Ogni storia ha bisogno di un eroe, di una figura su cui proiettare le proprie speranze; un modello in grado di proteggere ogni cosa dalle minacce di una controparte ostile, gelosa che concorre alla realizzazione di quella fazione opposta da sconfiggere. Ci chiediamo quindi: in Billions esiste tutto ciò? La risposta non potrà mai essere una e affermativa poiché questa serie tv, sebbene racconti di un mondo sconosciuto a molti, riesce a rendere la complessità dei rapporti sociali, della psicologia individuale, dei desideri e degli istinti più beceri e puri che annullano l’idea di un mondo nettamente diviso tra bene e male. In Billions viene messa in atto un caleidoscopio di emozioni che sovvertono costantemente la trama e le vite dei personaggi, le cui azioni non sono mai veramente scontate. Lungo la storia la telecamera inquadra molti soggetti che sembrano avere un ruolo fondamentale nella storia, ma pian piano che il campo diventa sempre più lungo e i pezzi oscuri si manifestano, ci accorgiamo che gli altri personaggi che poco prima avevamo ritenuto fossero importanti per i protagonisti, alla fine non sono altro che delle pedine in una lotta, anzi un duello, preciso, infinito e costante che lascia alle proprie spalle solo e soltanto macerie.
In Billions persino chi incarna la legge finisce per agire contro di essa a causa dell’estenuante e logorante battaglia portata avanti in nome di principi personali e spesso per nulla nobili dei protagonisti.
Quello che si crea tra Bobby e Chuck è un legame profondo fondato su una miriade di emozioni contrastanti, che conferiscono alla loro relazione dei toni tragici e romantici, su cui la trama potrà dilatarsi all’infinito. Le loro vite sono incastrate, destinate a intrecciarsi ancora di più per il lavoro che conducono e per la gelosia che provano l’uno nei confronti dell’altro, per il risentimento che nutrono e per la vittoria a cui ambiscono. Sulla scena viene rappresentata una relazione tossica di dipendenza che finirà solo quando uno dei due verrà annientato. Le tregue sono momentanee e l’amicizia solo una facciata da distruggere quando i nemici comuni verranno fatti fuori. Bobby e Chuck sono in realtà due facce della stessa medaglia, identici e imperfetti in un rapporto di odio-amore che tradizionalmente aveva sempre caratterizzato gli eroi e i villain di una storia. Ma in questa storia sono tutti dei villain, incapaci di frenare i propri desideri di ricchezza e sopraffazione dell’altro.
Proprio perché si tratta del racconto di istinti e desideri più insiti nell’uomo, non sorprende che pian piano la lotta tra Chuck e Axe appaia come la rappresentazione in giacca e cravatta di uno scontro animale per la conquista del territorio, della famiglia e delle ricchezze altrui. Tutto ciò è fatto per affermare la propria sovranità e superiorità, proprio come ci viene raccontato in quei documentari sui maschi della savana o di qualche foresta che purtroppo, assunti come metafora del comportamenti maschile ‘corretto’ anche nella società degli ultimi mille anni, non hanno fatto altro che fomentare e diffondere l’idea di un macismo tossico fondato sull’orgoglio e sulla rigidità, sulla potenza fisica e legale e sulla sopraffazione, con l’accettazione di qualche valvola di sfogo proprio per non provocare eccessivi crolli nervosi. È evidente nella relazione tra Bobby e Lara che sembra soltanto paritaria, ma la verità è che il muro di oro e diamanti che ha costruito con Axe, agli occhi del marito e del mondo esterno, non le appartiene veramente. Lei lo capisce, forse troppo tardi, ma nel momento in cui diventa chiara la sua posizione, il volto infantile ed egoista di Axe diventa più evidente anche ai nostri occhi. Lara è in realtà un’altra pedina nel dramma di un ragazzino e i suoi giocattoli, che cammina sempre sul filo del rasoio dando per scontato che chi lo ha amato resterà al suo fianco per sempre e nonostante tutto. Ma non è così.
Chuck non è diverso da Axe.
Ogni volta che il multimiliardario lo incastra e lo colpisce sul piano economico e specialmente sentimentale lui reagisce, talvolta anche senza pensare. Si sente defraudato della propria dignità e questo spesso lo porta ad agire senza pensare realmente alle conseguenze. Accade, ad esempio, quando inizia a provare una forte gelosia nei confronti del rapporto tra Bobby e Wendy, tanto da lasciarsi andare, ingannarla e spiarla. Wendy, infatti, nella storia è solo un gradino più sopra rispetto a Lara ma il ruolo nelle dinamiche resta, almeno nelle prime stagioni, il medesimo. Un burattino che decide solo apparentemente per se stessa ma che alla fine è costretta a seguire e ad agire in base alle decisioni del marito o del suo capo. Nel loro inseguimento al gatto e al topo, Chuck e Axe finiscono per distruggere ciò che c’è di buono nelle loro vite (forse ci sarebbe voluta una terapia di coppia), proprio perché lo scopo di Billions non è presentare degli eroi, ma dei soggetti imperfetti che solo apparentemente sono perfetti.
Ecco dunque che ogni altro aspetto quotidiano della vita diventa superfluo davanti a questa battaglia. Tutto del rapporto tra Chuck e Axe nutre l’ossessione dell’uno verso l’altro. Chuck mente a sua moglie, piega le indagini e la legge a proprio piacimento solo per incastrare il multimiliardario. Le conseguenze personali e legali in questa lotta passano in secondo piano perché ormai l’ossessione ha preso il sopravvento, così come la necessità di vendicarsi colpo dopo colpo impedendo alla vicenda di interrompersi. Tutto continuerà fino alla fine definitiva di uno dei due o, meglio, di entrambi (anche se la sesta stagione sembra sia già senza Axe)
In Billions, specialmente nel caso di Chuck, si adatta perfettamente la famosa frase pronunciata da Harvey Dent in Batman il cavaliere oscuro.
Sulla carta, colui che avrebbe dovuto incarnare l’eroe è in realtà rimasto invischiato troppo a lungo in una lotta che lo ha esasperato rendendolo il cattivo, portando nelle ultime stagioni persino a chiamare quel nemico ‘amico’, avvalorando l’idea di un destino indissolubile che ha caratterizzato coppie di personaggi dubbi da Sherlock e Moriarty a Superman e Lex Luthor. Infatti, come per queste altre due coppie, anche Axe e Chuck giungono a un punto della storia in cui capiscono di non poter fare a meno di sfidarsi perché la loro autodeterminazione avviene solo in base a questa lotta. Entrambi, inoltre, riconoscono con amara ironia che tutto ciò appaia come un gioco tra due bambini, che in modo infantile tentano sempre di rubarsi lo stesso giocattolo, di fare un dispetto e puntare il dito l’uno contro l’altro per indole infantile. La stessa che in realtà nessuno di noi perde davvero crescendo.