Fiducia e Fede, pur avendo significati profondamente diversi, derivano dalla stessa radice etimologica, il latino fides, che significa, tra le altre cose, credenza, convinzione. Entrambi i principi di fiducia e fede sono alla base dell’esistenza dell’individuo. La fiducia governa le relazioni tra gli esseri umani; la fede secondo alcuni ha anche un’altra radice, l’ebraico -rao che significa vedere. La fede, appunto, è riuscire a vedere qualcosa che gli altri non vedono. La fede è ciò che porta un meccanico, che vede Nacho Varga lavarsi nella sua officina, a porgli un asciugamano e una saponetta, senza temere per la propria incolumità.
Fiducia e Fede, pur essendo due concetti molto diversi, trovano la loro sintesi in un altro termine derivante etimologicamente da fides, ovvero lealtà. La lealtà si muove in quel campo ibrido a metà del guado. A differenza della fede è qualcosa di tangibile e terreno, ma al tempo stesso travalica la fiducia perché richiede una fides più ferrea, più impegnativa. Nacho Varga, membro di spicco del Cartello dei Salamanca, spia al soldo di Gustavo Fring, vive, agisce e muore secondo i più puri principi di lealtà.
Soltanto nel bene e mai nel male.
È importante fare questo distinguo, poiché la lealtà non ha soltanto accezioni positive. Si può essere leali anche alla propria organizzazione malavitosa di appartenenza, per fare un esempio spiccio. Nacho Varga, invece, non ci ha messo un cazzo a tradire il Cartello. E non ci avrebbe pensato nemmeno mezzo secondo a tradire Gustavo Fring, se le circostanze lo avessero previsto. Ciò nonostante è il personaggio più leale di Better Call Saul, addirittura nella sua sfera semantica più pura.
Probabilmente Manuel Varga non saprà mai quanto suo figlio si sia speso per proteggerlo. Quanto abbia reinterpretato, ma non respinto, i dettami paterni fondati sull’onestà e il rispetto. Quanto la lealtà mostrata a Gustavo Fring non fosse altro che in funzione della lealtà, profonda, che provava per lui. La lealtà di Nacho al patto con Fring non è mai stata in discussione, dal suo punto di vista, ma doveva assicurarsi i Salamanca si fidassero di lui per l’ultima volta, convincendoli che fosse lui e soltanto lui il traditore.
Anche nella farsa, Nacho Varga è rimasto autentico, vomitando ciò che realmente prova per Hector Salamanca. E solo adesso, anche se in fondo lo abbiamo sempre saputo, capiamo che non sarebbe mai uscito da questo pattern. Rubando la pistola a Juan Bolsa, quel colpo poteva finire soltanto nella sua tempia.
D’altra parte Nacho è quel tipo di uomo leale che ricompensa di nascosto il meccanico che gli ha dato un ultimo barlume di ristoro e vestiti puliti. È quell’uomo leale che riconosce la lealtà nel prossimo e, proprio per questo, si è fidato soltanto della parola di un altro uomo leale, come Mike Ehrmantraut, prima di andare incontro al suo destino.
Nacho Varga non è il solo. Ogni tanto in Better Call Saul e in Breaking Bad si incontrano questi lampi di commovente umanità.
La scena dell’officina è emblematica. Il meccanico (che nei credit dell’episodio è indicato come “Samaritano” non a caso) porge ristoro a Nacho senza chiedere nulla in cambio, anzi, rifiuta la ricompensa dell’uomo. Nacho, d’altro canto, gli lascia dei soldi di nascosto per ringraziarlo della sua ospitalità. Come dicevamo sopra, l’uno ha fede, l’altro incrollabile lealtà. Non è, ovviamente, nemmeno un caso che l’uomo faccia lo stesso mestiere del papà, conferendo al personaggio una dimensione quasi “angelica”.
Con un’uscita di scena così, di un personaggio di tale spessore, è chiaro che questo episodio è fortemente incentrato di gesti simbolici e di grande umanità. Anche Mike che gli porge un bicchiere di rum dimostra, tra gli altri sentimenti che prova per il suo “figlioccio”, grande umanità. Così come l’uomo delle aspirapolveri, che prende soldi da Walter White per sottoporgli le chemio periodicamente, a un certo punto capisce che il chimico ha solo bisogna di compagnia e resta con lui per giocare a carte. In maniera del tutto disinteressata. Oppure l’uomo delle armi che, andando contro i propri interessi, prova a dissuadere tra le righe Heisenberg dall’acquistare un’arma. E se ne potrebbero citare altri mille.
Sono gesti marginali, in cui fede, fiducia e lealtà si confrontano, si mescolano e si incuneano anche nel buio più profondo. Sono episodi quasi mai determinanti ai fini della trama e quasi mai riguardanti i protagonisti (Saul ha ripetutamente contravvenuto alla parola data a Kim, oppure basti pensare a ciò che Walter fa a Jesse Pinkman, in occasione della morte di Jane). Sono però scene che balzano subito all’occhio e scaldano il cuore: lampi di luce che assumono una connotazione magica, in un universo narrativo che racconta, per filo e per segno, la degradazione morale dell’essere umano.