Circa quindici anni or sono io, mia madre, mia sorella e mio padre (coinvolto nella visione durante la cena) abbiamo scoperto su Telenorma, un’emittente televisiva regionale, la telenovela colombiana Betty la fea (in originale Yo soy Betty, la fea)… e ce ne siamo innamorati!
La protagonista di questa telenovela del 1999 è Beatrice “Betty” Pinzon Solano, una ragazza molto intelligente ma poco curata e per questo soprannominata “la cozza” dai ragazzi del suo quartiere. Betty è laureata con il massimo dei voti in Economia e, dopo molti colloqui di lavoro (da cui spesso viene scartata perché brutta), viene assunta dall’azienda di moda Ecomoda per fare da segretaria al presidente Armando Mendoza. La sua scarsa avvenenza è, in quest’occasione, l’elemento che le fa ottenere il lavoro: Armando è un dongiovanni e la sua futura sposa, Marcella Valencia, non vuole rischiare che possa avere una tresca con la segretaria e per questo assume proprio lei.
L’azienda è di proprietà dei Mendoza e dei Valencia, e il matrimonio tra Armando e Marcella unirà definitivamente le due famiglie. Ma Betty la fea è una telenovela, quindi niente va liscio come dovrebbe.
La vita non è semplice all’interno dell’azienda perché Betty è spesso presa in giro a causa del suo aspetto, non solo da colleghi meschini (una fra tutte Patricia Fernandez, amica di Marcella e anche lei segretaria del presidente), ma anche da membri del consiglio direttivo, tra cui Daniele Valencia, fratello di Marcella e acerrimo nemico di Armando, che gli ha soffiato la presidenza. L’unico a difenderla è proprio Armando che capisce presto le doti professionali della ragazza.
Betty non è sola ad affrontare tutto ciò, ma ha al suo fianco la banda delle racchie, un gruppo di altre segretarie dell’azienda: Inés, la veterana che lavora a fianco dello stilista Ugo Lombardi; Sandra, la “giraffa zitellona”; Bertha, la “cicciona”; Annamaria, la sexy “pettoruta”; Sofia, la “divorziata esaurita” e Mariana, la “sciamana nera” che in più di un’occasione legge i tarocchi alla protagonista. Inoltre Betty ha la sua famiglia accanto: il padre, il signor Pinzon, che non accetta che la figlia non sia più una bambina; la madre, la signora Giulia e Nicola Mora, il migliore amico, anche lui bruttino, ma simpaticissimo.
La storia di Betty la fea entra nel vivo quando l’Ecomoda affronta un periodo di crisi: le collezioni non vanno bene e l’azienda sta perdendo moltissimi soldi. Armando non vuole rischiare di essere privato della carica di presidente e chiede a Betty di falsificare il bilancio da presentare al consiglio direttivo. Betty accetta sia perché estremamente leale ad Armando sia perché ne è segretamente innamorata.
In realtà l’innamoramento non è poi così segreto e il miglior amico di Armando, Mario Calderon, spinge il presidente a sedurre la ragazza per assicurarsi il suo silenzio e la sua complicità anche nei tempi a venire.
Armando è disgustato dalla prospettiva, lui che ha sempre avuto a disposizione modelle bellissime avrebbe dovuto fingere di trovare bella Betty? Ma l’attaccamento alla poltrona è più forte e l’uomo cede. Inizia a questo punto la parte più travagliata della telenovela: noi spettatori assistiamo a Betty che si innamora ancora più follemente dell’uomo, credendo di essere ricambiata, ma allo stesso tempo vediamo la finzione di Armando. Quanta rabbia abbiamo provato tutti nei confronti di quest’uomo viscido e avido di potere. Giocare con i sentimenti di una povera ragazza, sempre disprezzata da tutti, solo per manipolarla.
Pur di salvare l’azienda, Armando convince Betty a fondare un’altra società – usando come finto presidente Nicola Mora – per assorbire l’Ecomoda e i suoi debiti. Tutto questo, ovviamente, sempre in segreto. Potrebbe sembrare una mossa azzardata, in effetti in questo modo Betty detiene la maggioranza dell’azienda, ma questo fa percepire anche un cambiamento in Armando. L’uomo ha fatto cose orribili, però sta iniziando a provare un vero affetto per la segretaria e le affiderebbe la vita.
Le scene più belle sono quelle in cui Armando inizia a provare sincera gelosia nei confronti di Betty e Nicola (che finge di essere il suo fidanzato per giustificare la sua continua presenza in azienda).
Armando lotta con se stesso, non può crederci: si sta davvero innamorando della cozza? Ma le cose non possono andare così lisce, e il lieto fine è lontano per tutti. Betty trova delle lettere che Mario Calderon aveva scritto all’amico, per ricordargli di lasciare regalini “alla cozza” e di dirle frasi romantiche. La ragazza capisce di essere stata da sempre vittima di un piano dei due uomini e ne è distrutta. Queste sono forse le puntate più strazianti di tutta la telenovela: Betty sfoga sul suo diario tutta la disperazione, l’ennesimo rifiuto ricevuto da chi non si sarebbe mai aspettata.
Durante una riunione dell’Ecomoda Betty confessa il malfatto: l’azienda sta fallendo e lei ha falsificato tutte le carte per coprire la cattiva gestione di Armando. Inoltre è lei la presidente, suo malgrado. Dopodiché la ragazza gira i tacchi e parte per Cartagena per fare da assistente a una cliente dell’Ecomoda, Caterina Angel. La donna spronerà Betty a prendersi la sua rivincita e soprattutto ad amarsi di più. La donna l’aiuterà a migliorare la sua immagine e Betty per la prima volta sarà corteggiata da un affascinante pretendente.
Però la fuga non risolve nulla e Betty deve tornare per sistemare le cose lasciate in sospeso. La sua trasformazione sconvolge tutti, Armando in primis, che vuole dimostrare alla ragazza che lui la ama davvero. Che l’ha amata da tanto tempo, quando era ancora la solita Betty. Non sarà facile per la ragazza superare il tradimento, ma alla fine Armando e Betty avranno il loro lieto fine.
La telenovela ha avuto anche un sequel, Ecomoda, che parla della vita di Betty e Armando da sposati, a capo dell’azienda di famiglia. Armando apparentemente è il solito sciupafemmine, ma in realtà a creare trambusto sono solo una serie di incomprensioni, come sempre accade nelle telenovelas!
Nel 2010 Betty la fea è entrata nel Guinnes Word Record come “la telenovela di maggior successo di tutti i tempi” perché è stata trasmessa da oltre 100 paesi, tradotta in 15 lingue e ha ispirato 22 adattamenti: il più noto è Ugly Betty. Spinti dall’affetto del pubblico, che non riesce proprio a dimenticare questa toccante favola moderna del brutto anatroccolo, nel 2017 gli attori si sono riuniti per dar vita a una trasposizione teatrale della storia originale. Peccato si siano limitati a fare degli spettacoli solo a Bogotà!
Betty la fea è una telenovela toccante, che tratta tematiche profonde, ma è anche estremamente divertente. Guardarne un episodio al giorno (sono 169 in tutto) può davvero rischiarare una giornata nera… a meno che non siano uno di quelli in cui Betty scopre del tradimento di Armando! In quel caso, preparate i fazzoletti!