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Jimmy McGill: la dismorfia del talento

Better Call Saul
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C’è una colpa che Jimmy McGill in Better Call Saul ha sempre sentito su di sé. Una colpa sbagliata, posticcia, dannosa. Questa colpa l’ha accompagnato per anni. Gli ha fatto rigettare per tanto tempo una parte irriducibile di se stesso. Un’essenza inestirpabile. C’era una dismorfia in Jimmy e ci sono volute intere stagioni perché il protagonista di Better Call Saul se ne liberasse.

Jimmy prima di essere Saul, anni luce prima di diventare Gene, era semplicemente Slippin’ Jimmy, un istrionico truffatore di strada. Un mago del raggiro. La truffa per lui non era soltanto un modo per tirare a campare, una soluzione di fortuna per ovviare a un destino avverso. No, Jimmy amava essere Slippin’ Jimmy e in fondo non ha mai smesso di amarlo.

Ma da quel momento, da quella gioia giovanile pura e ingenua la vita lo ha allontanato.

Prima la condanna penale per atti osceni, poi gli artificiosi sensi di colpa che lo hanno separato passo dopo passo da se stesso. Jimmy nelle prime stagioni di Better Call Saul ha provato a prendere le distanze da Slippin’ Jimmy. Ha provato a sentirsi in colpa e a diventare quello che gli altri volevano che fosse. Tutti non facevano altro che ripetergli di essere una persona migliore, di cambiare. Di mettere la testa a posto.

Better Call Saul
Jimmy prova a inserire la sua tazza nella berlina aziendale nella 2×02 di Better Call Saul ma non c’entra: quella vita non gli “calza”

E Jimmy c’ha provato. Eccome se c’ha provato. Ma quella vita da damerino, impeccabile avvocato ligio alle storture e convenzioni della legge non faceva per lui. E allora nella sua mente si è fatta largo un’idea malsana, un tarlo mentale pesante. Jimmy ha iniziato a pensare di essere sbagliato. La dismorfia del suo talento è tutta qui. Per anni ha vissuto convinto che il modello da imitare fosse il fratello. Che l’obiettivo e l’aspirazione massima dovesse essere diventare come il fratello, “Mettere la testa a posto”, “diventare una persona migliore”. Glie lo ripetevano continuamente. E lui ha finito per convincersene.

Ma in quelle vesti Jimmy proprio non ci stava. Quello che per anni lo aveva reso felice, un talento genuino, geniale, superiore anni luce al conformismo arido di un Howard Hamlin, ora era visto da tutti come un male. Anche da quelli che non glie lo dicevano apertamente. E Jimmy aveva finito per crederci. Aveva finito per sentirsi sbagliato. Fino a quel momento. Fino all’istante in cui il mondo di sensi di colpa artificiosi che aveva costruito è crollato come un castello di carta.

Il momento è la rivelazione della vera opinione che il fratello ha di lui nella 1×09 di Better Call Saul.

Quando Jimmy scopre che non ha ottenuto il posto alla HHM per colpa di Chuck capisce una cosa. Capisce che non serve a nulla adeguarsi ai modelli che gli altri hanno imposto. Non serve a nulla spaccarsi le ossa, fare gavetta, sorridere affabile in attesa del suo momento. Quel momento non arriverà perché per tutti, compreso suo fratello, è e sarà sempre Slippin’ Jimmy.

Better Call Saul
Chuck confessa a Jimmy di averne bloccato l’assunzione alla HHM nella 1×09 di Better Call Saul

Non è un caso che appena dopo la confessione di Chuck, Jimmy regredisca d’improvviso al suo stadio iniziale. Nell’episodio conclusivo della prima stagione di Better Call Saul Jimmy torna a Cicero, in Illinois. Torna da Marco. Torna a essere Slippin’ Jimmy. A riprendere possesso della sua essenza. Inizia qui, in questo preciso istante, il processo di superamento della sua dismorfia, dell’idea che il suo talento sia solo un male.

Jimmy sente di nuovo l’ebbrezza, la gioia del raggiro e trova, anzi ritrova, in Marco una persona diversa da tutte le altre. L’unico capace di vedere nell’amico il talento, senza accuse, senza affrettati giudizi morali. Marco pende letteralmente dalle labbra di Jimmy, incantato come un bambino dalle magie di un illusionista della truffa.

Marco vede il talento nudo e puro, vede il germe della genialità che porterà Jimmy a diventare Saul Goodman.

Il superamento della dismorfia di Jimmy ovviamente però non può limitarsi a una regressione. Non è più Slippin’ Jimmy, deve diventare qualcosa di nuovo, evolvere in qualcosa di più che un semplice delinquentello di periferia. Ora che padroneggia la legge, ora che sa come evitare quella condanna penale che aveva castrato il fu Slippin’ Jimmy, ora può costruire una nuova, più salda identità. Ora può diventare Saul Goodman. Addio, Jimmy McGill.

Better Call Saul
Marco guarda con ammirazione Jimmy nella 1×10 di Better Call Saul

Per questo non rimane con Marco. Per questo torna nel nuovo teatro di Albuquerque: per diventare qualcosa di nuovo, qualcosa di più. Adesso finalmente senza più legacci morali. Senza dismorfie che lo facciano apparire colpevole per il suo talento. Lo scambio di battute con Mike, a fine episodio, è la summa di questa nuova consapevolezza.

Jim: “Era un sogno forse o era vero che sulla mia scrivania c’erano un milione e seicento mila dollari in contanti? […] Non lo sapeva nessuno che eravamo riusciti a prenderli. […] Perché non lo abbiamo fatto, che cosa ce lo ha impedito?

Mike: “Se non sbaglio hai detto qualcosa che concerneva il ‘fare la cosa giusta”.

Jim: “Io lo so qual è la cosa che mi ha fermato e quella cosa non mi fermerà più”.

Better Call Saul, finale 1×10

Da questo momento Jimmy abbandona i sensi di colpa, l’idea di dover compiacere la morale degli altri e inizia a costruire se stesso.

O almeno una parte, autentica, innata, indistruttibile di sé. Quella che lo rende uno straordinario saltimbanco della Legge. Inizia a diventare Saul Goodman. Ma allora come dobbiamo leggere il finale, un ritorno alla sua dismorfia?

Mike
Jimmy parla con Mike nel finale della 1×10 di Better Call Saul

Apparentemente sembrerebbe di sì. Una lettura approssimativa potrebbe farci pensare che lo scrupolo morale che monta dentro Jimmy/Saul/Gene sia nient’altro che la conseguenza dell’idea che ha Kim di lui. Ma non è così. Se così fosse la sua confessione, la sua meravigliosa conversione non sarebbe altro che il riacutizzarsi di una malattia, non un processo di trasformazione finale.

Jimmy continua a essere Saul anche nel finale di Better Call Saul. Quella sua natura è inestirpabile. Ce ne rendiamo conto mentre viene portato via sul bus di carcerati, quando sorride compiaciuto mentre tutti inneggiano a gran voce Saul Goodman. Jimmy è e sarà sempre Saul. Ma nel finale lo è con un nuovo grado di consapevolezza.

L’amore di Kim ha realmente fatto nascere in lui una scrupolo che prima non c’era.

Jimmy sente davvero il peso delle sue colpe, la morte di Howard, il grigiore che è conseguenza di una vita dissoluta. Rivendica con orgoglio tutto ciò che ha fatto ma accetta anche che sia punito per questo. Perché sente che è giusto così. Perché finalmente, si rende conto che la vera dismorfia non è nel suo talento ma nell’uso che ha fatto di quel talento.

Saul Goodman
Jimmy si “trasforma” in Saul Goodman nella 4×10 di Better Call Saul

In ogni occasione avrebbe potuto sfruttare la sua abilità, il suo arrivare dove gli altri non arrivano, a fin di bene. Convogliare l’arte dell’arrangiarsi in qualcosa di buono. Ma non lo ha fatto. Ha scelto il potere, l’arrivismo, la voglia di primeggiare sugli altri secondo una logica hobbesiana del homo homini lupus. E si è perso irrimediabilmente conducendo nel baratro anche chi gli stava attorno. Prima Chuck (qui 10 motivi per non odiarlo), poi Howard, infine Kim.

Jimmy nel finale di Better Call Saul se ne rendo conto e decide di mettersi in croce per la salvezza sua e di Kim, per allontanare per sempre il grigiore di una vita senza più possibilità di esprimersi. Non si vede posticciamente sbagliato nel suo talento. Continua a riconoscere la grandezza di quel talento ma ha anche la rinnovata consapevolezza della colpa.

Sono sicuro che Saul continui a vivere anche dopo il finale di Better Call Saul.

Che continui a dare spettacolo di sé e del suo talento tra le mura della prigione, con carcerati e secondini. Ma che si esprima anche in qualcosa di nuovo, in una volontà di rimediare ai propri sbagli facendo qualcosa di buono. Mi piace immaginarli ancora una volta fianco a fianco, Jimmy e Kim, con i loro piani arzigogolati ed eccitanti, ritrovando l’intesa di un tempo, quell’affiatamento da Giselle e Viktor che li aveva legati irrimediabilmente.

Better Call Saul
Jimmy e Kim fianco a fianco nel finale di Better Call Saul

Mi piace immaginarli con i rispettivi talenti, intenti ora a convogliare le proprie forze nel disperato tentativo di espiare agli sbagli. Finalmente liberi di esprimersi, l’uno nell’arte dell’ottenere sempre ciò che vuole, l’altra nella sua incrollabile spinta morale. Entrambi lontani dall’immagine di chi li aveva convinti di essere solo un truffatore e una ordinaria avvocatessa. Entrambi lontani dalla dismorfia del loro talento.

Emanuele Di Eugenio