Lo ammetto candidamente. Non è facile neanche per chi vi scrive portare avanti questa tesi, ma vale la pena provarci. Saul Goodman è un personaggio dalle innumerevoli sfaccettature. Scaltro, opportunista, molto più acuto di quanto ami far sembrare. La sua ambiguità di fondo non è stata ancora del tutto esplorata, visto che la completa trasformazione da Jimmy McGill a Saul Goodman non è ancora ufficialmente avvenuta. C’è un aspetto però da tenere in forte considerazione. Jimmy è una vera e propria calamita di guai per sè e per chi gli sta accanto, persino quando agisce in buona fede o cerca di fare la cosa giusta. Il prezzo alto delle sue scelte e della sua condotta lo conosciamo bene dai flashforward ricorrenti in bianco e nero. Tutto questo però è sufficiente per considerare Jimmy una persona realmente pericolosa?
Innanzitutto, mettiamo in chiaro una cosa. Tutti vogliamo bene a Saul Goodman. È praticamente impossibile non essere conquistati dalla sua simpatia, neanche fossimo gli anziani clienti che intrattiene annunciando i numeri del Bingo. Se è vero che lo abbiamo amato in Breaking Bad, considerandolo uno dei personaggi secondari meglio riusciti dell’intera Serie, in pochi erano pronti a scommettere sulla riuscita di uno spinoff totalmente incentrato sulla sua storia. Ognuno di noi si è avvicinato a Better Call Saul con timore e leggera diffidenza, finendo felicemente smentito grazie all’indiscutibile qualità del nuovo prodotto marca Gilligan.
Da qui, il dubbio: saremo forse troppo indulgenti quando pensiamo a Saul Goodman e giudichiamo i suoi comportamenti?
In fondo anche con Walt è successo più o meno lo stesso. Ogni azione spregevole compiuta dal nostro antieroe preferito era vista, da parte nostra, con un occhio fin troppo comprensivo e accondiscendente. Memori del suo passato, della sua condizione, consci delle umiliazioni che ha dovuto subire per tutta la vita. Nella sua rivalsa vedevamo quasi un senso di giustizia, al netto delle gravi colpe di cui si è più volte macchiato nella sua scalata alla vetta. Quando pensiamo a Saul Goodman, o meglio a Jimmy McGill, è inevitabile che avvenga più o meno lo stesso. Giudicando nel corso delle stagioni i suoi comportamenti, siamo riusciti ormai a farci un’idea molto più approfondita su di lui.
Jimmy è una persona che ha cambiato tante vite. Tante quante quelle di un gatto, verrebbe da dire. Da Slippin’ Jimmy a Saul Goodman ha attraversato diverse trasformazioni, nell’aspetto, nel lavoro e soprattutto nel suo modo di essere. La peculiarità principale dell’avvocato è quella di cambiar pelle a seconda delle situazioni. Riesce, in poche parole, ad adattarsi egregiamente a ogni contesto e a ogni difficoltà. È in grado di sbrogliare il bandolo della matassa con un colpo di genio (più o meno lecito) anche quando sembra spacciato, più o meno come solito fare lo stesso Walter White. È il suo innato e sempre vigile istinto di autoconservazione a dominare il suo animo, portandolo a fare qualsiasi cosa per riuscire a salvare la pellaccia o per raggiungere il proprio obiettivo.
L’idea di Saul che ci eravamo fatti in Breaking Bad, quella di una persona cinica, arrivista e pronta a tutto per salvaguardare il proprio tornaconto, è stata sorprendentemente ribaltata in Better Call Saul. Almeno per ora.
Abbiamo conosciuto una persona disposta a sacrificare tempo e fatica per assistere un fratello in gravissima difficoltà psico-fisica. Un fratello che, di contro, non gli ha mai dimostrato un briciolo dell’affetto e della stima che aveva dimostrato di meritare, al netto degli enormi errori passati. Abbiamo conosciuto un Jimmy innamorato. Un uomo che ha cercato di mettere da parte i suoi demoni e le vecchie malsane abitudini per provare a costruire un futuro meno ombroso a fianco della sua donna. Anche se per poco, e a intermittenza, abbiamo scrutato una persona realmente pentita degli errori di gioventù. Una persona disposta ad aggiustare le cose, seguendo l’impervio sentiero dell’onestà per ottenere il perdono dei propri cari e la conseguente redenzione personale.
Ovviamente, tra il dire e il fare, sappiamo bene quanto mare passi. I buoni propositi di Jimmy, anche se non tutto è stato raccontato (e attendiamo con ansia il seguito) sappiamo bene che alla fine della fiera si scontreranno contro la dura e triste realtà. Se il suo destino è segnato, se siamo consci che la trasformazione nel teatrale, pacchiano e scellerato avvocato di Walter White è solo questione di tempo, è il futuro di chi gli sta intorno invece che pullula ancora nell’incertezza. Chuck e Kim pagheranno caro l’aver voluto bene a modo loro e l’esser stati accanto a un personaggio così volubile e imprevedibile?
Ciò detto, Saul Goodman alias Jimmy McGill è da considerarsi realmente una persona pericolosa?
Ci sono fondamentalmente due linee di pensiero su di lui. La prima è quella di suo fratello Chuck, che per quanto possa volergli bene è consapevole che bisogna tarpargli le ali per evitare che spicchi il volo e combini qualche disastro come ha sempre fatto. Le persone secondo Chuck non cambiano, chi nasce tondo non può morire quadrato. Per lui Jimmy resterà sempre Jimmy Scivolone, la pecora nera della famiglia. Un uomo al massimo da compatire e mai da incoraggiare nei suoi folli progetti.
La seconda è quella di Kim, che negli occhi di Jimmy vede la fatica, il sacrificio e la buona volontà di chi davvero sta provando fare della propria vita qualcosa di buono, seppur inciampando tra uno sbaglio e l’altro. Vede del potenziale in lui, è disposta a dargli la fiducia che nessuno gli ha mai conferito tanto da mettere in gioco la sua stessa carriera per supportarlo e stargli accanto.
Paradossalmente, nonostante gli approcci differenti dei due, entrambi sembrano patire la vicinanza a Jimmy, finendo per pagarne le conseguenze. Soprattutto Chuck, almeno per quanto ne sappiamo considerando il finale della terza stagione. Il maggiore dei McGill però è in qualche modo reo di essersi messo apertamente contro il fratello minore, sottovalutandone come sempre l’arguzia e la sua potenziale controffensiva. Saul si può dire che non avesse altra scelta. Tornando a citare il mondo animale, se è vero che Jimmy ha cambiato 7 vite come un gatto, è anche vero che somiglia molto di più a un cane. Docile e amorevole se coccolato, ringhioso e pronto a mordere se stuzzicato. Quando viene messo alle corde, è lì che c’è da preoccuparsi. Tutto resta ancora da vedere riguardo al futuro della bionda avvocatessa.
Cosa succederà a Kim da qui alla conclusione della Serie? Sarà ancora accanto a Saul Goodman nel corso degli eventi di Breaking Bad (pur senza essere stata mai mostrata) o accadrà qualcosa che allontanerà i due innamorati?
Conoscendo Jimmy, non c’è da essere troppo ottimisti a proposito. Eppure, come Kim, anche noi siamo disposti a dargli ancora fiducia. Forse come lei vogliamo troppo bene al sosia gigione di Kevin Costner per reputarlo realmente una persona pericolosa. Sbaglieremo? Può darsi. Non ci resta che attendere la quarta stagione e soprattutto aspettare di vedere se anche Kim dovrà ricredersi sull’uomo che ama. E noi a ruota con lei. Forza Jimmy, non ci deludere.