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Il rischio di innamorarsi di Lalo Salamanca

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Il seguente articolo contiene spoiler su Better Call Saul

Non è mai bello andare controcorrente rispetto alla massa. Può essere stimolante, ma gli sguardi che le altre persone ti rivolgono mettono soggezione. Hai quella stessa sensazione di blocco allo stomaco come quando a scuola alzavi la mano per dire la tua su un argomento e tutta la classe si girava per giudicarti. Questo non rendeva il tuo intervento sbagliato, eppure minava le tue certezze. In quel momento le opzioni erano due: prendere la strada sicura e fare finta di niente o rischiare il tutto per tutto e sostenere il tuo pensiero.

Ci siamo sentiti un po’ così dopo il finale di questa prima parte di stagione di Better Call Saul. In balia di un mix di emozioni come solo Vince Gilligan sa farci sentire, sballottati a destra e sinistra dall’ennesimo cambio di prospettiva e dal successivo colpo di scena. Paura, stupore, sofferenza, tristezza, pena, interesse, colpa: quando una sembrava farsi da parte subentrava la successiva, senza un attimo di riposo. Eppure tra tutte queste sensazioni provavamo qualcosa di strano, un gorgoglio di fondo distaccato da tutte le altre. Non era rivolto a Kim, non era rivolto a Saul, non era rivolto ad Howard: era rivolto a Lalo e non era qualcosa di positivo.

Spieghiamoci meglio

Better Call Saul

Lalo Salamanca è un personaggio straordinario: l’ennesima aggiunta all’universo narrativo di Albuquerque che ha mantenuto alto il livello di questo prodotto. Altro nipote del più famoso suonatore di campanelli Hector, si è dimostrato forse la mente più completa e risolutrice di tutta la famiglia. Se in Tuco potevamo trovare la follia incontrollata, nei cugini vedevamo il cinismo al suo estremo e in Hector il grandissimo senso di onore e disgusto per il prossimo, Lalo è un miscuglio di geni familiari che lo rendono un pericolo unico.

Carismatico come pochi nel mondo, con una mente in grado di giocarsela alla pari con i più grandi pianificatori di Better Call Saul e una determinazione senza eguali. Dalla sua apparizione e, soprattutto, dal finale della quinta stagione ci siamo resi conto di quanto Lalo Salamanca sia l’ostacolo ultimo in questa enorme storia. Ancora più di Gus Fring, ancora più di suo zio, ancora più di qualsiasi impedimento o blocco che i protagonisti hanno trovanto in Breaking Bad, Better Call Saul o El Camino.

Un uomo così imbattibile da apparire tropo perfetto

Ed è forse questo che dava così tanta forza a quel gorgoglio nominato prima: una sensazione di imperfezione di fronte allo scenario che tutti avevano trovato perfetto. Lalo Salamanca è amato dal pubblico, venerato nel suo carisma e portato sul palmo della mano anche da Gilligan stesso, un trattamento che ha creato un grosso problema. Con lui siamo di fronte a un bivio e nessuna delle due strade sembra seriamente percorribile. Se come supponiamo Better Call Saul andrà a chiudere le ultime storie dell’universo di Albuquerque con questa sesta stagione, lo stesso Lalo dovrà avere una sua fine; ma quali sono ad oggi le possibilità per il personaggio?

Noi le abbiamo suddivise in due banalissime parti: Lalo Salamanca può morire o può rimanere in vita, e nessuna sembra soddisfarci a pieno. Per come è stato scritto, con un animo quasi rispettabile nel risparmiare Margarethe Ziegler dopo il suo viaggio a Berlino, i fan si sono letteralmente innamorati di lui. Siamo di fronte a un personaggio probabilmente ancora più amato di Gus Fring e decisamente più crudele. Una sua morte non risulterebbe mai appagante per lo spettatore come lo sono state quelle di altri personaggi: il suo charme ha strabordato dai limiti e la scrittura di Gilligan ha permesso che si prendesse tutto lo spazio voluto. Se questo doveva veramente rappresentare il nemico ultimo di Better Call Saul, quello la cui morte avrebbe cambiato la storia, non pensiamo sarebbe dovuto esser scritto con così tante possibilità di venir amato dai fan.

D’altro canto, lasciarlo in vita non può essere un’opzione

In un modo o nell’altro, ogni figura negativa in Breaking Bad o Better Call Saul ci ha lasciato le penne. La storia non è atta a valorizzare i buoni, ma Vince Gilligan ha sempre dimostrato come i peggiori individui andranno sempre in contro alla morte; e questo dovrebbe valere anche e soprattutto per Lalo. Se persone come Gus Fring, Hector Salamanca, Chuck McGill e Howard Hamlin non sono sopravvissuti, che lo faccia Lalo è semplicemente impensabile. Forse potrebbe sopravvivere al prequel, andando incontro alla sua fine durante le scene ambientate nel futuro, ma la fine deve arrivare anche per l’ultimo dei Salamanca.

Siamo quindi di fronte a un impasse dove narrativamente Lalo è troppo crudele per sopravvivere, ma fin troppo amato perché gli spettatori trovino la giusta soddisfazione nella sua morte. Come si esce da questa situazione? Beh, la risposta più semplice non sarà così soddisfacente: possiamo solo sperare nella mente che c’è dietro tutto questo. Se oggi ci troviamo a fare una minuscola critica a Lalo Salamanca, è solo grazie agli standard irraggiungibili che Gilligan ha mantenuto per tutta la sua storia. Non siamo qui per dire che il bivio dinnanzi a noi sia impossibile da superare, quanto più che non siamo ancora in grado di concepire come farlo. Dovremo attendere ancora un po’ per sederci di fronte alla seconda parte di quest’ultima stagione e tirare le somme.

Nella speranza di venire smentiti, con tutto il cuore

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Quello di oggi è un figurato guanto di sfida ad una delle menti più brillanti del mondo delle serie tv: una richiesta di superarsi ancora una volta e lasciarci senza fiato anche per il canto del cigno di questo prodotto. Se è vero che questo senso di amore per Lalo Salamanca ci ha portati in una situazione di difficoltà, non possiamo negare di esserci arrivati per merito dell’ennesimo capolavoro fatto personaggio di questa storia. In un episodio atto a mostrarci una prospettiva diversa, atto a farci sentire in colpa per qualcosa sul quale non ci eravamo mai soffermati, è successo molto di più.

Non solo vediamo Kim e Saul ancora di più in ombra dopo il discorso e la fine di Howard: il loro piano è stato meschino, esagerato e completamente fuori da ogni logica. Hanno deciso di mettere in atto la regola dell’occhio per occhio passando da un’accecamento a un metaforico omicidio. Non solo ci sentiamo male per Hamlin, avendo scoperto il suo punto di vista e vedendolo sempre più nei toni del grigio rispetto al ruolo da cattivo e basta che gli avevamo affibbiato fino ad adesso. Ne abbiamo scoperto debolezze e fragilità, scoprendo la vita misera di un uomo caduto dentro una tempesta decisamente fuori scala per il vento che aveva seminato.

Mentre quei personaggi mettevano in scena l’ennesimo cambio di prospettiva durante l’episodio e la scena finale, le nostre sensazioni su Lalo Salamanca si muovevano nel silenzio, sbucando dal fondo della stanza esattamente come lui. In un parallelismo che rappresenta l’ennesima chiave di lettura possibile di quella scena, l’uccisione di Howard Hamlin è stato un modo per lasciare spazio nel nostro corpo ai sentimenti e ragionamenti su un sempre più presente Lalo Salamanca. Il tutto in poderoso e rigoroso silenzio, proprio come Lalo ci ha abituati.

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