la voglia di rivederlo.
Così come quando osserviamo la luna piena appesa al cielo notturno. Un elemento ricorrente di questo cartone. Un’osservatrice attenta e silenziosa. Poche cose nell’universo conosciuto sono così ipnotiche quanto il nostro bellissimo satellite. Se poi mentre la stiamo guardando, abbiamo accanto la persona che amiamo, le note di “Moon on the Water” affiorano inevitabilmente dalla superficie del nostro inconscio. Chi ha visto Beck lo sa. Chi è appassionato di anime romantici, anche. Quale sia il confine che delimita l’amicizia tra Maho (sorella di Ryusuke) e Koyuki e il sentimento più profondo che provano l’uno per l’altra, non lo sappiamo con certezza. Ma i due ci ricordano la scoperta del nostro primo grande amore, con tutte le insicurezze e le emozioni che esso causa.
Nel corso dei 26 episodi di Beck possiamo inoltre ascoltare, accanto al brit-pop stile Oasis e al rock americano ispirato ai Red Hot Chili Peppers, altre citazioni musicali, come quelle dedicate al new metal dei Linkin Park e dei Limp Bizkit, incarnate soprattutto dal personaggio di Chiba. E quelle del blues e del rock elettrico di Ryusuke. C’è anche il Signor Saito, ex campione olimpico di nuoto, insegnante di questo sport e chitarrista incallito. I suoi idoli sono le band inglesi quali i Beatles, i Yardbirds e i primi Rolling Stones. È Saito il primo a regalare una chitarra a Koyuki ed è sempre lui a dargli le prime lezioni.
Persino il negozio di strumenti musicali “Yngway” è un’evidente dichiarazione d’amore al virtuoso Yngwie Malmsteen, il chitarrista svedese ufficialmente nella top 10 dei migliori al mondo.
Insomma, Beck è a tutti gli effetti un compendio della storia del rock. Un ottimo modo per approcciarsi a questo genere, per chi lo conosce poco, o per fare un ripasso intenso, per chi lo conosce di più. È anche un anime che può avvicinare i ragazzi e le ragazze alla musica e all’interesse per uno strumento musicale. La chitarra elettrica è certamente la protagonista indiscussa delle vicende, ma non sono da meno il basso di Taira e la batteria di Saku. Sono loro, insieme a Ryusuke, Chiba e Koyuki, a formare il gruppo emergente dei Beck. Un sogno condiviso, un obiettivo, uno scopo, un progetto di vita. Mentre passiamo di episodio in episodio, ci sentiamo felici per loro e per i loro successi. In fondo molti di noi hanno immaginato almeno una volta di diventare delle celebrità, e soprattutto di poter trasformare la propria passione in un lavoro.
Ma se tutto questo non vi ha ancora convinti a vedere (o rivedere) questo cartone giapponese, abbiamo ancora qualcosina da dire in merito.
Beck è un anime romantico e musicale ed è anche un racconto di formazione. Durante le puntate però vengono presi in considerazione anche altri argomenti tipici dell’adolescenza come il bullismo, rappresentato dal personaggio di Hyodo. Il ragazzo è il classico prepotente della scuola, ma è anche un figlio d’arte e quindi un chitarrista incredibile. Dopo una serie di pestaggi e situazioni abbastanza violente nei confronti di Koyuki, i due ragazzi diventano quasi amici. Condividono una passione e l’ammirazione per le abilità strumentali è reciproca, vincendo a parimerito la gara musicale del festival della scuola.
Accanto a questo, viene mostrata la sempre aperta questione del potere delle case discografiche a discapito degli artisti e del loro lavoro. Una tematica che abbiamo visto anche nella serie tv The Playlist. Tra i due prodotti televisivi corrono quasi vent’anni, ma il problema è rimasto tristemente lo stesso. Inoltre c’è anche un intrigo: Lucille, la chitarra di Ryusuke di cui abbiamo parlato all’inizio, nasconde un passato misterioso. I fatti riguardano un omicidio, un furto e Beck, trovato dal ragazzo quando era ancora un cucciolo, durante l’intreccio di questi eventi.
Beck analizza più generi e più tematiche ma c’è una costante, che non è solo la luna. Ed è la scoperta, intesa come la capacità di un adolescente di emozionarsi per le novità che incontra sul suo cammino. La musica, l’amore e l’amicizia, così come l’invidia e la cattiveria delle persone. Tutto ciò che può essere positivo e negativo nel percorso di crescita di ognuno di noi.
Koyuki però non si tira certo indietro. In ogni cosa che fa ci mette coraggio e dedizione anche se in un primo momento non riesce neanche lui a spiegarsi la buona riuscita delle sue azioni. Al contrario, si sente imbranato e insicuro. In realtà i suoi compagni più maturi, come Chiba, Taira e lo stesso Ryusuke, sono ammirati da questa sua caratteristica, tanto da dirglielo senza mezzi termini in diversi momenti dell’anime. Non è sempre così scontato che chi è più grande o ha più esperienza automaticamente è più abile nell’affrontare situazioni difficili. Ma Koyuki, un po’ a causa dell’incoscienza tipica della giovinezza, un po’ per il senso istintivo di scoperta e meraviglia, continuerà a solcare il palcoscenico reale e metaforico della sua vita. A testa alta, guardando in su, verso il cielo e la luna. Verso l’infinità delle possibilità che si hanno a disposizione nel corso della propria esistenza.
Un messaggio ottimistico e di speranza. Un inno all’amore per la vita e alla sua imprevedibilità, come cantano i Beatles, e il protagonista, nella canzone I’ve got a feeling: ”Everyboy had a hard year, everybody had a good time, everybody had a wet dream, everybody saw the sun shine”.