Era il 2015 e Breaking Bad ci aveva lasciato da due anni. Pensavamo che Vince Gilligan e Peter Gould ci avessero già detto tutto, invece ci propongono uno spin-off, per certi versi quasi migliore di Breaking Bad, di nome Better Call Saul.
Del suo protagonista, Saul Goodman, sapevamo poco. Un avvocato dalle maniere discutibili, amico dei narcos e con uno strano senso dell’umorismo. Ma che altro avremmo potuto aspettarci da un legale che somiglia a Kevin Costner, ha un look clownesco e un savoir-faire alla Chef Tony di Miracle Blade?
Per fortuna le aspettative di chi temeva un flop dal sapore nostalgico vengono spazzate via sin dai primi fotogrammi.
Aggiungendo un tocco più introspettivo e intimista, ce l’hanno fatta un’altra volta. E adesso siamo innamorati di un personaggio con il quale non possiamo che fraternizzare. Se non avete ancora guardato tutte e 5 le stagioni di Better Call Saul, vi invitiamo a non proseguire la lettura per evitare spoiler.
Il contrasto tra Jimmy McGill e Saul di Breaking Bad è subito evidente.
Nella prima puntata di Better Call Saul, come a ogni inizio di stagione, in un flash forward lo ritroviamo in fuga, invecchiato, calvo e spaventato. Comprensibile, dopo il caos in cui lo avevamo lasciato in Breaking Bad. Poi, con un balzo all’indietro, ritorniamo in un’ignara Albuquerque dove conosciamo per la prima volta James Morgan “Jimmy” McGill, un giovane avvocato d’ufficio ancora pieno di sogni e speranze.
Ora abbiamo tutti i tasselli, bisogna solo capire come metterli insieme.
Un Saul coloratissimo e sicuro di sé, un uomo spezzato in Nebraska e un Jimmy timido ma ottimista. Vince, hai tutta la nostra attenzione. Cosa è successo e come è finito a vestire (letteralmente) i panni di Saul Goodman? Nelle prime stagioni non facciamo solo la sua conoscenza, ma incontriamo anche Charles “Chuck” McGill Jr, il fratello polveroso e moralmente ineguagliabile, l’ingessato Howard Hamlin e Kim Wexler, la partner in crime per eccellenza. Personaggi che in un modo o nell’altro avranno un peso specifico nella sua evoluzione.
Contrariamente da quanto sembrava in Breaking Bad, il giovane Jimmy ha buone intenzioni: è un uomo ambizioso, instancabile e molto determinato. Ha sudato per laurearsi all’Università delle Isole Samoa (con somma gioia del fratellone) mentre lavorava come postino allo studio della HHM, di cui Chuck è co-titolare. Ma veniamo anche a conoscenza di quell’indole da mascalzoncello che lo accompagna sin da bambino e sin dalle prime truffe con l’amico Marco.
Eppure, nonostante le sue tendenze discutibili, Jimmy ha un cuore d’oro.
Non importa quanto Chuck sia ostile e profondamente deluso dai suoi comportamenti. Non importa che preferirebbe vederlo portare le lettere alle HHM piuttosto che fare l’avvocato. Jimmy è sempre al suo fianco, incondizionatamente, pronto a proteggerlo dai campi elettromagnetici.
James è già un ottimo avvocato e possiede quella parlantina da venditore incallito e quelle doti da problem solver instancabile, ma sono ancora qualità grezze. Crede troppo poco in se stesso e non ha capito bene come mettere a frutto le sue capacità. E come potrebbe! Chuck è sempre lì pronto ad affossarlo, sempre inorridito dalla sua inventiva che spesso lo porta a scegliere scorciatoie poco limpide.
Hero.
Saul Goodman entra in scena nella puntata 01×04 con l’imbroglio del Rolex. Ma è un figurante di passaggio, non è pronto a uscire allo scoperto. Jimmy sta facendo il possibile per entrare nelle grazie di Chuck che lo considera una piaga per l’avvocatura e la pecora nera della famiglia. Eppure lui ce la mette tutta e per portare a casa la vittoria inizia a prendere delle strade alternative: falsifica, truffa, mente. E Chuck amareggiato lo scopre sempre.
Quello che però infastidisce il vecchio McGill non è tanto la sua amoralità, quanto il fatto che le persone lo trovano adorabile. Jimmy è buono e piace a tutti, soprattutto agli anziani. Ma a trovarlo ancora più adorabile sono i criminali, che per qualche ragione si fidano di lui. Conosce Mike, i Salamanca e Nacho. In comune hanno l’ambizione, un’etica molto personale e tanta insofferenza per le regole.
Dalla seconda stagione in poi, le soluzioni “alternative” di Jimmy diventano più frequenti. Così come si intensifica la sua avversione per le regole da colletto bianco. Matura la voglia di mettersi in proprio per muoversi più agilmente tra le zone d’ombra. Tanto è chiaro che qualsiasi cosa faccia, Chuck non lo considererà mai alla sua altezza; anzi il risentimento nei confronti del fratello minore si sta trasformando in odio.
L’esplosione delle doti artistiche di Jimmy.
Forse non vorrebbe percorrere la strada dell’illegalità, ma in un modo o nell’altro ci si ritrova sempre in mezzo. Non ambisce ai soldi o al potere. Lui vuole sentirsi utile e apprezzato. Finalmente nella terza stagione riesce a coronare il suo sogno e apre lo studio insieme a Kim. Ma Chuck fa di tutto per rendergli la vita impossibile e minaccia persino di farlo radiare dall’albo: il suo fratellino non deve fare l’avvocato!
Forse Jimmy ha una visione personalistica della giustizia, ma Howard e Chuck non sono migliori di lui.
Jimmy viene sospeso. Si arrangia come può. E a un certo punto Saul rifà capolino in uno spot televisivo. I rapporti con la criminalità diventano più frequenti ma lui inizia a prenderci gusto. Parla la loro lingua, si sente compreso e finalmente qualcuno apprezza la sua inventiva. Il rapporto con Chuck è oramai irrecuperabile e lui è stanco di comportarsi da bravo fratellino.
Poi Chuck muore.
Siamo alla quarta stagione e dopo la morte del vecchio McGill, Jimmy è a pezzi per i sensi di colpa. Howard incalza: la lettera di Chuck, nonostante sia piena di belle parole, lo ferisce ancora di più. Il sogno della Wexler-McGill va in frantumi.
La scelta.
Arriva l’udienza per l’abilitazione. Jimmy ha la lettera di Chuck da usare come esci di prigione. Ma lui è onesto e non userebbe mai la carta del parente defunto. Jimmy forse no, ma Saul sì. La messa in scena convince tutti: è di nuovo avvocato. Stavolta ha fatto tutto nel suo stile e non prova più rimorso. Ora può diventare la persona che Chuck ha sempre osteggiato. Adesso finalmente It’s all good, man! e Soul prende il sopravvento. E Kim, stranamente, è al suo fianco.
Tutto il risentimento, la frustrazione e il bisogno di approvazione vengono spazzati via. Saul è sempre stato in Jimmy, solo che adesso è libero di uscire allo scoperto. Anzi lo proclama a gran voce stravolgendo perfino il suo guardaroba. Ora è sicuro di sé. Chissà cosa sarebbe potuto diventare se Chuck non lo avesse osteggiato tanto?
Breaking Saul.
Nella quinta stagione, Jimmy abbraccia l’illegalità ed è fiero di ricorrere alle soluzioni alternative che lo divertono tanto. Eppure sembra più un breaking good che un breaking bad. Soul non è altro che l’estremizzazione di tutto quello che suo fratello gli ha proibito di essere. Non è diventato cattivo e i suoi scopi non sono mai malvagi. Si arrangia come può, ma alla fine le sue azioni lo portano sempre con l’acqua alla gola.
Forse ha scelto inconsciamente di stare dalla parte dei criminali e dei rifiuti della società perché si sente più simile a loro che a quelli che non lo hanno mai accettato. Chuck lo ha convinto che non è degno di rappresentare la Legge e quindi adesso, proprio grazie alle sue “discutibili” abilità legali, può sia affermare se stesso che aiutare coloro che lo apprezzano. Ha visto che la Legge raramente è uguale per tutti. Non gli resta che accettare la sua naturale tendenza a piegarla a favore di qualcuno che, come lui, non ha più seconde occasioni.
Jimmy è buono e altruista ma è stato calpestato troppe volte dall’unica persona che avrebbe dovuto amarlo. Nella quinta stagione è di nuovo nei guai, ma adesso se ne frega e sollevato lancia nel vuoto bottiglie di birra insieme a Kim.