Arrivata il 31 dicembre, Berlino non partiva con grandissime aspettative. Lo spin-off de La Casa de Papel, dato il percorso a zig-zag dell’opera originale, non era una scelta che aveva convinto proprio tutti. Sebbene il protagonista fosse uno dei più interessanti della produzione spagnola, dimenticare gli errori commessi era un’operazione troppo difficile, e il rischio di ripeterli sembrava davvero dietro l’angolo. Nonostante le cose siano andate meglio del previsto non superando mai troppo il limite consentito, Berlino non è stata esente da momenti trash e inverosimili che mi hanno letteralmente fatto saltare dalla sedia lasciandomi con una faccia che voleva solo dire What? Insomma, io una fan de La Casa de Papel non lo sono mai stata. Per questa produzione non nutrivo grosse aspettative, ma lasciatemi dire quanto, a un certo punto, il cringe mi sia salito dai piedi fino alla testa diventando parte fondamentale del mio corpo.
Ci sono delle cose di Berlino che mi hanno davvero imbarazzata, e sono qui pronta a condividerle con voi. Anche se fa male
1) I monologhi da Tik Tok
Fin dal primo istante, Berlino comincia la sua narrazione partendo da un monologo incentrato sull’amore. Utilizzando parole sdolcinate e fintamente originali, lo spin-off de La Casa de Papel prova a diventare una produzione ricercata basata sui sentimenti e sul potere che questi hanno sugli esseri umani. Purtroppo, l’unica cosa che Berlino è riuscita a diventare attraverso i suoi monologhi è la colonna sonora di numerosi video presenti su Tik Tok che, con questo sottofondo unito a una canzone drammatica, incorniciano tramonti e rondini svolazzanti. Quando ho capito l’andazzo dello spin-off, non lo nego, mi sono messa le mani tra i capelli. Ero terrorizzata. Più che riflettere sul contenuto di quanto diceva il protagonista, pensavo a quante altre volte avrei dovuto ascoltarlo tra un reel e l’altro. E così è stato. Il cringe non ci lascia mai amici, rimane attaccato a noi. A ogni ora del giorno.
2) Il personaggio di Camille
Camille, quando non parlava, era interessante. Poi ha cominciato a parlare e a esporre i suoi pensieri, e subito l’imbarazzo ha raggiunto il livello massimo. Nel giro di una sola scena, la protagonista femminile di Berlino passa da sono innamorata di te, ti prego andiamo a vivere dentro una capanna con due figli e un cane a io non voglio lasciare mio marito, e tutto questo senza che sia successo nulla. Berlino era lì, pronto a cominciare la sua love story, e lei era lì, pronta a farsi soltanto un amante che potesse distrarla dalla sua noiosa vita da miliardaria. Questa storia cosa ci insegna, amici? Che non importa se sei un criminale, alla fine non sei tu, ma sono io ce lo sentiremo sempre dire tutti. Anche se siamo Berlino.
3) L’hotel criminale
Una delle cose più inverosimili di Berlino è che il protagonista riesce, insieme alla sua banda, a soggiornare all’interno di un prestigioso hotel di Parigi organizzando una rapina proprio da lì dentro. Arredando la stanza come un ufficio della CIA, Berlino muove tutte le pedine da lì senza mai dar nell’occhio durante lo svolgimento della storia. Nessuna pulizia della stanza, nessun cameriere, cameriera o inserviente, nessun servizio in camera. Il personale non si accorge di niente nonostante sia tutto palese e sotto gli occhi di tutti. Una cosa del genere poteva avvenire soltanto dentro La Casa de Papel e, per cercare di mantenere viva la somiglianza tra le due produzioni, si è ripresentata anche qui. Pensa che str*nzi gli altri criminali delle Serie Tv che, prima di fare un colpo, hanno costruito un edificio apposito in mezzo alle colline.
4) Keila e Bruce
Tra le tante cose che mi hanno imbarazzato prepotentemente in Berlino, emerge anche la relazione tra Bruce e Keila. I pensieri che la seconda fa sul primo sono, purtroppo, incascoltabili. Non sono una che si scandalizza, figuriamoci, non è quello il problema. Ma non posso far finta di nulla quando, in una determinata scena, Keila comincia a letteralmente a sbavare guardando Bruce sudare mentre si muove. Per quanto abbiano cercato di romanticizzare la cosa, i momenti di questa coppia saranno sempre caratterizzati da tre cose: le parole imbarazzanti di Keila, il sudore di Bruce, e la nostra voglia di comprargli un deodorante. Che male non fa.
5) Il viaggio nei ricordi di Cameron
Cosa avesse reso Cameron così vulnerabile non poteva mai essere immaginato da nessuno, e di questo dobbiamo dare atto a Berlino. Nonostante ciò, però, il viaggio nei ricordi di Cameron mi ha lasciato un pelo perplessa, giusto un po’ sconvolta. Da fan di un cantante, la ragazza è presto diventata la sua fidanzata realizzando un sogno che molte seguaci di Harry Stiles hanno fin dai tempi delle medie. Attraverso i suoi ricordi, scopriamo che da adolescente la ragazza è riuscita a viaggiare on the road seguendo il suo grandissimo ammmore nei suoi concerti. Se Cameron avesse avuto mia madre in famiglia, non sarebbe riuscita a mettere piede sul pulmino, ma questa non è una cosa che ci riguarda. In Spagna evidentemente durante le superiori sei già vista come una trentenne, e va bene così. Alla fine dei conti, la nostra amica impazzisce perché la pop star comincia ad allontanarsi sempre di più lasciandola del tutto. Da questo momento il gelo. Seppur interessante, la storia di Cameron avrebbe potuto essere raccontata in modo meno imbarazzante e più sottile. Invece il trash ha dilagato, facendomela sembrare la nuova Tokyo. E per me non c’è niente di peggio di questo. Anzi, forse sì: ci sono sempre quei 5 momenti de La Casa de Papel che vorremmo tanto cancellare dalla nostra memoria.