Better Call Saul è lo spin-off perfetto e di cui ogni fan di Breaking Bad aveva bisogno. Vince Gilligan, sceneggiatore e regista di entrambe le serie, è riuscito come pochi nell’impresa spesso sottovalutata di dar vita a una serie tv che non fosse la copia dell’originale, ma che sfruttando solo inizialmente il successo della precedente riuscisse poi a spiccare il volo e a rendersi protagonista di una fama tutta individuale. Le firme di Gilligan e di Gould sono chiare ed evidenti nel momento in cui si inizia a notare la cura dei dettagli, che nel corso delle stagioni hanno pian piano mostrato ‒ ma che in realtà stanno ancora mostrando ‒ la trasformazione di Jimmy in Saul, il cambiamento di Kim e l’arrivo e lo sviluppo delle complesse situazioni che coinvolgono i tanti villain interessanti della storia.
Ecco dunque che classificare le stagioni di Better Call Saul si rivela un’impresa non da poco. Tuttavia, anche nella sua perfezione innegabile, se poniamo una lente di ingrandimento su tutta la narrazione, si individuano alcuni avvenimenti che hanno reso alcune stagioni migliori di altre permettendo a noi di realizzare questa difficile classifica.
5) Prima stagione
La scelta di collocare la prima stagione di Better Call Saul in quinta posizione non implica il fallimento. È l’inizio di un viaggio di cui già conosciamo la fine e che, proprio per questo, possiamo vivere con più tranquillità assaporando ogni momento. La prima stagione ci dà un assaggio dell’adrenalina e dello stupore che proveremo nelle stagioni successive e, dettaglio dopo dettaglio, suscita la nostra curiosità nei confronti di un Saul ancora acerbo, che a tratti fa emergere restìo la sua vera indole di avvocato. Ma come si è detto, è tutto ancora un antipasto e, conoscendo il team dietro il progetto, sappiamo tutti benissimo che la portata principale verrà servita in grande stile.