5) Con quei capelli mi pari Claudio Lippi
Parliamoci onestamente. Se non è un parrucchino ci si avvicina molto. Per fortuna hai deciso di abbandonare negli anni quella orribile permanente. Davvero impresentabile. Ma approfondiremo ulteriormente il discorso sul tuo vestiario anche nel punto 7, non temere. Abbiamo tutto il tempo e lo spazio per dilungarci. Ma quest’acconciatura tutta impettita sembra proprio rispecchiare la tua immensa e insopportabile pignoleria. Quella tua incapacità di risultare flessibile e comprensivo. No, per te non esiste altro che colpa e punizione. Non c’è redenzione, né perdono gratuito. Molto triste una vita così, non è vero, Chuck?
6) Smettila di fare il falso invalido
È inutile che continui a ripetere di avere un’ipersensibilità all’elettricità. Ormai non ci crede più nessuno. Il tuo problema è solo mentale. Era inevitabile che prima o poi tutte le tue nevrosi sfociassero in questa malattia mentale. Sei malato? Sì, ma nasce tutto da te. Dalla tua gelosia e dalla rabbia. Dalla solitudine e dalla pochezza di sentimenti. Sei tu il colpevole solo e unico della tua malattia. Non meriti compassione. Jim ti è stato sempre accanto e tu lo hai dato per scontato e non lo hai mai realmente apprezzato. Non ti sei reso conto di quello che ha fatto per te e del bene che ti vuole. O forse non te ne sei voluto accorgere. Perché così ti viene più facile colpevolizzarlo per i suoi errori.