Certi personaggi sono destinati a ergersi come pilastri della mitologia della storia in cui vengono collocati. Breaking Bad è l’epopea meravigliosa, evocativa e sublime nata dalla geniale (seppure è riduttivo definirla così) mente di Vince Gilligan. Il creatore della Serie Tv più iconica della storia ha sempre fatto della minuziosità il suo vanto principale. Ogni singolo dettaglio, ogni scelta, ciascuna trovata, sono sempre state trattate con i guanti di velluto in modo tale da creare un capolavoro inarrivabile. Bisogna soffermarsi sempre sull’influenza che ogni variabile assume sul risultato finale. Ed in questo Gilligan è un maestro. Troppo facile lasciarsi contagiare dalla suggestione evocativa che un ritorno può causare. Troppo semplice cadere nella trappola che una necessità di marketing può innescare. La scelta di fare uno spin-off piuttosto che un altro deve essere caratterizzata da severi vincoli. Il ritorno di Gustavo Fring, in un contesto antecedente a quello che lo ha collocato nella storia della serialità, non era un’opzione così scontata.
Ma soprattutto non è una faccenda da non prendere con le pinze o senza la massima cautela.
Si parte dallo spot creato ad hoc e lanciato sul web come un meteorite incandescente. Questa trovata diabolica ha letteralmente infuocato il fandom, già in fervente attesa di suo. Pochi istanti di Gustavo che hanno fatto salire l’hype per la terza stagione a livelli esorbitanti (ve ne parlammo qui).
In seguito la fatale conferma e la smentita dell’ipotesi cameo. Gilligan ci disse che Gustavo Fring avrebbe avuto un ruolo determinante ai fini della trama. Non una singola – ma ugualmente suggestiva – apparizione, ma una vero e proprio peso nella storia. Da quel momento in poi non si è più parlato di attesa per Better Call Saul 3 ma di “Countdown per Gus“.
Ed è questo il potere di un personaggio così iconico. È questa la magia che lega un fan alla Serie Tv. Individui come Gustavo, Walter, Jesse, Mike e Saul hanno un appeal maledetto ed empatico senza eguali.
Fattore che rende Breaking Bad un vero e proprio macigno nella vita di ciascuno spettatore. La morsa allo stomaco che un annuncio di tale portata ha generato va sicuramente a collocarsi tra le attese più snervanti dell’intera storia della televisione.
Finito il conto alla rovescia il mondo intero si è chiesto come avrebbe esordito Gus. E non è un caso che tale irruzione sia stata collocata in una delle, poche, puntate nella cui cabina di regia si trova proprio Gilligan. E la gestione degli attimi antecedenti a quella visione è stata a dir poco magistrale. Il crescendo di tensione, abbinata al cronometro che scorreva inesorabile, è uno dei marchi di fabbrica del Maestro. L’ansia mista allo sgomento sale vertiginosamente in un vortice di emozioni contrastanti che guidano Mike verso l’incontro che gli cambierà la vita. Come un padre che prepara il battesimo del suo primogenito, Gilligan si prende tutto il tempo necessario. Ogni cosa deve essere perfetta e niente deve essere lasciato al caso.
L’apparizione di Gus DEVE essere speciale, DEVE essere unica, DEVE fungere da collegamento definitivo tra Breaking Bad e Better Call Saul. DEVE spaccare tutto!
Fin dall’inizio della puntata l’alone di Gustavo Fring aleggia incombente sulla scena. Già alla visione del foglietto sul parabrezza riportante quelle due emblematiche parole: “Non farlo!” (elemento che non può non stuzzicare vecchi ricordi). È da lì che parte il sentiero di briciole di pane che porta direttamente alle porte del Los Pollos Hermanos di Albuquerque. Dove l’iconica Volvo station wagon è immobile e fiera nel parcheggio. Preannunciando l’imminente venuta.
È tutto incredibilmente speciale, è tutto meravigliosamente calcolato, è tutto così dannatamente Gilliganiano che vengono i brividi soltanto a parlarne. Questa spasmodica attesa sembra interminabile e culmina con il tanto bramato esordio.
Sfocata, silenziosa, distaccata, disinteressata e mostruosamente affascinante appare l’inconfondibile sagoma. Come al solito, intenta a mascherare il temibile segreto celato. Pochi secondi ci separano da lui.
Ma sembrano un’eternità…
“Posso esserle d’aiuto?“
È lui! Gustavo Fring è tornato! E Vince Gilligan ha fatto in modo di farci vivere questo nuovo esordio nella maniera più evocativa possibile. Un colpo di genio, una gestione magistrale! Destinata a restare per sempre impressa nelle nostre menti. Gilligan non ci ha soltanto restituito uno dei personaggi più amati della storia, ma ci ha regalato una vera e propria emozione!