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Big Little Lies 2 – Il cuore buono di Bonnie e il suo lato oscuro

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La seconda stagione di Big Little Lies, la miniserie prodotta dalla HBO con un cast stellare che comprende tre premi Oscar come Meryl Streep, Nicole Kidman e Reese Witherspoon e lanciatissime attrici come Shailene Woodley e Zoë Kravitz, è iniziata la settimana scorsa e già dai primi due episodi promette di non scalfire il successo ottenuto dalla prima stagione.

Rischio non da poco considerati gli 8 Emmy vinti insieme ai 4 Golden Globe. Come spesso accade, serie concepite per avere una sola stagione (come queste qui) e poi riconsiderate a causa dell’enorme successo ottenuto, non sempre riescono a mantenere il livello di qualità alto come la prima stagione che le ha consegnate alla gloria.

Detto questo, i primi due episodi della seconda stagione sembrano riuscirci piuttosto bene e considerato che non possono più attingere dalle pagine del romanzo di Liane Moriarty, da cui la prima stagione era tratta, è un risultato non da poco.

Come potevamo immaginare nei primi episodi rivediamo le 5 di Monterey, come scopriranno di essere state ribattezzate in città dopo la notte della morte di Perry, ritornare alle loro vite di tutti i giorni tentando di giostrarsi con le conseguenze dovute all’insabbiamento dell’omicidio del marito di Celeste, interpretato da Alexander Skarsgård.

Nonostante dimenticare un omicidio non sia cosa semplice per nessuna di loro, ovviamente nel gruppo c’è chi se la passa peggio di altre.

Jane e la sua voglia di vendetta in Big Little Lies

Jane, scoperta la verità sull’identità del suo aggressore, dovrà fare i conti con la sua catarsi così come con la curiosità del figlio Ziggy, ma anche con la stessa Celeste. Che oltre a dover affrontare la vedovanza dovrà relazionarsi con il tradimento inconsapevole dell’amica e con una suocera da brividi d’eccezione che non sembra aver nessuna voglia di accettare la versione delle cinque amiche.

Quella che indubbiamente però si trova a dover affrontare la crisi peggiore è Bonnie, interpretata da Zoë Kravitz, che a differenza delle altre protagoniste non dovrà fare i conti solo con l’omissione dell’omicidio ma anche con i sensi di colpa che solo il colpevole può provare.

Ed è forse proprio il suo personaggio quello che offre più margine esplorativo all’interno del mondo creato dalla Moriarty.

bonnie

Perché ciò che la serie di più offre di bello è proprio questo, uno sdoganamento intimo e accurato dell’animo femminile, spogliato dei soliti cliché a cui spesso veniamo abituati in serie del genere. In poche parole Big Little Lies ci mostra cosa può esserci davvero dietro a un paio di occhi dolci e schivi.

La scelta di far diventare le piccole ed equilibrate mani di Bonnie l’arma del delitto del violento e ingestibile Perry è stata una scelta coraggiosa e poco prevedibile, considerato lo spirito decisamente più battagliero di Madeline, il bisogno di vendetta di Jane o il semplice desiderio di Celeste di liberarsi dal suo tanto amato aguzzino.

Perché Big Little Lies ci tiene a mostrarci le sue creature in tutte le loro molteplici sfaccettature, assumendosi l’onere di veicolare un messaggio importante che, in una miniserie patinata che affronta con decisione il tema delle violenze domestiche e sessuali, potrebbe essere sfuggito ad alcuni.

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Le donne di Big Little Lies sono donne alle quali è molto difficile lasciare appicciata un’etichetta che le rappresenti pienamente.

In una realtà quotidiana dove affidiamo pigramente etichette alle persone, racchiudendo tutta la loro complessa personalità in luoghi comuni superficiali, la serie realizzata da Andrea Arnold ci ricorda una verità che spesso e volentieri dimentichiamo per comodità, e cioè che ognuno di noi è capace di tutto.

Tramutando all’improvviso, ma in modo convincente, la spirituale e compassionevole Bonnie, senza dubbio la più delicata e umana tra le cinque protagoniste della serie, in un’assassina impulsiva incapace di relazionarsi con il suo errore, ci ritroviamo a riflettere su quanto sia reale questa possibilità.

Come nel caso di Celeste che, nonostante le violenze subite, nei primi episodi della seconda stagione ci viene spesso mostrata a ricordare il lato più tenero e romantico del suo brutale aggressore, costringendo lo spettatore a chiedersi come sia possibile che faccia una cosa simile.

Seppur portata all’estremo nella finzione, c’è tanta verità nella trasformazione che il personaggio di Bonnie non riesce a metabolizzare.

Perché anche nella vita vera, a volte, i più buoni tra noi se messi alle strette scoprono di possedere una natura violenta. Tremendamente veritiera anche la condizione di Celeste, la quale ci fa riflettere su quanto possa essere primordiale e spesso incomprensibile l’amore.

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Un’altra celebre serie, che seppur in modo più ironico scandagliava il multiforme e segreto universo delle mogli e delle madri di provincia, Desperate Housewives, affidava alla defunta voce narrante di Mary Alice una massima che ben racchiude il cuore di questa seconda e già convincente stagione di Big Little Lies.

Non sempre è così facile distinguere i buoni dai cattivi. I peccatori possono sorprenderci e lo stesso vale per i santi. Perché cerchiamo di catalogare le persone solo come buone o cattive? Perché nessuno vuole ammettere che la compassione e la crudeltà possono convivere in un cuore? E che tutti noi siamo capaci di qualunque cosa?

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