Nel vasto, complesso e variegato universo di Better Call Saul e di Breaking Bad, Mike Ehrmantraut rappresenta uno dei personaggi più interessanti. Quello che abbiamo visto in Breaking Bad era un Mike molto avvolto nel mistero, apparentemente spietato killer ma in realtà una persona con dei precisi valori ed esperienze, acquisiti nel tempo; Better Call Saul ci mostra l’acquisizione di alcuni di tutto ciò, rendendo evidente che Mike è diventata la persona conosciuta in Breaking Bad a causa di precisi eventi che hanno segnato la sua vita.
La prima, fondamentale tappa che va affrontata tocca forse l’aspetto più importante in assoluto: la storia di suo figlio. Mike, come è noto, è un ex poliziotto corrotto, da anni fuori servizio; anche suo figlio è un poliziotto ma, a differenza del padre, decide di mantenere una via retta e di rimanere estraniato dalla corruzione della polizia da cui è circondato. Proprio a causa di ciò, verrà assassinato da due colleghi, che insabbieranno tutto continuando la propria vita. Ma Mike scopre la verità e una sera, fingendosi ubriaco, riesce ad avvicinarli e ad ucciderli a sangue freddo, dopo che i due avevano provato ad assassinarlo. Uccidere qualcuno non è qualcosa che possono fare tutti: ad ogni modo, farlo ti cambia. In particolare, questo assassinio per vendetta comprende rabbia, rancore, tristezza: Mike comunque non riavrà suo figlio, ed è comunque caduto nella trappola della giustizia privata. È dalla morte del figlio che ovviamente il suo ruolo diviene fondamentale nella vita della nuora e della nipotina (che abbiamo visto anche in Breaking Bad), aspetto del personaggio che serve ad addolcire e complicare la sua essenza, divisa in questa dicotomia tra bene e male.
Altro determinante evento che ha avvicinato Mike a diventare quello ammirato in Breaking Bad è il suo “incontro” con la famiglia Salamanca: con Tuco prima, con Hector e i due cugini di Tuco dopo. Il confronto con una delle famiglie messicane più pericolose viene retto egregiamente dall’ex poliziotto: il contatto avviene attraverso Emilio, che trama contro i Salamanca e vuole che Tuco vada in galera; evento che si verifica e porta Hector, ancora in piedi e parlante, a minacciare Mike che non solo riesce a sopravvivere alla minaccia, ma decide di reagire e di uccidere proprio Hector. Ma, al momento decisivo in cui deve premere il grilletto nascosto tra gli arbusti, si rende conto che sulla sua macchina qualcuno ha lasciato un biglietto con scritto “Don’t”, non farlo. Così Better Call Saul introduce (molto probabilmente) il personaggio di Gustavo Fring, terza tappa del viaggio di questo personaggio che lo condurrà dal suo futuro assassino: Walter White.
Attraverso Better Call Saul, si intuisce ben presto che Mike non è solo quel silenzioso sicario che esegue gli ordini senza fare domande, ma è un personaggio egregiamente scritto che ha un background di sentimenti ed eventi che lo hanno formato, sia nel bene che nel male. Ed è per questo che è uno dei personaggi più amati: non è banale, non è unicamente buono o cattivo ma ha tante sfaccettature, degne di un personaggio principale, come effettivamente è in Better Call Saul.