Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla 6×08 di Better Call Saul
La domanda è sempre la stessa, la stessa maledetta domanda che ci facciamo fin dal primissimo episodio di Better Call Saul, 58 episodi fa: che fine farà Kim Wexler? Quale sarà il destino riservato a una delle protagoniste più intriganti di uno degli spin-off meglio riusciti nella storia delle serie tv? Vivrà, morirà oppure X? Fuggirà oppure starà sempre là, sotto il nostro naso, mentre Walter White farà terra bruciata intorno a sé? Rimarrà legata all’amatissimo Jimmy, oppure la coppia non resisterà alle innumerevoli pressioni?
Potremmo andare avanti per ore, nella stessa misura in cui andiamo avanti da anni. Le abbiamo ipotizzate un po’ tutte, ci siamo arrampicati tra le note di un brano sentito di sfuggita nei primissimi minuti del pilot e allo squallore di una battuta inopportuna, abbiamo analizzato ogni dettaglio, raccontato gli scenari più plausibili attraverso le prospettive più disparate, letto ogni sguardo, cercato una spiegazione dentro ogni sfumatura di colore. Con un solo risultato: infinite risposte per una domanda che una risposta, oggi, ancora non ce l’ha. Risposte coerenti per scenari plausibili, l’elogio della scrittura sopraffina di un racconto sopraffino. Perfetta ed efficace al punto da render coerente col criptico personaggio di Kim ogni potenziale conseguenza, coerente con tutto quello che abbiamo visto finora. Ancora oggi, a un passo dall’addio, fluttuiamo nella nebbia di un mistero, l’ultimo vero mistero di Better Call Saul, che ci attanaglia da anni. E ancora oggi potrebbe andare a finire in svariati modi.
Anche dopo l’ottavo episodio della sesta stagione, le dipartite di Howard Hamlin e Lalo Salamanca, il tentato omicidio di Gustavo Fring, la pistola di Cechov che ha inevitabilmente fatto il suo corso e la nuova vita che attende ora Kim, ormai “nel gioco” in ogni senso possibile, questa storia potrebbe avere gli epiloghi più disparati, ma lo scarso tempo rimasto a disposizione degli autori ha, finalmente, stretto il cerchio. Almeno in parte, fino al prossimo colpo di scena. Facciamo quindi un punto della situazione e illustriamo cinque scenari che potrebbero svilupparsi fin dal prossimo episodio di Better Call Saul, Fun and Games. Con la consapevolezza che probabilmente Gilligan e Gould ci porteranno da un’altra parte, ma non si sa mai.
5 scenari plausibili che chiuderebbero coerentemente la storyline di Kim Wexler in Better Call Saul
- KIM LASCIA ALBUQUERQUE E CAMBIA VITA GRAZIE AL “TIZIO DEGLI ASPIRAPOLVERE” – 30%
La soluzione più probabile, ma anche quella più pigra sul piano narrativo. La teniamo in grande considerazione perché sarebbe al momento l’esito più ovvio, specie dopo aver visto Kim prendere in mano il biglietto da visita di Ed Galbraith, ma tendiamo a escluderla perché gli autori di Better Call Saul e Breaking Bad ci hanno abituato a tutto, meno che a optare per la soluzione più evidente. Il jolly del “tizio degli aspirapolvere”, d’altronde, è già stato usato, nell’ordine, da Walter White (una figura con cui i parallelismi si sprecano), Saul Goodman (non parliamone) e Jesse Pinkman (in El Camino), quindi l’eventuale fuga di Kim avrebbe l’amaro sapore del déjà-vù, ma è anche vero che in questa fantastica storia non abbia mai fatto la differenza quel che è successo, ma come il fatto venga raccontato e vissuto. Quindi diciamolo: Kim potrebbe esser costretta a fuggire. E a quel punto la carta della magica sparizione diverrebbe l’opzione più sensata.
Ma perché? Le possibilità sono molteplici. Kim, per esempio, è diventata una potenziale minaccia per Gustavo Fring, un uomo che non ama affatto le questioni irrisolte e che tutela il proprio impero con maniacale meticolosità: ne parleremo meglio nell’ultimo punto, perché la fuga potrebbe essere solo una delle soluzioni al problema. Ma Kim potrebbe anche ritrovarsi sotto indagine per la scomparsa di Howard Hamlin, specie dopo la probabilissima segnalazione che dovrà fare alle autorità nei prossimi episodi: parleremo meglio anche di questo, nel quarto punto. E i Salamanca non sono morti con Lalo: i gemelli conoscono l’identità di Jimmy, non sappiamo quel che sappiano a proposito degli eventi narrati in Bagman e potrebbero cercare delle risposte dalla coppia sulla sparizione del cugino. Sempre che sappiano della sua sopravvivenza all’attentato del finale della quinta stagione, ovviamente. L’ultima possibilità è la più improbabile, ma Better Call Saul ci ha abituato a tenere in considerazione tutto, davvero tutto. In ogni caso, a prescindere dalle cause, la conseguenza sarebbe una, su tutte: Kim avrebbe la possibilità di incontrare il “suo” Gene Takovic, forse per la prima volta.
- KIM MUORE. SUICIDA? – 25%
Il devastante contraccolpo emotivo della morte di Howard, per moltissimi versi causata dal complotto machiavellico da lei ideato e ordito nei confronti del suo mentore, segna uno spartiacque decisivo nella sua fragile esistenza. Il cinico gioco col fuoco si è trasformato nell’uccisione di uomo sostanzialmente innocente e Kim, al di là della particolare evoluzione che l’ha vista trasformarsi nel corso delle stagioni, non potrà non farci i conti. La Kim di Point and Shoot è una donna distrutta, dall’anima spezzata in mille parti. Ogni possibile giustificazione alle sue azioni, anche le peggiori, è irrimediabilmente venuta meno e l’avvocato non può più nascondersi: il lato oscuro ha investito la limpida luce blu che aveva illuminato il suo volto per anni e un uomo che non meritava di morire è morto per colpa sua.
Kim potrebbe non avere la forza per reggere tutto ciò, e il suicidio rappresenterebbe una conclusione coerente con quello che abbiamo visto negli ultimi due episodi. Parallelamente, la sua tragica dipartita toglierebbe al marito l’ultima ancora che lo tiene legato a un barlume d’umanità. A differenza di Jimmy, capace nel tempo di nascondersi dietro la maschera di Saul al punto da farsi fagocitare da essa, Kim sembra non riuscire a far coesistere le componenti più contrastanti della sua coscienza. A quel punto, il suo suicidio non sarebbe più una prospettiva campata per aria, affatto. Non mancano, d’altronde, gli indizi che andrebbero in questo senso, come dimostra una delle teorie più popolari in trend negli ultimissimi giorni, articolata però su elementi piuttosto deboli e pretestuosi. In questo caso, tuttavia, un suo suicidio dentro un armadio pieno di abiti, usati dall’amore della vita usa per trasformarsi nel suo alter ego, assumerebbe un importante valore simbolico: Saul, in questo contesto, diverrebbe il figlio dei due suicidi delle due persone a lui più legate (Chuck, oltre a Kim), causati più o meno direttamente dalle sue azioni, e darebbero un senso più profondo all’evoluzione grottesca a cui abbiamo assistito negli anni di Breaking Bad.
- KIM DIVENTA IL SOCIO OMBRA DI SAUL GOODMAN, AI TEMPI DI BREAKING BAD – 20%
Una delle poche possibilità per regalare una parvenza di lieto fine a Kim, in un mondo in cui le storie a lieto fine si contano sulle dita di una mano e chi fa qualcosa di brutto ne paga sempre le conseguenze. Kim sopravvivrebbe al maremoto di Better Call Saul, abbraccerebbe fino in fondo il suo lato oscuro e trasformerebbe Saul in una sua creatura. Negli ultimi episodi di Better Call Saul, d’altronde, Kim ha dato più di un’indicazione specifica per la costruzione e il consolidamento del “brand Goodman”, gli eventi potrebbero costringerla ad agire nell’ombra e quindi a pilotare per certi versi gli eventi di Breaking Bad, a nostra totale insaputa. Kim potrebbe così finanziare con soldi sporchi le attività pro bono che porta avanti da tempo per trovare un equilibrio dentro la sua anima, come già fatto per certi versi con l’incompatibile attività per Mesa Verde e poi, pienamente, con le successive dimissioni e l’ideazione del piano contro Howard per arrivare ai soldi della causa Sandpiper. In questo contesto, la maschera di Saul assumerebbe quindi il valore paradossale di un sacrificio. Un sacrificio per realizzare i sogni della donna che ama, oltre che i propri.
Jimmy e Kim sarebbero quindi costretti a vivere lontano, ma allo stesso tempo condividerebbero il percorso, mano nella mano. Una conclusione dolceamara, come spesso è successo ai protagonisti di questo incredibile microcosmo narrativo. I presupposti non mancherebbero e la teoria è da sempre la preferita di chiunque sogna di chiudere Better Call Saul con un piccolo sorriso sul volto, ma le possibilità che si concretizzi si riducono di puntata in puntata. Anche se un indizio per non desistere ci sarebbe: il Gene dei flash forward sembra mostrare una certa nostalgia per la golden age vissuta nei panni di Saul Goodman. Quale motivo migliore per ricordare con piacere quei tempi, se non con la consapevolezza di averlo fatto anche in funzione della donna della sua vita? Se così non fosse stato e il suo percorso l’avesse portato a perdere l’amatissima Kim, diverrebbe più difficile giustificare quei sentimenti, seppure non certo impossibile.
- KIM FINISCE IN PRIGIONE – 15%
Permetterebbe alla serie di chiudersi nell’aula di un tribunale: sarebbe più che sensato, per quello che di base sarebbe un legal drama. Un ritorno all’anima originaria della serie tv, a prescindere dal suo sviluppo eclettico e variegato nel corso delle stagioni. Ma perché Kim Wexler dovrebbe finire in carcere? Perché il piano d’occultamento di Mike, finalizzato alla trasformazione dell’omicidio di Howard in un finto suicidio, presenta una falla che il sicario non può aver considerato: due figure su tutte, Cliff Main e la moglie di Howard, potrebbero trovare a dir poco irrealistica l’idea che l’avvocato possa essersi suicidato e che i presunti problemi di droga fossero reali.
Cliff, in particolare, nel corso dell’ultimo confronto col collega, sembra aver creduto alle sue parole e sa allo stesso tempo del coinvolgimento nella vicenda di Jimmy e Kim. Così come la moglie di Howard, messa al corrente della situazione dall’ormai ex marito nell’unica interazione a cui abbiamo assistito. I dubbi dei due personaggi (e non solo) potrebbero dar vita a un’indagine e non possiamo escludere a priori che la vicenda possa evolversi con una clamorosa condanna per Kim. Per la truffa, non per il coinvolgimento indiretto nell’omicidio: il corpo di Howard non verrà sicuramente ritrovato per molti anni e non abbiamo elementi per ritenere plausibile uno sviluppo del genere.
Ma la giustizia, per una volta, farebbe davvero il suo corso (almeno in parte) e trionferebbe per restituire dignità alla martoriata figura di Howard: in un certo senso, la conclusione di Kim avrebbe delle sfumature persino positive, perché sarebbe una vittoria del sistema. Rara, in questo mondo. Un sistema in cui Kim ha smesso di credere, prima di cercare la strada della giustizia attraverso modalità più estreme e personali. Non succederà, ma se dovesse succedere avrebbe senso e rientrerebbe armonicamente nello scacchiere narrativo.
- KIM LAVORA PER FRING, MAGARI ALLA MADRIGAL – 10%
La soluzione più affascinante. Specie se le permettesse di coprire le spalle a Jimmy, magari a sua insaputa. Perché i due necessitano ancora di una solida protezione, dopo quello che è successo nella peggiore notte della loro vita. E la questione Fring non può essersi conclusa con l’occultamento dell’omicidio di Howard. Kim sa troppo, Jimmy pure: la prima ancora più del secondo, visto che sa persino dove viva il misterioso personaggio a cui avrebbe dovuto togliere la vita. Conoscono Mike, conoscono alcuni degli uomini di Fring, sanno di uno scontro in corso coi Salamanca. Sanno, e di conseguenza sono ricattabili. Ricattabili se utili, perché in caso contrario l’unica altra soluzione al problema sarebbe la morte dei due coniugi. Fring, d’altronde, non può adottare un modus operandi alternativo, a meno che non abbia qualcosa da guadagnare. A quel punto, il rischio calcolato diverrebbe… accettabile. Ma come potrebbe trarre guadagno Gustavo Fring, da due come Kim Wexler e Saul Goodman? Usandoli per fare quello che sanno fare meglio di chiunque altro: gli avvocati.
Fring lo sa, e sa come sfruttare il talento di chi non è mai stato valorizzato fino in fondo. Saul sarebbe l’uomo perfetto per tutelare gli interessi degli scagnozzi del cileno e di tutte le figure satellite di medio-basso livello che potrebbero avere dei problemi con la giustizia. Mentre Kim, legale d’altissimo profilo ormai finito dentro al “gioco”, rappresenterebbe il soggetto ideale per rappresentare più o meno direttamente lo stesso Fring, in caso di necessità. Oppure, perché no, lavorare per lei alla Madrigal, con responsabilità allo stato attuale imprevedibili. Lo scenario intriga perché i due personaggi hanno personalità affini in un contesto prettamente lavorativo e professionale, chiuderebbe al meglio l’esperienza di Kim in Better Call Saul e le permetterebbe di portare avanti allo stesso tempo il suo progetto legato alle cause pro bono: Fring è un uomo che ha celato il suo impero tra una montagna di polli fritti e un’infinità di attività benefiche, quindi non avrebbe problemi a finanziare uno studio legale con quelle caratteristiche. La storyline di Kim otterrebbe così una conclusione dolceamara, con un dubbio non da poco: potrebbe scegliere di lavorare per Fring, oppure potrebbe esser costretta a lavorare per lui.
In ogni caso, Kim sopravvivrebbe e concluderebbe la sua avventura con un compromesso estremo, coerente col percorso che l’ha portata a trasformarsi nel magnetico personaggio che abbiamo imparato a conoscere in Better Call Saul. Un personaggio imprevedibile, una sopravvissuta, una donna dai mille volti. E dal destino ignoto, al momento. Ancora per pochi episodi, al massimo cinque. Prima di darci la risposta delle risposte. E permetterci poi di riguardare Breaking Bad con occhi completamente diversi, a prescindere da come andrà a finire.
Antonio Casu