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Che fine ha fatto Luke Perry?

Beverly Hills 90210
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È diventato famoso grazie al tenebroso Dylan Mckay di Beverly Hills 90210. Colui che era capace di appoggiarsi a qualsiasi superficie verticale, incrociare le braccia, alzare un sopracciglio e far struggere tutte le donzelle del globo. Stiamo parlando di Coy Luther Perry III, conosciuto più semplicemente come Luke Perry. Suo il volto di Dylan, personaggio chiave della serie. Uno dei più apprezzati dai giovani fan perché incarnazione del ribelle, il bello e dannato che era stato James Dean negli anni ’50. Le sfumature di Dylan sono tutte merito dell’attore che nel 2008 rifiutò di rientrare nel personaggio per lo spin-off (90210) dichiarando:

Sarò legato a lui per il resto della mia vita, ma va bene così. Ho creato io Dylan Mckay. È mio.

In Italia il successo del personaggio è da attribuire anche al doppiaggio. La voce calda e profonda di Francesco Prando combaciava perfettamente con l’atteggiamento da duro di Dylan ed è entrata a far parte dell’immaginario tanto quanto l’immagine. Il mix visivo e vocale, per una generazione che non aveva la possibilità della fruizione in lingua originale, è ormai scolpito nella pietra. Ci vuole un momento per abituarsi alla voce originale di Perry, più bassa e morbida, debole rispetto al tono di Prando. Quasi come se fosse innaturale non sentirlo parlare come Dylan!

1995-1998: Pausa

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Dopo cinque anni in Beverly Hills 90210 (e nel mentre la partecipazione al film Buffy – L’ammazzavampiri) Luke Perry decide di prendersi una pausa dalla serie per tornarvi solo nel 1998. Ma cosa ha combinato in quel periodo?

Nel 1995 viene coinvolto da Neri Parenti nel classico film di Natale (lo vogliamo chiamare Cinepanettone?) che il regista stava ideando insieme al duo storico Massimo Boldi e Christian De Sica. In Vacanze di Natale ’95 interpreta la parte di se stesso alle prese con la fama che Beverly Hills 90210 gli ha regalato e con il fanatismo della figlia di Boldi, una giovanissima Cristiana Capotondi, in vacanza ad Aspen solo per incontrare il suo idolo. La sua parte non è risicata a semplice comparsa, come ci si potrebbe aspettare per una star internazionale. Si trova anzi spesso a dover interagire con altri personaggi con sequenze più articolate.

Nel 1997 invece, diretto dal regista francese Luc Besson, recita una piccola parte nel film di fantascienza Il quinto elemento accanto a Gary Oldman, Bruce Willis e  Milla Jovovich. Perry è Billy Masterson, un prete che comprare all’inizio del film. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes, Il quinto elemento vince il premio BAFTA per i migliori effetti speciali e viene candidato agli Oscar nella categoria miglior montaggio sonoro.

Il dopo Dylan

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Interpretare un personaggio così memorabile non è un’eredità facile da portare sulle spalle e, come è successo anche per altri suoi colleghi vittime del cosiddetto Effetto Dawson, Luke Perry ha fatto fatica a entrare in panni che gli rimanessero incollati addosso tanto quanto i primi.

Nel primo decennio del 2000 ha però iniziato a provarci. Nel 2001 interpreta il reverendo Jeremiah Cloutier nella serie drammatica Oz, insieme ad alcuni volti noti che forse non avevate notato. L’anno dopo è il protagonista della serie Jeremiah di J. Michael Straczynski, autore noto al grande pubblico televisivo per Babylon 5. Perry interpreta il protagonista, un uomo che vive in un mondo popolato dai sopravvissuti a un’epidemia che ha risparmiato solo ragazzi preadolescenti. La serie ha successo e le cose procedono bene. Straczynski ha previsto almeno cinque stagioni. Purtroppo un cambio ai vertici della Showtime portò il network a decidere di non produrre più la serie e di chiuderla alla seconda stagione con molta delusione dei fan e dello stesso Luke.

Inizia il periodo delle comparsate. Sia in serie di discreto successo come Le cose che amo di te accanto all’ex collega Jennie Garth (Kelly di Beverly Hills 90210) sia in serie molto famose come Will e Grace.E poi ancora in Criminal Minds o in Law & Order, ma fino al 2015 poco o nulla da segnalare.

Le nuove occasioni

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La sua risalita è iniziata proprio nel 2015 con la parte del protagonista nel film The beat beneath my feet. Un ruolo che interpreta con passione e con qualche ricordo della sua vita da cattivo ragazzo.

È Max Stone, famosa rockstar caduta in disgrazia che si nasconde sotto un’identità fasulla a causa di debiti non pagati. Il suo percorso di redenzione inizia quando si trasferisce nell’appartamento vicino a quello di Tom, un ragazzo solitario e un po’ sfigatello che sogna di diventare musicista. Tom (l’attore Nicholas Galitzine) lo riconosce e accetta di non denunciarlo in cambio di lezioni di chitarra. “Il rapporto che si crea tra l’ex rockstar e il ragazzo rispecchia quello che spesso accade nella vita, quando persone che non si conoscono si prendono cura l’uno dell’altra” spiegò Perry. “Il personaggio di Max ha la fortuna di avere una seconda chance“. Ispirato a Dave Moustaine dei Megadeth, il personaggio di Max Stone segna l’inizio della rinascita artistica di Luke Perry che convince la critica. Il film viene presentato anche all’edizione del Giffoni Film Festival del 2015.

Infine Riverdale. La nuova occasione seriale arriva nei panni del mite Fred Andrews, padre amichevole e protettivo del protagonista, Archie. La serie, basata sui personaggi dei fumetti Archie Comics rivisitati in versione più inquietante e dark, è arrivata alla terza stagione, raccogliendo pareri generalmente positivi sia di critica che di pubblico.

Bisogna ammettere che, per il suddetto Effetto Dawson, a ogni puntata ci vuole un secondo ad adattarsi all’immagine di Luke Perry/Fred Andrews e ad associare quell’omino di 52 anni con qualche ruga, gli occhi un po’ spenti e la fievole voce, al grande Dylan McKay, icona dei nineties e della moderna gioventù bruciata.

Henry Winkler ha vinto il suo primo Emmy a 72 anni. Arriverà anche il tuo momento Luke?

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