Il sovvertimento dell’ingenuo James McGill per mano del cospiratore Saul Goodman
Il 29 settembre di 3 anni fa andava in onda l’ultima puntata di Breaking Bad. Nell’immediato, quella notte ci ha regalato dei brividi che aspettavano di scatenarsi da ormai 5 anni. Ma ciò che ci ha donato per il lungo termine è forse ben più grande. Quel che intendo dire è che un’opera d’arte non muore mai nella sua solitudine e quel che ha creato Breaking Bad è un universo tutto nuovo, dove i personaggi hanno una loro storia, vivono in autonomia e non dipendono da essa. Ecco perchè Better Call Saul non è un vero e proprio spin-off, se non per il riconoscimento alla serie Madre di aver plasmato il personaggio che ne è protagonista: James McGill. Un nome che, almeno nel mondo di Walter e Jessie che abbiamo conosciuto, non dice molto, se non nulla.
James, conosciuto anche come “Jimmy”, neo avvocato alle prime armi dal grande talento e dalla convincente oratoria, rappresenta il simbolo emblematico del “self-made-man”, l’uomo che si costruisce da solo, l’ “homo faber” che è artefice del proprio destino.
Quello che conosciamo sin dalle prime puntate della prima stagione, sembra un lontanissimo parente del Saul Goodman già incontrato e, almeno in principio, facciamo fatica a riconoscere in lui quell’uomo così incerto, impacciato e contrastante che è Jimmy McGill. Un uomo, quest’ultimo, che si prende cura del fratello maggiore, barricato in casa per una fobia verso tutto ciò che è elettrico, e che ogni sera torna a rifugiarsi nel suo studio-casa, uno spazio angusto che si è ricavato nel retro di un centro estetico. Il profilo sociale sembra ancora più scarno: ha pochissimi amici, se contiamo quelli rimasti in vita, ha un passato da truffatore a tempo perso e scopriamo che è diventato avvocato solo grazie ad una laurea conseguita online all’università delle Isole Samoa.
Un forte Dualismo, dunque, campeggia all’interno dell’intera prima stagione, dove Jimmy, pur avendo un’apprezzabile inclinazione ad oltrepassare il sottile confine tra legalità e illegalità e, soprattutto, tra bene e male, cerca continuamente di mantenersi in una sorta di quarantena, in un Limbo d’ignavia. Esemplare di ciò che ho appena detto è l’episodio 1×04 “Eroe”, ove prima Jimmy prende una mazzetta dai Kettleman per non informare le autorità di averli trovati nella tenda da campeggio vicini a casa. Con quei soldi decide di farsi conoscere con un grande cartellone pubblicitario.
Ma Jimmy è anche quello che fa rubare da Mike i soldi ai Kettleman per portarli al procuratore e restituire il maltolto dei suoi clienti.
Certo, uno dei temi principali della serie Madre, Breaking Bad, è sicuramente l’evoluzione psicologica del personaggio di Walter White. Ma qui, in Better Call Saul, non partiamo da zero. Esiste già un germe di malizia, una forte inclinazione naturale che, come detto, spinge continuamente dall’interno e il suo nome è Jimmy Scivolone.
Slippin’ Jimmy rappresenta il Vaso di Pandora di tutto ciò che è avvenuto prima del “James neo avvocato” e che è stato chiuso da quest’ultimo. Slippin’ Jimmy è un incubo del passato, una delle tante fasi che ognuno di noi ha vissuto ma che cerca di dimenticare o comunque non ricordare: l’entità regina dei vizi. Quando il Vaso si apre, l’ago della bilancia fa inevitabilmente primeggiare l’istinto naturale.
Abbiamo parlato di Dualismo proprio perchè James McGill e Saul Goodman potrebbero ben richiamare da vicino, metaforicamente parlando, le figure di Dr. Jekyll e Mr. Hyde.
Ma prima di mettervi a ridere, vorrei lasciare la letteratura per attingere alla psicologia. Otto Kernberg, psichiatra e psicoanalista austriaco, definisce il narcisista maligno e lo individua come l’estremo opposto del narcisista “sano”. La definizione di quest’ultimo è illuminante, perchè descrive un soggetto dalle grandi doti carismatiche, galvanizzato dalle lodi altrui. Spesso si tratta di personalità che sono diventate tali dopo aver superato un passato burrascoso, magari grazie ad un mentore, ad un amico o, perchè no, grazie ad un familiare assunto a modello.
Ciò che distingue questa figura da quella del narcisista maligno è “soltanto” un’inclinazione spregiudicata per atti e comportamenti maligni. L’obiettivo primario di queste persone è quello di agire attraverso la manipolazione e il raggiro , per far compiere al proprio interlocutore delle azioni che favoriscono l’esclusivo vantaggio personale. Si approfittano dell’amore altrui per soli scopi egoistici e, cosa più importante, i manipolatori in questione non provano senso di colpa per ciò che fanno, perchè il tutto è giustificato dalla volontà di soddisfare pienamente il proprio ego.
Cosa ne pensate di un ignaro e impacciato James McGill che, non riuscendo più a trattenere la sua vera natura, personificata da Jimmy Scivolone truffatore con fama, giunga definitivamente alla pura manifestazione di egoismo e presuntuosità che è Saul Goodman?
E ancora: se fosse proprio Charles McGill, il fratello maggiore di James (il familiare di cui parlavamo prima nella teoria di Otto), a tenerlo ancorato alla retta via, mantenendo vivo in lui il buonsenso e la bontà che non senza difficoltà lo stanno abbandonando lentamente?
Quel che penso è che probabilmente avremo un’insanabile rottura nella prossima stagione, annunciata dal colpo basso operato da Charles al termine della conclusione della seconda stagione. Un colpo che di certo non darà un epilogo favorevole al Jimmy che abbiamo conosciuto.
Ogni personaggio che abbia avuto parte nello show di Vince Gilligan, da quelli secondari a quelli sempre presenti, ha una storia da raccontare e in Better Call Saul osserviamo da vicino nascita, morte e rinascita di uno stesso soggetto, sopravvalutato o meno è opinione personale, a cui risulta comunque impossibile non affezionarsi: eticamente discutibile, arrivista, imbroglione, logorroico e intelligente.
Ma una grande consolazione per noi persone comuni e per i nostri portafogli è presto detta: James McGill e, soprattutto, Saul Goodman non esiste.