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Cosa abbiamo pensato dopo il finale della seconda stagione di Better Call Saul

Better Call Saul

4) Jimmy McGill è sempre più Saul Goodman

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Saul Goodman in Breaking Bad

La sopracitata confessione di Jimmy del suo reato non è altro che la punta di un iceberg perfettamente elaborato dallo script della serie (si vede perfettamente la mano di Vince Gilligan): la seconda stagione di Better Call Saul infatti rappresenta un’escalation di azioni che distolgono sempre più il buono e diligente Jimmy dal dovere per poter finalmente abbracciare la parte malvagia in lui da sempre presente, che noi abbiamo visto prendere vita con Saul Goodman in Breaking Bad. Per ora, tuttavia, il movente delle azioni illecite di Jimmy è sicuramente più nobile di quelli delle azioni compiute dall’avvocato di Walter White: l’elemento comune è quello della continua ricerca di una scorciatoia, il grande male che affligge Jimmy McGill, elemento pronto a degenerare nel totale crimine.

5) E adesso?

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Domanda più che lecita che ci siamo posti alla fine della puntata. Cosa ci aspetta adesso? Better Call Saul ha finora tracciato una strada molto accurata e preparatoria per eventi che sotto alcuni punti di vista potrebbero risultare imprevedibili, a dispetto del fatto che sappiamo che fine farà Saul Goodman (come ci ricordano gli inizi di molte puntate di questa serie).

Le strade più calde sono sicuramente quelle della degenerazione di Jimmy e tutto ciò che essa comporterà (soprattutto nei suoi rapporti con il fratello Chuck e l’amata Kim),  la figura di Mike in relazione ai Salamanca e il ruolo che Gus Fring potrebbe avere in questa vicenda. Non ci resta che attendere ancora un po’.

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