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Perché siamo tutti silenziosamente innamorati di Kim Wexler

Better Call Saul
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L’estate è definitivamente finita e ha portato via con sé la quarta stagione di Better Call Saul, sorella minore di Breaking Bad ma altrettanto geniale. Negli ultimi minuti della serie abbiamo lasciato un Jimmy McGill trionfante nell’atrio del tribunale, pronto a tornare a fare l’avvocato usando però uno pseudonimo. Sembra che Saul Goodman, sempre esistito in Jimmy, abbia trovato il coraggio di emergere senza limiti e senza vergogna. Saul è la parte di Jimmy che prende le scorciatoie, che interpreta la legge a suo favore, che per una volta vuole vincere. Ma se James McGill non è più quello di una volta, cosa ne sarà di Kim Wexler, la donna che l’ha sempre sostenuto?

Ci sarà ancora spazio nella vita di Saul per Kim? E lei vorrà ancora esserci per lui, nonostante tutto?

In Better Call Saul la storia si sviluppa su due binari paralleli e come sappiamo due rette parallele prima o poi si incontreranno. Questo incontro avviene in Breaking Bad, nel momento in cui gli occhi di Walter White incontrano quelli di Gustavo Fring. Nella serie prequel abbiamo da una parte lo sviluppo delle vicende legate alla droga e al cartello messicano, dall’altro l’evoluzione – o involuzione? – dell’uomo James McGill. Ogni serie tv, però, è molto di più della sua trama. Quello che fa la differenza è la qualità dei personaggi, il loro spessore. Questi sono gli ingredienti base di un prodotto televisivo, o almeno si spera. Una serie tv è grande quando anche i personaggi secondari, e perché no anche solo le comparse, hanno qualcosa da dire. Sono importanti.

E Kim Wexler è fondamentale per questa storia.

Un’analisi più dettagliata del personaggio non può che essere utile a capire Better Call Saul. Perché nonostante Jimmy sia geniale, molte situazioni in cui si è cacciato si sono risolte solo grazie all’intervento della compagna. Kim è stata spesso il deus ex machina della serie, che con la sua conoscenza della legge e la sua determinazione ha salvato Jim da alcuni fallimenti clamorosi. Anche se spesso non approvava i metodi dell’uomo, lei si è sempre fatta in quattro per proteggerlo e, quando non poteva evitare che si mettesse nei guai, aiutarlo.

Better Call Saul

Noi tutti amiamo Kim Wexler perché è una donna comune. In Better Call Saul è la persona normale tra persone eccezionali (ed eccezionali non è un complimento).

In Better Call Saul ci sono spie che lavorano al soldo di malavitosi, pazzi scatenati che non si fanno scrupoli a uccidere persone innocenti, addirittura abbiamo un protagonista che ha idee talmente bislacche che sembra se le sogni la notte. Kim incarna la normalità, non è una macchietta usata per rappresentare uno stereotipo. Non è la donna in carriera indipendente e forte che odia gli uomini, li ritiene inferiori e non si sporca le mani per loro. Non guarda Jimmy dall’alto dei suoi tacchi. È la donna in carriera, indipendente e forte che ama un uomo e si fa in quattro per lui nonostante le scarpe scomode. Perché nella vita reale capita di innamorarsi di persone diverse da sé, che forse sono inadatte a noi e che tirano fuori parti della nostra personalità che non credevamo di avere.

Però ci proviamo a essere come vogliono loro, anche se non ce lo chiedono. E Kim ci prova quando diventa Giselle, quando ottiene il lavoro per Mesa Verde sfruttando una scorrettezza fatta da Jimmy, quando pianifica una rete di bugie molto più grande di lei per salvare Huel e James McGill. Kim si è divertita a essere la piccola truffatrice che ruba ai ricchi per dare ai poveri, non ha sofferto così tanto a scambiare le planimetrie per ottenere un vantaggio per i suoi clienti. Però questo aspetto è solo una parte di lei, una piccola parte che di tanto in tanto vuole uscire fuori per ricordare al mondo che esiste. Ma lei è molto di più: l’onestà è la dote che la contraddistingue.

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Kim e Jimmy sono come due pezzi di un puzzle, lo yin e lo yang. Sono complementari. Lei è il bianco, l’incorruttibilità, che ha in sé un po’ di oscurità. Jimmy è il nero, il discutibile, che però contiene anche del bianco.

Perché come detto prima le persone vere sono sfaccettate. In linea con il pensiero di Walt Withman: sono vasto, contengo moltitudini. La cosa da definire è quale moltitudine far prevalere. Il neonato Saul Goodman ha fatto la sua scelta zompettando felice verso un nuovo brillante futuro. Quale sarà quella di una Kim Wexler lasciata nell’atrio del tribunale come una sposa abbandonata all’altare?

Fino a questo momento Kim è stata l’anti Skyler White. Dove con Skyler c’erano urla e litigi, con Kim c’è un silenzio comprensivo. Skyler era risentimento e recriminazione, Kim è amore, accettazione e indulgenza. La donna cerca di sostenere Jimmy e le sue decisioni, si mette nei suoi panni e quando non riesce a capire le sue scelte gli lascia spazio. Non è invadente e non vuole plasmarlo o cambiarlo per facilitarsi la vita. Lo ama così come è… o come pensava che fosse. Dopo il litigio sul tetto del tribunale forse abbiamo visto un po’ di Skyler in Kim Wexler. La donna, forse per la prima volta, urla contro Jimmy, stufa delle sue scempiaggini, del suo piangersi addosso.

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Quando Jimmy ha finalmente parlato di Chuck, del loro rapporto e dei suoi sentimenti per lui, Kim ha di certo tirato un sospiro di sollievo tra le lacrime. In fondo Jimmy era sempre lo stesso uomo buono, forse un po’ originale ma niente di troppo grave. E invece.

Un cuore si può spezzare, viene rattoppato, continua a pompare sangue giorno dopo giorno. Ma non è più come prima, non lo sarà mai.

Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro: Saul Goodman ha bisogno di qualcuno al suo fianco o non può permettersi debolezze? E Kim sarà disposta a mettere da parte la sua integrità per rimanere con lui? È difficile lasciare una persona che si ama ma a un certo punto, come quando si è parte di una relazione malsana, uno dei due – di solito il più saggio – deve mettere la parola fine alla storia. Deve essere maturo abbastanza per entrambi, prendere una decisione sofferta per smettere di ferirsi a vicenda.

Kim Wexler non è una tipa arrendevole, ma la sua forza sta anche nel riconoscere una causa persa. Non si può sempre aiutare tutti, soprattutto quando parliamo di una persona che non vuole essere salvata. È più importante salvare se stessi.

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