Vai al contenuto
Home » Big Mouth

Big Mouth – Tutto ciò che vorremmo dimenticare della pubertà

Big Mouth
Ma prima di continuare con la lettura abbiamo entusiasmanti novità da condividere con te. A breve sarà disponibile Hall of Series Plus, il nostro servizio in abbonamento che ti permetterà di accedere a moltissimi contenuti esclusivi e in anteprima.

Inserisci il tuo indirizzo email e clicca su ‘Avvisami’ per essere notificato quando Plus sarà disponibile.

* campo obbligatorio

Quando si parla della preadolescenza – anzi meglio, pubescenza – tutti facciamo finta di non saperne niente. Un vuoto di memoria che rinchiude nei meandri della nostra scatola cranica gli anni brufolosi degli ormoni impazziti. Diciamolo chiaramente: non è stato un periodo facile per nessuno ed è meglio evitare di rimembrarlo. Netflix però ha lanciato una chicca a riguardo, passata un po’ troppo inosservata: Big Mouth.

È un prodotto geniale e dissacrante, quel ricordo delle scuole medie che non volevamo vedere ma di cui avevamo bisogno.

Big Mouth

Lo so che state cercando con tutta la vostra forza di dimenticare il periodo in cui portavate il baffetto per sentirvi più machi e so il numero di fazzoletti appallottolati che mettevate nel reggiseno. Vi assicuro, però, che adorerete Big Mouth. Intanto inizierete a ripensare a quei momenti tragicomici dell’esistenza umana sentendovi meno soli. In più tra i personaggi c’è il mostro degli ormoni. Volete mettere? Il mostro degli ormoni vale tutte le lacrime che avete versato dopo che la vostra ennesima cotta giornaliera non aveva risposto ai vostri trilli su MSN.

Oltre a un sentimento di nostalgia intrinseca che infiammerà i vostri animi durante la visione, c’è da dire che, essendo una serie animata, riesce a essere alquanto grottesca e tragicomica. Così è più reale di tutti i teen movie che avete malinconicamente visto fino ad oggi. In Big Mouth non ci sono false speranze e amori impossibili: finalmente direi!
In più, i cinque protagonisti – caratterizzati benissimo – riescono perfettamente a incarnare qualsiasi tipo umano prepuberale.

Big Mouth

I protagonisti di Big Mouth sono Nick ed Andrew, migliori amici sin dall’infanzia; insieme a Jessi, Jay e Missy affronteranno il viaggio verso un nuovo mondo fatto principalmente di peli.

A tormentare Andrew nella sua quotidianità è il mostro degli ormoni Maurice, causa di numerose pessime figure e improvvise polluzioni.

Nick invece, rispetto al suo amico del cuore, è leggermente più indietro con lo sviluppo. Jay è l’amico un po’ spostato che tutti abbiamo ma non vorremo avere. Missy infine è la tipica ragazzina un po’ strana con dei genitori iperprotettivi, l’apparecchio ai denti e passioni leggermente fuori dagli schemi.

Un po’ per orgoglio gender, un po’ perché ha i capelli rossi, devo dire che la mia preferita nell’universo di Big Mouth è Jessi. Effettivamente, mi ricorda un po’ tutte noi che vedevamo il nostro corpo cambiare ma non per il verso giusto, ovvero quello degli altri esseri di sesso femminile che ci circondavano. Per questo motivo rappresenta perfettamente la gioventù sarcastica e insoddisfatta, con la giusta dose di sagacia e situazioni imbarazzanti. Se Andrew è religiosamente seguito da Maurice, per lei c’è il mostro degli ormoni Connie, che la affianca soprattutto in situazioni difficili, come l’acquisto del primo reggiseno – e sappiamo tutte quanto è stato arduo e imbarazzante – o nell’affrontare i suoi sentimenti.

big mouth

Big Mouth è una splendida chicca di comicità non banale, eccessiva e caricaturale ma proprio per questo motivo funzionale.

Ci permette di rivivere e di ridere del nostri – ormai andati da un pezzo – tredici anni, senza il bisogno dei soliti cliché. La sua forza risiede proprio nel rappresentare, senza troppi filtri, quanto disagio e sentimento del cambiamento si vive in quegli anni. Cosi ci rende orgogliosi della nostra pre-adolescenza disgustosamente imbarazzante, perché non solo la nostra è stata così. Mal comune, mezzo gaudio si suol dire, no?

Leggi anche: Big Mouth – Le nostre impressioni dopo aver visto il primo episodio