L’inizio non poteva essere più promettente! Chuck più giovane che parla amorevolmente con una donna intenta a cucinare, mette su della buona musica classica e cerca di mettere in guardia la moglie sul loro ospite in arrivo, trovando persino uno stratagemma per liberarsi di lui qual’ora dovesse diventare pesante e insopportabile. L’ospite arriva ed è, ovviamente, Jimmy da poco trasferitosi in città e al lavoro nel reparto corrispondenza della HHM da appena una settimana. Durante il pasto si scusa con Chuck e Rebecca per non essere riuscito a presenziare al loro matrimonio, evidentemente evento successo non da molto, e inizia ad elogiare il suo nuovo lavoro, la sua nuova vita, i nuovi rapporti che sta provando ad instaurare tra cui, si sott’intende, quello con Kim. Inoltre non può fare a meno di complimentarsi con la cognata per la sua ottima cucina e per il talento con cui suona il violino. In un momento di silenzio Jimmy inizia a raccontare delle barzellette sugli avvocati toccando “le corde giuste” di Rebecca che ride compiaciuta e pienamente coinvolta da questo simpatico siparietto. Tant’è che dopo, una volta andati a letto i due, la donna chiede a suo marito i motivi di tutta quella preoccupazione, trovando in realtà il cognato fantastico e spiritoso. Chuck non sa cosa rispondere e tenta invano di raccontare anche lui una barzelletta alla moglie ma con scarso successo.
Dopo la sigla torniamo nel presente e troviamo Jimmy nel suo studio a tarda sera, pensa di essere rimasto solo ma viene sorpreso dalla presenza di Erin, giovane socia della Davis & Main che inizia a redarguirlo su un suo rapporto da presentare a Cliff, sottolineando alcune banali imperfezioni che ritiene poco consone allo stile dello studio e lo prega di sistemare tutto insieme immediatamente. Jimmy accetta suo malgrado ma poi se la svigna di soppiatto (ma la mattina dopo troverà la ragazza seduta nel suo studio che lo aspetta) e va da Kim, impegnata come al solito in archivio per punizione e che aveva ignorato tutte le sue chiamate durante la giornata. L’uomo le propone di denunciare la HHM per maltrattamenti e per farla lavorare in un ruolo non consono ai suoi compiti, ma la donna, ovviamente, non ne vuol sapere di mettere a repentaglio il suo posto di lavoro e, probabilmente, la sua carriera, solo per sistemare un casino fatto da lui e del quale Kim ne paga soltanto le conseguenze. I due discutono finché la donna non chiede nuovamente a Jimmy di andarsene dicendogli che risolverà lei il problema e che non ha bisogno del suo aiuto.
Brevissimo intermezzo su Mike seduto al suo posto di lavoro e che parla al telefono con Stacey preoccupato che sia lei sia la nipotina stiano bene e accertandosi che non manchi loro nulla; nel frattempo in tribunale arriva Jimmy accompagnato dall’ormai “baby sitter” Erin, lo saluta e chiedendogli che gli è successo alla faccia cita “la prima regola del Fight Club: non parlare mai del Fight Club” omaggiando così il capolavoro di David Fincher. In tribunale Jimmy chiede alla segretaria un appuntamento per una causa con il giudice, ma trovando poco spazio per una soluzione rapida e vicina gli regala, come faceva spesso in passato, un piccolo e carino peluche per addolcirla e trovare una soluzione migliore. Come se gli avesse dato chissà quale ingente somma di denaro, Erin sbarella va su tutte le furie, glielo strappa dalle mani accusandolo addirittura di dare alla donna una tangente e rimproverandolo per i suoi metodi. Jimmy così è costretto a rinunciare e ad aspettare un mese prima della prossima data libera, con visibile dispiacere della corpulenta donna per il pupazzetto perso. In bagno poi incontra un collega avvocato d’ufficio come lo era lui un tempo che, saputo del suo nuovo impiego alla Davis & Main, inizia ad elencargli tutti i vantaggi che lui ha (a differenza sua) senza nascondere minimamente l’enorme invidia che prova nei suoi confronti, tanto da apostrofarlo non certo con parole gentili una volta uscito dal bagno.
“A mi manera” dei Gipsy Kings scorre nel nastro mentre Kim è in preda alla sua ossessiva ricerca di nuovi potenziali e facoltosi clienti con centinaia di telefonate una dietro l’altra. Quando sembra aver quasi perso le speranze, una vecchia amica, Page, la chiama concedendole un incontro. Il giorno dopo Kim e Howard ricevono la donna accompagnata dal suo capo; l’incontro è prolifico e si trova un accordo. Kim con questo crede di aver riottenuto il suo posto, ma Howard continua a non volerne sapere e la lascia in archivio.
L’uomo si reca a casa di Chuck e i due festeggiano e discutono di questa nuova opportunità che frutterà allo studio un mucchio di soldi e di lavoro (e a Kim una importante commissione di 250 mila dollari) e il socio più anziano chiede al collega più giovane se non sia il caso di riportare la donna ai suoi compiti senza dubbio più consoni alle sue capacità. Howard però continua a essere perplesso promettendo però di valutare attentamente la cosa.
Chuck si reca in studio e dopo aver lavorato tutta la notte, al mattino presto prima di andar via incontra Kim. Le chiede un caffè e con la scusa i due iniziano a chiacchierare. La donna chiede a McGill se lei avrà mai un futuro importante all’interno dello studio e l’uomo le garantisce che parlerà con Howard per cercare di ammorbidire la sua posizione nei suoi confronti e di sistemare le cose. Chuck inizia a raccontare un aneddoto sul padre dicendole che era l’uomo più buono che lui abbia mai conosciuto e che aveva una piccola attività con la quale portava avanti la famiglia. Jimmy, a suo dire il figlio prediletto, lo aiutava per quel che poteva. Con il tempo iniziarono i primi problemi economici e si scoprì che Jimmy, a poco a poco, aveva sottratto alle finanze del negozio la bellezza di 14 mila dollari. Il padre non credeva potesse essere stato lui ma comunque fu costretto a chiudere bottega dopo qualche mese. Dopo appena 6 mesi dal fallimento dell’attività il padre morì e Jimmy al suo funerale versò fiumi di lacrime. Chuck conclude dicendo che vuole bene al fratello e che lo ritiene una persona buona e con un gran cuore ma che, però, non riesce a fare a meno di “essere così” e per questo intende, senza dubbio, che non può fare a meno di fare queste cazzate bravate per sopravvivere.
A Mike nuovamente l’onore di concludere l’episodio con la scena senza dubbio più bella e importante di questo episodio, probabilmente fino ad ora il meno bello e rilevante della 2° stagione. L’uomo è seduto tranquillamente all’interno di un bar (guardate la cameriera, guardate il bar, non vi dice proprio nulla? Vince Vince, ti diverti a giocare con noi vero?) quando gli si siede di fronte un uomo: è Hector Salamanca in perfetta salute. Si, lo so, Hector è lontano anni luce dall’uomo che abbiamo conosciuto in BB, un vecchio costretto su una sedia a rotelle non certo autosufficiente e che per parlare con qualcuno usa un campanello (toh, e che ci fa un campanello identico sul bancone del bar?!). L’uomo si scusa con Mike a nome suo e di tutta la famiglia Salamanca per il brutto episodio che lo ha visto coinvolto con suo nipote Tuco; Mike accetta le scuse, ma Hector rincara la dose dicendo che il ragazzo è una testa calda, che ha sbagliato e che si assicurerà personalmente che porgerà all’uomo anche le sue di scuse, ma che 8, se non addirittura 10 anni di prigione sono troppi per quello che ha fatto e chiede a Mike di addossarsi la titolarità della pistola trovata sul luogo dell’aggressione in modo da alleggerire le accuse a carico di Tuco. Mike è giustamente titubante in quanto lui stesso a quel punto rischierebbe un’incriminazione per possesso illegale di armi, ma un Hector molto informato sul suo conto, gli fa presente che è pur sempre un ex poliziotto e che per lui sicuramente chiuderanno un occhio. Offrendogli 5 mila dollari per il disturbo.
Questa puntata in realtà non ci ha detto molto e abbiamo fatto pochi passi avanti. La scena d’apertura dove finalmente iniziamo a scoprire qualcosa in più sulla vita di Chuck, sul suo passato e sui motivi per i quali prova tanto astio nei confronti del fratello (il discorso fatto a Kim sul padre) è sicuramente una scena che lascerà un segno. E, ovviamente, c’è poi la scena finale con l’incontro tra Mike e Hector, probabilmente una delle scene più importanti fino ad ora, con due personalità così forti e dominanti che, semplicemente, parlano davanti ad un caffè. Scena importantissima! Il resto è passato via senza sussulti. A Jimmy hanno affibbiato una “tutor” sempre attenta ad ogni sua mossa, dopo il casino combinato con lo spot pubblicitario, mentre Kim si sbatte come può per cercare di uscire da quel maledetto archivio e di ritornare su, “alla luce del sole” e ai suoi più importanti compiti. Viene confermata puntata dopo puntata l’importanza maggiore data alle storie dei personaggi principali (Jimmy, certo, ma anche Mike e la stessa Kim), alle loro scelte, alle loro personalità, a discapito della storia che sembra spesso e volentieri solo uno sfondo. Continuano invece i chiari riferimenti a BB in ogni episodio e, seppur dato da tutti per scontato, oggi è arrivato l’annuncio ufficiale del rinnovo di Better Call Saul per una 3° stagione, sempre da 10 episodi, cosa che ovviamente non può che far contenti tutti noi che stiamo apprezzando e amando questa “nuova/vecchia versione” di Saul Goodman.
Un saluto agli amici di Better Call Saul – Italia