Alla vigilia del primo episodio di Big Little Lies scrissi un articolo per raccontare questa nuova Serie Tv che sembrava promettere bene (lo trovate qui, spoiler free).
Il cast stellare da cui è composta la Serie mi ha un po’ incitata a vederla, lo ammetto. Ma essendo una persona abbastanza scettica su Serie Tv troppo “drama-comedy”, non ero partita convinta di arrivare fino alla season finale. E mi sbagliavo, di grosso.
Ed infatti eccoci qui: io che parlo della fine della Serie Tv e di quanto mi abbia piacevolmente colpita e intrattenuta fino alla fine.
Premetto che l’articolo conterrà spoiler dell’intera stagione, in particolare dell’ultimo episodio!
Come già accennato nell’articolo iniziale, la trama era abbastanza semplice e con risvolti leggermente fuori dal comune. Come ad esempio l’implicazione dei bambini e della violenza degli adulti riversatasi in un ambiente scolastico, che inevitabilmente ha avuto conseguenze su ogni bambino.
Nell’ultimo episodio vediamo come la tragedia più grande, di cui avevamo degli accenni grazie ai flashforward, che si costruisce scena dopo scena nell’evento culmine: Elvis/Audrey gala. I tanti piccoli momenti drammatici, le piccole grandi bugie, cominciano a mescolarsi, a salire a galla e rivelare le vere identità/eventi accaduti che ogni membro della cittadina di Monterey aveva ben nascosto.
Il gesto che ha dato il via alla rocambolesca discesa verso il delitto, è stata la rivelazione di Ziggy: come Dio ha toccato Adamo ed ha creato l’uomo, innescando un susseguirsi di azioni e reazioni, Ziggy con un semplice gesto ha indicato il vero colpevole che ha aggredito Amabella. Qui alcuni diranno “ma era ovvio fosse lui” e io mi sento un po’ idiota perché non ci ero minimamente arrivata, così come non sono arrivata a capire chi sarebbe stato ucciso. Comunque sia, Ziggy punta il dito su uno dei gemelli di Celeste, Max. Il vaso di Pandora è ormai aperto, la tempesta è appena iniziata.
Jane si ritrova così con un fardello pesante da dire a Celeste. E Celeste è già sull’orlo di una crisi, è lì lì per spezzarsi con un semplice gesto, e la rivelazione su uno dei gemelli la rende finalmente libera di prendere quella decisione.
Le scene di violenza domestica tra Celeste e Perry sono veramente forti, entrambi gli attori sono stati eccezionali (Skarsgård meriterebbe 90′ d’applausi per il sangue freddo con cui è riuscito a girare quelle scene violente) e la Kidman dà ancora una volta la prova di essere una grande attrice. Mentre Celeste è intenta a preparare la nuova casa per le e i bambini, ripensa alle scene appena successe quella mattina e allo strangolamento da parte di Perry che l’ha lasciato senza fiato per molto tempo.
La notizia che le dà Jane fa traboccare l’acqua dal vaso e dà la forza a Celeste di andarsene. Ma Perry sa quello che sta facendo, poco prima di andare al Gala, le ha visto il cellulare e ha scoperto della sua nuova proprietà immobiliare. Finalmente lei capisce che lui non cambierà affatto, che ciò che continua a ripetere “Cambierò, basta che mi aiuti” è solo una bugia e una frase fatta che vuole essere realtà, ma non lo sarà mai.
Le colpe dei grandi ricadono sui più piccoli: il comportamento di Max riflette ciò che ha visto, il padre picchia la madre, e ne imita i gesti. Rivelando così che l’eredità violenta del padre non è attraverso i geni, bensì attraverso i suoi comportamenti.
Lo svelamento della tragedia avviene ad una festa a tema, momento di ostentazione che si rivela solo l’ennesima maschera che copre “grandi piccole bugie”. La scena quasi ci fa dimenticare quello che sta per accadere.
L’unica pecca di questo ultimo episodio, è forse la storia tra Ed e Madeline e il non sapere se lei abbia detto del tradimento al suo compagno. Una storyline lascia in sospeso apposta o dimenticata nella fretta di incastrare tutti i pezzi del puzzle. Perchè quando lui sale sul palco per cantare la sua canzone di Elvis, il fatto che fissi con intensità sia Madeline che il regista teatrale (con cui lei lo ha tradita) fa pensare che forse aveva carpito qualche segnale tra i due. Ma l’evento madre della serie sta per volgere, non c’è tempo per questa parte e ci ritroviamo catapultati in una terrazza appartata, con Madeline in preda al panico per ciò che ha fatto ad Ed e Jane che l’aiuta a calmarsi.
Poi improvvisamente si unisce anche Renata, che si scusa con Jane per averla accusata e Madeline (altro personaggio interpretato egregiamente da Reese Witherspoon) la ammira per ciò che sta dicendo, per il comportamento adulto che sta mostrando. Di corsa arriva anche Celeste e così le quattro protagoniste della disavventura a scuola si ritrovano riunite. Scusandosi l’una con l’altra, in una scena carica di tensione e sentimenti.
Infine lui. Perry, che non riesce a lasciar andare Celeste e si immischia in una conversazione non sua. Notiamo come piano piano i tasselli si incastrano, come tutte comprendono cosa lui ha fatto finora a Celeste e Jane ha un momento di lucidità intenso. E’ lui l’uomo che l’ha violentata il suo sguardo pietrificato è una freccia in più sulla schiena di Celeste, che comprende al volo ciò che la ragazza vuole comunicarle con lo sguardo.
“Il demone” che Perry porta in sè (quasi macabro il fatto che lo usa come nomignolo per giocare con i propri figli) viene fuori e si accanisce contro la moglie, contro le donne che provano a difenderla tutte intorno.
E qui avviene un colpo di scena. Bonnie, che durante il Gala aveva osservato i strani comportamenti dei coniugi Wright e la telefonata frettolosa di Celeste fatta con un dispositivo preso in prestito da terzi, decide di seguire da lontano la coppia. Quando affacciatasi dalle scale note la scena del pestaggio, non ci pensa due volte: corre ad aiutare la povera donna a terra, spingendo Perry via, che inevitabilmente casca dalle scale dietro di lui e muore.
Bonnie è un personaggio che mi ha sorpreso un sacco, sopratutto con questa ultima scena. Con il suo atto è diventata il collante tra le quattro donne che prima si facevano la guerra e che alla fine si proteggono a vicenda e si supportano. Per quanto sia stata a Bonnie a spingere l’uomo, l’azione viene presa come atto collettivo e le donne si difendono a vicenda nel successivo interrogatorio della polizia.
Il mistero è risolto, la vittima è ormai nota. Big Little Lies ha raccontato un certo tipo di interazioni umane, di come i segreti possano distruggere una collettività. Non ha voluto parlare di una semplice guerra tra madri o di un omicidio efferato, ci ha raccontato come i segreti e come un solo uomo sia riuscito a mettere tutte contro tutti con i suoi atti deplorevoli. Non è stato uno show in cui “le donne sono le sole vittime di abusi”, perché sappiamo tutti che anche gli uomini possono subire abusi tra le pareti di casa.
Big Little Lies ha raccontato come delle azioni commesse da una sola persona abbiano danneggiato le persone circostanti, portandole a farsi guerra ognuna per una giusta causa (chi per difendere la propria figlia dagli abusi, chi per difendere il proprio figlio da false accuse) senza ragionare insieme. All’inizio ci aveva portati tutti a scegliere una “fazione”, a tifare per una delle protagoniste e far si che alla fine si ergesse tra le altre come colei che aveva ragione, invece che tifare per tutte affinché trovassero un giusto modo di dialogare tra loro e raggiungere una soluzione.
Forse è proprio questo il messaggio che la Serie Tv ha cercato di inviarci: l’unità è meglio della divisione.
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