Pensare a Jimmy McGill in Better Call Saul è collegarlo all’onestà è sicuramente un controsenso; tuttavia nessuno lo definirebbe un criminale, o una persona cattiva e spregevole come sarà Saul Goodman. Possiamo dire che l’avvocato è una persona fondamentalmente buona, ma che per fare i proprio interessi (o quelli di coloro che gli stanno a cuore) è disposto a fare spazio a metodi non ortodossi che a volte sfociano nell‘illegalità. Un po’ come alcuni nostri concittadini: non sono dei criminali in senso pieno, ma se possono aggirare le regole dimostrano un impegno inarrivabile. Per fortuna si parla di alcuni casi che non vanno generalizzati (neanche con la tanto usata espressione “italiano medio”) ma che compongono un pezzo del puzzle del nostro Paese. Ma torniamo al confronto.
Dunque McGill Jr., abbiamo sottolineato, seppur in una crescita esponenziale, è autore di azioni che non ci spaventano, non ci mettono a disagio, a volte ci fanno anche sorridere: riflettendoci però, spesso e volentieri oltrepassano la legalità e la serie prova a spiegarci questo comportamento come qualcosa di insito nell’animo del protagonista. Tra l’altro, il suo obiettivo è quello di fare qualsiasi cosa pur di ottenere il meglio per se stesso: non importa dunque la legalità o il danno nei confronti degli altri. Pensiamo dunque, nel caso italiano, all’evasore fiscale: non si capisce per quale motivo, rispetto agli altri paesi sviluppati nel mondo in cui questo reato ha una elevatissima gravità, in Italia c’è quasi un’assuefazione nel modo di considerarla. In fin dei conti, si direbbe, l’evasore come Jimmy non uccide nessuno, pensa solo a se stesso e ai propri interessi, e poco importa se ciò implica calpestare gli altri.
Si noti però che c’è un elemento fondamentale di differenziazione: l’applicazione. Jimmy McGill, come sottolinea il fratello maggiore Charles, è tutto tranne che pigro; infatti spesso per raggirare la legge percorre strade incredibilmente più lunghe (lampante il caso del cambio di di indirizzo per truffare il fratello), perchè nel suo modo di pensare l’illegalità è uno dei modi per raggiungere gli scopi prefissati. L’italiano truffaldino di cui parliamo non ha molta voglia di lavorare, cerca scorciatoie piuttosto: si pensi ad esempio ai ripetuti scandali dei tesserini fatti passare al tornello da altri colleghi per non andare a lavorare.
Ciò che condividono queste due figure è l’insita anima maliziosamente furba e, appunto, truffaldina. Sarebbe curioso sapere che effetto faccia un personaggio simile ad uno spettatore americano, che ovviamente vive in un mondo diverso dal nostro. Ma chi delle due figure paragonate merita un’ancora di salvezza? Nessuna ovviamente: l’unica consolazione è che almeno Jimmy McGill (e Saul Goodman poi) non esiste.
Un saluto agli amici di Better Call Saul – Italia