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Tutti dicono che Better Call Saul abbia esaurito la sua storia. Ma nessuno pensa a Lalo?

Better Call Saul
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Giunti alla quarta stagione di Better Call Saul è idea piuttosto diffusa che la serie abbia ormai esaurito la sua storia. L’evoluzione del protagonista è giunta al suo completamento: Jimmy McGill ha abbandonato le scene per far spazio a Saul Goodman, pertanto la serie potrebbe non avere più molto da raccontare. Inoltre Better Call Saul sembra aver raggiunto il punto di massima convergenza con Breaking Bad, quindi è lecito ritenere che portarla per le lunghe possa sembrare una forzatura. Tuttavia, analizzando nuovi elementi, è altrettanto possibile pensare che qualcosa stia sfuggendo a molti. Sicuramente Better Call Saul è incentrata prima di tutto sulla figura di Jimmy McGill/Saul Goodman, tuttavia raccontare la sua storia non è l’unico obiettivo della serie.

Lo show punta a delineare un contesto molto più ampio che definisca contorni mai approfonditi in Breaking Bad. E considerando ciò, allora no, lo spin-off non ha ancora esaurito la sua storia.

Anzi, potremmo azzardare la presunzione che il bello debba ancora arrivare. E quel “bello” di cui stiamo parlando è stato introdotto proprio verso la fine della quarta stagione con l’entrata in scena di quello che sarà sicuramente uno dei personaggi chiave della quinta: Eduardo Salamanca. Ma potete chiamarlo Lalo.

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Nipote di Hector Salamanca (ma quanti fratelli ha quest’uomo?), dopo “l’incidente” di cui questi è stato vittima, Lalo è il responsabile designato dai Salamanca alla supervisione gli affari di famiglia ad Albuquerque. Il suo arrivo porta una ventata di novità in questa stagione di Better Call Saul, e non solo.

Lalo è senza dubbio il più interessante degli easter egg che Vince Gilligan avrebbe potuto riservarci.

Vi ricordate la 2×08 di Breaking Bad chiamata proprio “Better Call Saul”? Quando Walter e Jesse “rapiscono” Saul Goodman questi, bendato, farfuglia confusamente qualcosa mentre viene trascinato nel deserto.

“No, no, no, no, no, no, no it wasn’t me, it was Ignacio, He’s the one. Siempre soy amigo, siempre siempre soy amigo del Cartel.
Lalo didn’t send you? No Lalo?
Oh Thank you God!”

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E così dopo quasi dieci anni sappiamo non solo che l’Ignacio mezionato in quella frase è quasi sicuramente Nacho Varga, ma soprattutto sappiamo finalmente chi è il Lalo che tanto terrorizzava Saul. Considerando il triste epilogo della sua vita viene quasi da sorridere a pensare come in quel momento si sentisse sollevato che a rapirlo fosse “solo” uno sconosciuto cuoco di metanfetamina. Il nesso tra questa scena di Breaking Bad e l’introduzione di Lalo a fine stagione ci fa intuire che c’è ancora molto da sapere delle (dis)avventure di Saul Goodman.

È chiaro che Better Call Saul e Breaking Bad non sono ancora giunte al punto di massima convergenza. Ed è inoltre evidente che Lalo rivestirà un ruolo centrale negli sviluppi che porteranno le due linee narrative a incrociarsi.

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E noi non potremmo esserne più felici! Infatti pur avendone avuto solo un piccolo assaggio, la figura di Lalo ci esalta in modo incredibile! Il suo approccio carismatico non solo ci ha conquistati, ma ci porta a credere che Lalo sia destinato a rendere la prossima stagione di Better Call Saul davvero entusiasmante. Lo abbiamo intuito nel momento stesso in cui il personaggio fa la sua fenomenale entrata in scena. Nel ristorante messicano in cui i narcotrafficanti battono cassa, Nacho trova un Crazy-8 fermo, in attesa di ordini, e un perplesso ristoratore letteralmente cacciato dalla sua stessa cucina. Nacho va nel retro bottega aspettandosi probabilmente di trovare un minaccioso Salamanca, pazzo almeno quanto il resto della sua famiglia. E invece no. Trova Lalo, intento a cucinare a ritmo di salsa, che si presenta a lui in modo tanto entusiastico quanto cortese, offrendogli del cibo. Una presentazione che non manca di sottile ironia:

“Te vàs a morìr!”

Gli dice Lalo porgendogli il piatto. Un’espressione che in spagnolo viene utilizzata per dire “lo adorerai”, ma letteralmente significa “morirai presto”. Considerando cognome e occupazione del soggetto comprendiamo benissimo perché Nacho abbia optato per il digiuno. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Tuttavia Lalo ci conquista perché ha l’aria di essere un mattatore delle situazioni colmo di carisma e spirito. Ma semplificarla in questi termini sarebbe riduttivo.

Lalo è soprattutto un uomo intelligente, che ha capito che non sempre il terrore e le pistole giovano agli affari. Lui preferisce gestirli con un’arma alternativa: la cordiale diplomazia.

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Osservandolo con maggiore attenzione notiamo infatti che Lalo riesce sempre a ottenere ciò che vuole – che sia anche un semplice confronto – dando alle persone ciò che desiderano. Lui accontenta dei bisogni. Si presenta a Nacho offrendogli del cibo cucinato da lui. Si pone a Gus Fring la prima volta nelle vesti di cliente soddisfatto, nei fatti destabilizzandolo come (forse) nessuno era riuscito a fare prima. I suoi modi e il sorriso sempre stampato sulla faccia ci fanno quasi dimenticare la sua natura di sanguinario narcotrafficante. Natura che l’affabilità non può certo coprire a lungo e che infatti viene fuori prepotentemente poche puntate dopo. Ne sa qualcosa il povero commesso dell’agenzia di viaggi. In quella puntata più di tutte capiamo che Lalo è tanto affabile e controllato quanto spietato e tenace.

È chiaro che debbano esserci davvero poche cose in grado di fermarlo, di certo non le sbarre dei parcheggi.

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E Nacho capisce che non sarà poi tanto “come se lui non ci fosse”, come gli disse proprio Lalo durante il loro primo incontro al ristorante.
Alla luce di tutto ciò, noi fan non possiamo far altro che aspettare con ansia gli eventi che nella prossima stagione di Better Call Saul ci spiegheranno meglio il suo ruolo. Non vediamo l’ora di sapere qual è il guaio combinato da Saul Goodman che lo portò nervosamente a scaricare le colpe sul povero Nacho durante il rapimento in Breaking Bad. Che tipo di legami o accordi si verranno a creare col Cartello. Quanto il più smart dei Salamanca riuscirà a ottenere utilizzando il bastone e la carota. Di qualunque sviluppo si tratti, il nostro Lalo ci rende propensi a immaginare qualcosa di esplosivo a cui non vediamo l’ora di assistere!

Stay tuned, stay Lalo.

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