Behind Her Eyes è stata una delle serie tv Netflix più chiacchierate dell’ultimo mese. La miniserie in sei puntate ha riscosso un discreto successo e ha potuto contare su una buona combinazione di fattori per tenere gli spettatori incollati alla tv. Behind Her Eyes infatti è un thriller psicologico che incorpora un continuo alone di mistero alla componente fantascientifica creando una buona dose di suspense a più riprese. Di sicuro è un prodotto che si presta perfettamente al binge-watching che tanto piace agli adepti di nostra signora Netflix.
Ma per quanto Behind Her Eyes si ponga allo spettatore come un’esperienza d’intrattenimento senza troppe pretese, vi si possono riconoscere delle occasioni tematiche perse in quella che probabilmente era la fretta di chiudere il racconto in pochi episodi.
I temi toccati sono tanti e approfondirli tutti in maniera esaustiva sarebbe stato sicuramente difficile. Resta senza dubbio la bellezza di aver goduto di un prodotto non malvagio, in grado di catturare l’attenzione dello spettatore. Ma anche l’amarezza di aver visto diversi temi degni di nota e interesse restare confinati a un mero accenno. Un’occasione persa da una serie tv che avrebbe potuto fare molto più di così. Vediamo quali sono i temi che avrebbero meritato maggiore approfondimento.
La tossicodipendenza
David è uno psichiatra specializzato nell’aiuto ai tossicodipendenti. Rob è un eroinomane che non ha mai voluto guarire. Anthony è un giovane che soffre di non meglio spiegate dipendenze che fa capolino nella storia in più momenti. Il tema della droga insomma è – se non preminente – sicuramente importante all’interno di questa serie. Peccato che le ragioni della dipendenza vengano approfondite praticamente per nulla.
Eppure abbiamo in ballo uno psichiatra, un uomo che dice apertamente di non voler smettere e un ragazzo che fatica ad accettare il suo problema. Sarebbe stato molto bello approfondire ognuna di queste storie, cercando di capire le ragioni profonde del rapporto che lega Rob alla droga, le sue origini e la sua evoluzione. Come anche le difficoltà di Anthony, un ragazzo che sembra essere vittima della propria emotività.
Quello delle dipendenze non è mai un argomento facile da trattare. Molto spesso lo si banalizza, altre volte lo si esaspera. E altre volte invece lo si tratta con una certa immeritata indifferenza. Quest’ultimo è stato il caso di Behind Her Eyes.
La salute mentale
Se approcciarsi al tema droga non è facile, farlo con quello della salute mentale lo è ancor meno. Lo hanno fatto poche serie tv (ne avevamo discusso qui) e ancor più poche sono riuscite a farlo in modo interessante. Tra queste non rientra Behind Her Eyes. Una serie che ha deciso di utilizzare luoghi come un ospedale psichiatrico e uno studio associato di psichiatri semplicemente come mere ambientazioni.
Spiegare in modo più accurato le ragioni per le quali Adele fosse ricoverata in manicomio a diciott’anni (no, implicare il trauma dovuto alla morte dei suoi genitori non basta vista l’evoluzione successiva della trama) sarebbe stato quantomeno interessante. E sarebbe stato importante spiegare il come e il quando Rob ci fosse finito. Approfondire le sue difficoltà, la relazione tra il sonnambulismo, la dipendenza e le sue origini. Come anche il curioso metodo con cui è riuscito ad aprire la “porta” che gli permette di uscire dai suoi incubi per entrare nel suo “sogno pacifico”.
Un’occasione persa sull’altare della fretta e dell’attenzione accentrata sul mistero da risolvere. Un vero peccato.
I sogni
A quanto pare siamo fatti della stessa sostanza dei sogni molto meno di quanto lo sia Behind Her Eyes. La presenza dell’elemento “sogno” nella serie è centrale, e prende forme che vanno da quella di un incubo a quella di una serie di immagini ideali. La dinamica è interessante, specialmente quella che si concentra sulla possibilità di controllarli e in qualche modo governarli a proprio piacimento. È altrettanto interessante notare l’impatto che possono avere sulla psiche e la quotidianità di una persona.
Il problema però è che il tutto aleggia in una nuvola di misteri. Per quanto la storia e le immagini catturino l’attenzione dello spettatore lascia un certo amaro in bocca vedere gli effetti senza capirne le cause.
Specie in un caso come in quello di Behind Her Eyes, in cui proprio i sogni dei protagonisti si rivelano essere fondamentali allo sviluppo della trama.
Alla fine restano in pratica tutta una serie di domande che avrebbero meritato una risposta. C’è un comune denominatore tra i sogni di Louise e quelli di Rob? E tra le loro esperienze di sonnambulismo? Cosa rappresentavano i mostri che inseguivano Rob, e come ci è arrivato a questo punto? Della storia di Louise abbiamo un lieve accenno durante una sua conversazione con Adele, ma non basta a colmare l’interesse suscitato dall’argomento.
La differenza di classi sociali
Un tema molto pratico e realistico spesso ripreso da Behind Her Eyes è quello relativo alla differenza di classi sociali cui appartengono i protagonisti. Si pone spesso l’accento su come Adele venisse da una famiglia ricchissima, a differenza di tutti gli altri personaggi principali. E considerati gli altri temi affrontati dalla serie, come la salute mentale e la tossicodipendenza, sarebbe stato bello porre la questione sotto una lente d’ingrandimento più accurata.
Ovvero porre con più forza l’accento sulle conseguenze relative alla nascita in una determinata classe sociale. La dinamica che porta questo fattore a essere una vera e propria condanna in certe situazioni o solo la motivazione che spinge una persona a compiere determinate azioni. Si dà un accenno alle potenziali conseguenze sulla psiche umana dovuta a una pesante insofferenza al proprio ambiente sociale, ma la questione è lasciata così tanto al caso e all’immaginazione da lasciare aperte molte domande.
Ancor peggio è aver sprecato quest’occasione nonostante un’ambientazione ottimale, Londra. Una città ricca, una metropoli, in cui però – come in tutte le metropoli del mondo – convivono con una certa controversia realtà sociali molto variegate. A volte così diverse tra loro da porsi su poli opposti.
Il distacco della coscienza
Il vero easter egg tematico di Behind Her Eyes è l’inserimento della componente fantascientifica attraverso il tema dello scollamento tra corpo e coscienza. Se così possiamo definire l’entità in grado di staccarsi e viaggiare nello spazio in forma di luce che abbiamo visto nella serie. Un tema affrontato in più di una serie tv. Black Mirror e Altered Carbon – tra le distopiche – che ne hanno parlato in termini quasi polemici pensando a quello che una probabile società futura potrebbe farne. E The OA, la serie di Brit Marling che ha associato l’argomento alle esperienze di premorte.
Behind Her Eyes invece ne ha fatto solo un tassello atto a completare un puzzle.
Laddove il puzzle era un mistero da risolvere. E per quanto il colpo di scena finale – in parte anticipato da alcune scene precedenti – sia stato causa di diverse mascelle cadute a terra, lo diventa ancor più quando, riflettendoci su, ci si rende conto di quanto male sia stato trattato il tema.
Restano domande infinite attorno alla capacità di “far viaggiare la propria coscienza”, che vanno da quella che si interroga in merito alla sua natura di dono a quella che invece si chiede come e se possa essere davvero insegnato. Non ci viene spiegato nulla della natura di quest’abilità, delle sue origini nella vita di Adele e della sua evoluzione. Viene lasciato intuire che lei lo abbia in qualche in modo insegnato a Rob ma non spiega né come né perché.
E ancor meno viene approfondita la questione in merito allo scambio delle coscienze, al perché Rob la viva subito benissimo mentre gli altri abbiano vissuto per lo più una pessima sensazione. A un certo punto tutto sembra ruotare attorno alle straordinarie capacità di Rob, che passa dall’essere un eroinomane senza speranza a essere un ragazzo dotato di capacità fisiche ed intellettive uniche e irripetibili. All’improvviso.
Il tema della coscienza, della sua essenza e della sua relazione con il corpo umano non può non suscitare interesse. In qualunque forma lo si ponga. E questo è stato forse l’elemento in grado di garantire il successo a Behind Her Eyes.
Ma ogni volta che lo si lascia cadere a terra utilizzando il tema come puro deus ex machina senza approfondire la questione, è davvero un peccato, essendo un tema attorno al quale si possono costruire ancora tante storie mai viste.