Flashback: Jimmy e Chuck sono seduti accanto a un letto d’ospedale; la madre è ricoverata in stato comatoso da tre giorni. Jimmy insiste con Chuck per fargli mangiare qualcosa, ma lui non vuole spostarsi da lì e allora il fratello minore per l’ennesima volta si occupa di quello maggiore, invertendo i ruoli naturali e andando a prendere qualcosa da mangiare. Ma proprio durante la sua assenza la madre ha qualche secondo di risveglio, chiama due volte il nome di Jimmy e poi si spegne, per la delusione del suo primogenito che era rimasto lì accanto a lei. Al rientro in ospedale, Jimmy non trova più la madre nella sua stanza, vede il fratello che gli dice che la madre se n’è andata. Ma, alla sua richiesta se si fosse svegliata e avesse detto qualcosa, McGill senior mente omettendo quei pochi secondi di risveglio della donna.
Torniamo al presente, Jimmy non riesce a restare a guardare il fratello colpito da un malore nella copisteria, decide di fregarsene se il suo piano va all’aria e attraversa la strada andando a soccorrerlo. Chuck riprende i sensi, poi arriva l’ambulanza e viene portato in ospedale; lì cercano di rianimarlo, ordinano un elettrocardiogramma e una tac ma lui con le poche forze che ha cerca di opporsi dicendo di essere ipersensibile a tutto ciò che c’è di elettrico, ma nessuno gli dà ascolto e tutti pensano solo a far si che stia bene. Quando Chuck si risveglia la prima cosa che fa è chiedere spiegazioni a Jimmy di come abbia fatto ad arrivare in copisteria in un lasso di tempo così breve, alludendo al fatto che era nei paraggi e che aveva pagato il commesso per mentire. Ma ancora una volta interviene qualcuno in sua difesa: è Ernesto che dice di averlo chiamato lui poco prima di ritornare in copisteria. Jimmy una volta fuori dalla stanza gli chiede perché ha mentito e il giovane assistente racconta di come Chuck stia parlando in modo brutto di suo fratello negli ultimi tempi ed essendo lui un suo amico ha voluto in qualche modo difenderlo e aiutarlo.
Jimmy e Kim aspettano in sala d’attesa che i dottori finiscano di fare la tac e tutti gli esami di routine e nell’attesa trasmettono in tv il nuovo spot; poi la dottoressa esce e comunica alla coppia che gli esami sono andati bene, nessun problema in testa e anche il cuore è abbastanza forte. Ma c’è un problema e una volta arrivati in stanza da Chuck se ne renderanno conto di persona: l’uomo, secondo la dottoressa, è in uno stato catatonico indotto; sta bene, ha gli occhi spalancati ma non parla, non si muove e non ha nessun tipo di reazione. È come se inconsciamente avesse rifiutato le cure che gli sono state sottoposte e ha reagito in questo modo.
Deserto, montagne, due uomini e un fucile. Mike ha richiamato l’uomo che vende le armi e stavolta il fucile militare lo vuole comprare davvero. Lo prova con lui per calibrare bene il tiro e una volta pronto, decide di concludere l’affare.
Torniamo in ospedale, Chuck finalmente si sveglia e chiede dell’acqua; Jimmy gli dice che è ora di tornare a casa e vede lo stupore del fratello che pensava invece volesse rinchiuderlo in un manicomio. Una volta a casa però Chuck manda via il fratello dicendo di star bene e di voler stare un po’ in pace ma, una volta solo, esce da casa e si reca in garage dove aveva rinchiuso tutti i suoi vecchi apparecchi elettrici e ne prende uno da una scatola.
Sala d’attesa del nuovo studio di Jimmy: lo spot ha fatto effetto e la stanza è piena di potenziali, anziani, clienti. Ad un certo punto però Jimmy è costretto ad andar via per una telefonata di Howard. Capiamo che è successo qualcosa con Chuck, ma dobbiamo aspettare che Jimmy molli tutto e vada a casa da suo fratello per capirne di più; prima deve vincerne le resistenze per poter entrare, poi lo trova intento a coprire interamente il salone con la carta stagnola per non far trasparire elettricità. Jimmy chiede il perché si sia licenziato dalla HHM e lui gli comunica la volontà di andare in pensione, che il suo cervello non è più quello di un tempo, che quel lavoro non fa più per lui e che l’errore commesso ai danni della MesaVerde è un errore imperdonabile per lui, che ha fatto perdere tempo prezioso e soldi al suo cliente e questo non può essere accettato.
Ma Chuck ha l’asso nella manica: un registratore nascosto che incastra il fratello.
E siamo arrivati dunque alla fine di questa seconda stagione. Probabilmente il finale ha un po’ deluso molti fan della serie e chi sperava in un’apparizione a sorpresa (con Gus e Jesse tra i candidati più papabili) che però non c’è stata. O forse non c’è stata solo in parte perché i rumours su chi ha scritto il famoso bigliettino “Don’t” si susseguono già dalle prime ore dopo la messa in onda e a chi per logica pensa che sia stato Nacho, l’unico realmente a conoscenza, almeno in parte, del piano di vendetta di Mike su Hector, si è aggiunto chi sostiene che quel bigliettino sia stato scritto in realtà da Gus Fring, pensiero dovuto in parte al “bastardo” gioco di parole degli autori con le iniziali dei 10 episodi che anagrammati danno la frase “Fring’s Back”. Tutto rimandato alla 3° stagione quindi, che molto probabilmente non verrà rilasciata prima del 2017.
Tutto rimandato anche per ritrovare Saul Goodman; quello che abbiamo davanti, dopo l’illusione del penultimo episodio, è ancora tanto, troppo, Jimmy McGill.
Il modo in cui cambia idea e va in soccorso del fratello, il modo in cui continua a prendersi cura di lui e ad accorrere immediatamente ogni qualvolta che ci sia un problema che lo riguarda nonostante tutto e il modo in cui confessa le sue malefatte al termine della puntata fanno intendere che Saul ancora non c’è. Ma che, probabilmente, non tarderà ad arrivare in quanto sicuramente le conseguenze della registrazione della confessione estorta con l’inganno da Chuck a Jimmy non potrà portare a nulla di buono per il nostro protagonista. Il rapporto tra i due fratelli continua a essere un importante e fondamentale argomento della Storia. Che, come ho già ripetuto in diverse occasioni, non è lei (la Storia) la vera protagonista di questa serie. Ma lo sono i personaggi, sempre più importanti, sempre più al centro dell’universo del racconto. Chi lamenta della lentezza della serie o del fatto che tardi a decollare forse dimentica che proprio nella 3° stagione la serie madre, Breaking Bad, ha avuto la sua svolta decisiva verso il capolavoro che poi è stato e che nelle prime due, complice anche la prima stagione breve di soli 6 episodi, il ritmo era ugualmente lento e cadenzato.
Lentezza non vuol dire che una serie sia fatta male ma che, anzi, tende semplicemente a far capire fino in fondo tutto ciò che possiamo carpire da un personaggio. E in fondo, Better Call Saul, è semplicemente la storia di come Jimmy è diventato Saul. Tutto partiva da qui. Ma BCS sta diventando grande e punta a crescere sempre di più. E con Gilligan al comando, nulla è impossibile!
Paolo Martina