A tutti voi (o almeno a coloro che possiedono una patente) sarà capitato almeno una volta nella vita di girare in macchina e imbattervi in qualcosa che vi scatena una rabbia improvvisa. Un’automobile parcheggiata in una posizione scomoda, una svolta improvvisa che vi prende sotto gamba, un altro guidatore poco attento. E quella rabbia, quel disprezzo profondo e apparentemente esagerato che vi scatena dentro un fuoco difficile da gestire. Raramente, però, diventa un’ossessione. Almeno fino a quando su Netflix non è sbarcata Beef, prodotto nato dalla geniale mente di Lee Sung Jin, che non solo ci ha ricordato quanto possa essere facile soccombere ai nostri istinti più primordiali ma è riuscita a farlo con una delicatezza unita a un realismo invidiabili. La serie è un capolavoro sui generis dall’inizio alla fine ed è veramente difficile fare una cernita, ma noi ci abbiamo provato lo stesso. Vediamo i 5 migliori momenti della prima stagione di Beef (quando ce ne sarebbero venti, trenta di cui parlare).
1) Lo scontro iniziale
Come tutte le storie ben costruite, si deve sempre partire dall’inizio. Ci troviamo agli albori della serie, impreparati e pronti davanti a un racconto di cui ancora non conosciamo quasi nulla. Due sconosciuti che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro si incontrano per caso: ancora non sanno che stanno per dare vita ad una spirale di follia fuori controllo. Conosciamo così Danny Cho e Amy Lau, interpretati rispettivamente da Steven Yeun (il Glenn di The Walking Dead) e Ali Wong: uno sfortunato appaltatore e un’imprenditrice insoddisfatta, entrambi così diversi da quasi non riconoscersi umani eppure indissolubilmente legati da un profondo sconforto che caratterizza le loro vite. E’ la cosiddetta road rage, la rabbia al volante, a dare il vita a tutta la serie, la goccia che fa traboccare il vaso e apre un vaso di Pandora che aspettava solo di essere spalancato. Un piccolo capolavoro di qualche minuto e una delle migliori aperture nel mondo seriale più recente.
2) L’ormai iconica scena della pistola
Per ovvi motivi (familiari a chi ha visto la serie) non ci è stato possibile inserire l’effettivo frame che ben descrive la scena di cui stiamo per parlare, ma non importa. Perché in questi pochi e specifici minuti di Beef non conta tanto cosa accade sullo schermo, ma come lo si interpreta. Amy Lau è una donna perfettamente normale: sposata con un uomo apparentemente perfetto, una figlia adorabile, un appartamento da sogno. Chi osserva la sua vita da fuori non può fare altro che chiedersi “cosa potrebbe volere di più”? Eppure, sotto uno strato quasi impenetrabile, Amy cela una sofferenza totalizzante, una stanchezza che le impedisce di affrontare in maniera coerente ciò che la circonda. Ed è proprio qui che viene fuori tutto il talento di Ali Wong, un’attrice in grado di mettersi a nudo e di far spuntare un sorriso anche quando avremmo solo voglia di piangere; una donna che osa, spiazza e fa rabbia. Alcuni la potrebbero definire una scena esagerata, grottesca, insensata; e meno male che è proprio così.
3) La home invasion a casa di Amy
Isaac, il cugino di Danny e Paul, organizza una rapina a casa di Amy (teoricamente deserta) per poter mettere le mani su una serie di sculture costruite dal marito di lei George, supponendo che valgano un sacco di soldi. Purtroppo non sa ancora che Fumi, la madre dell’uomo, si trova nell’abitazione per un motivo completamente diverso: rubare una delle famose sedie costruite dal marito per poter ripagare i suoi consistenti debiti ormai fuori controllo. Una scena che ricorda al tempo stesso Parasite, per l’ambientazione e la follia totale che la caratterizza, e un horror stile home invasion di serie b dove i protagonisti corrono terrorizzati in giro incapaci di gestire l’inferno che si trovano davanti agli occhi. La casa di Amy diventa così teatro di una tragedia grottesca e deliziosamente comica, dove diventa complesso capire se bisognerebbe ridere a crepapelle o piuttosto coprirsi gli occhi in preda allo sconforto. Attenti a dove mettete i piedi (e ancor di più agli scintillanti e iper tecnologici sistemi di sicurezza).
4) L’esperienza kafkiana tra le montagne
E’ veramente difficile riuscire a inquadrare quella che è forse la scena più complessa di tutta la serie Netflix, aperta a molteplici analisi e interpretazioni (nessuna delle quali potrebbe avere senso). Danny e Amy, dopo nove episodi di macchinazioni e battibecchi, sono arrivati alla resa dei conto: subito dopo essere precipitati giù da un dirupo a seguito dell’ennesimo scontro, si ritrovano sperduti in mezzo alle montagne, costretti a tentare di sopravvivere per poter tornare a casa. E’ la prima volta in tutta la serie in cui i protagonisti tentano di metter da parte le loro divergenze e si aprono l’uno con l’altro, scoprendosi molto più simili di quanto credessero e soprattutto capaci di capirsi a vicenda. Ancora una volta è la comicità e quel senso di puro e grottesco cringe a fare da strumento per comunicare qualcosa di molto più profondo e destabilizzante. Non facciamo spoiler per coloro che ancora sono ignari, ma possiamo dirvi una cosa: questa scena di Beef distrugge. E nel frattempo insegna qualcosa.
5) Il finale di Beef
E’ assurdo quanto possano cambiare le cose, se le guardi più da vicino. E’ il finale della serie, un finale che è al tempo stesso una chiusura e l’apertura di un nuovo capitolo, a rendere davvero ciò che Beef rappresenta dall’inizio alla fine: la confessione di un uomo e di una donna, mostrati nella loro essenza più animalesca. George, il marito di Amy, spara a Danny convinto che l’uomo abbia preso in ostaggio la moglie. I due si ritrovano quindi in ospedale, l’uno immobilizzato in un letto in pericolo di vita e l’altra ad osservare la catastrofe totale di cui entrambi sono responsabili. E se il finale di Beef lascia comunque un po’ di speranza, è l’amaro in bocca a rimanere una volta terminata la visione. Danny e Amy avranno anche imparato qualcosa, ma è ciò che hanno perduto a colpire di più: tutto quel tempo buttato via, avvelenato dall’orgoglio e da una furia cieca e ingiustificata. Una vita distrutta e poi ricomposta in una delle serie più vere di sempre. A voi le considerazioni.