“Sei come un fratello”. Ognuno di noi si è rivolto a qualcuno con questa espressione, almeno una volta nella vita. E l’ha fatto esprimendo con entusiasmo il legame profondo con quella persona. Dargli dell’amico non bastava, evidentemente. Un fratello è qualcosa di più.
Dopo aver guardato Better Call Saul, l’espressione gioiosa diventerà la più terribile delle minacce. La leggenda di Romolo e Remo, al confronto, non è altro che una favoletta per bambini innocenti. Il rapporto che lega il futuro Saul Goodman al fratello Chuck è il trionfo dei parenti serpenti. Anche se quei due si vogliono un bene dell’anima. Questo non ha senso, ma ha mille significati. Jimmy e Chuck McGill non potranno mai esistere, eppure li abbiamo capiti. Sono e non sono allo stesso tempo.
Il giorno e la notte. La notte e il giorno
Identificare il punto di rottura è più semplice che trovare quello d’origine, a meno che non si voglia ridurre un rapporto affettivo ad un legame di sangue. Il primo elemento è scontato, in fondo: Jimmy e Chuck sono il giorno e la notte. Hanno solo una laurea in comune, e nessuno provi a dirlo al maggiore dei due.
Il primo è un legale sempre al confine con la legge, il secondo è un avvocato di successo ancorato maniacalmente all’etica della professione che svolge. Il primo è disordine allo stato puro, il secondo è ordine anche a costo di pagarne le conseguenze. Il primo pensava di voler diventare come il secondo, mentre il secondo ha fatto di tutto per avere un fratello minore nel senso più ampio che l’espressione possa avere. Jimmy McGill è diventato Saul Goodman anche perché ha capito che Chuck McGill è una leggenda, e in ogni leggenda il distacco con la realtà è individuabile fino in fondo solo grazie allo scorrere degli anni. Un esempio, fino ad un certo punto. Uno spunto, certamente. Chuck è un uomo in carne e ossa, Chuck McGill è poco più di una fiaba. Oppure un incubo, a seconda dei punti di vista.
Se ci si fermasse a questa divisione dei ruoli, per molti versi stereotipata, si arriverebbe ad una conclusione altrettanto banale: Chuck è il giorno, Saul la notte. Niente di più sbagliato, perché il rapporto tra i due fratelli si bilancia e si controbilancia continuamente, disorientando e affascinando lo spettatore.
Jimmy è un fratello minore nella misura in cui non ha ancora capito fino in fondo chi sia, mentre Chuck lo è per il motivo opposto. Un rapporto tra un protagonista e la sua nemesi si può sviluppare anche in virtù dell’indispensabilità che l’uno ha per l’altro, incontrando sulla strada tanti, troppi ostacoli. Degli ostacoli necessari per vedere la luce in fondo al tunnel dell’incertezza, nel caso di Jimmy. Ma non se si parla di Chuck. Per lui gli esami della vita sono finiti e il processo si è concluso con una vittoria schiacciante. Apparentemente.
Il fratello maggiore e il fratello minore. Il fratello minore e il fratello maggiore
Mettersi in discussione è l’unica strada percorribile se si vuole crescere. Jimmy, uno che di scivoloni se ne intende, l’ha fatto. Chuck, invece, no. Lui, agli occhi di se stesso e di chi non lo conosce fino in fondo, è la perfezione fatta a uomo. Un’entità eterea, quasi. Solo noi, spettatori onniscienti, sappiamo invece che il fratello maggiore avrebbe tanto da imparare dal fratello minore. Probabilmente non in ambito lavorativo, ma nel campo umano sì.
Jimmy, l’uomo che percorre la strada più lunga anche quando chiunque vive al confine con la legge per prendere una scorciatoia, è un delinquente dal cuore buono. Non rinnega mai la propria essenza, ma allo stesso tempo sa ammettere i propri sbagli e riesce a far convivere la tendenza agli scivoloni e un’anima protettiva che solo un fratello maggiore può avere. Anche quando è il fratello minore. Jimmy è empatico e sensibile mentre Chuck è invidioso per questo, nonostante tutto.
Questo innesca un meccanismo competitivo nel quale il fratello maggiore ricerca il bene del fratellino nella misura in cui il secondo percorre la strada tracciata per lui dal primo. Se così non è, e Jimmy ha una personalità troppo forte per farlo, si arriva ad un punto di rottura. Non si può vivere per sempre uniti negli affetti e in contrasto nel lavoro, d’altronde. Pur essendone cosciente, Chuck non ammetterà mai che Jimmy sia un buon avvocato, perché non accetterà mai che i metodi discutibili del fratello possano risultare vincenti. Chuck, l’uomo che pensa di aver capito tutto della vita, non imparerà niente da Jimmy. Jimmy, al contrario, si plasmerà nel Saul Goodman che abbiamo imparato ad apprezzare in Breaking Bad, grazie alla probabile cancellazione dall’albo degli avvocati che seguirà agli ultimi sviluppi della 2×10. Jimmy romperà definitivamente con Chuck e ne uscirà più forte e consapevole della propria natura. Chuck resterà solo, Saul Goodman avrà una nuova vita da costruire. Ci sarà un pentimento? Lo scopriremo solo nella terza stagione, ma una cosa è certa: ordine e disordine, nel loro caso, non possono convivere.
I due fratelli, uniti da un vincolo di sangue, si separeranno nella vita dopo essersi voluti bene e amati sinceramente pur essendo il giorno e la notte. Questa storia ha troppe sfumature e punti di non ritorno per avere un senso definito, ma si possono cogliere i mille significati che entrano in contrasto tra loro. Apprezzarli, e capire che un fratello maggiore può essere un fratello minore e viceversa. Il giorno può essere la notte e viceversa. Jimmy può essere più forte di Chuck e viceversa. Sono e saranno sempre due fratelli a prescindere da quello che sentono di essere. Per fortuna e purtroppo. Alla faccia delle promesse e delle minacce.
Antonio Casu