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Black Bird: il potere di esser visti – La Recensione della nuova miniserie Apple Tv

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When men objectify, they can weaponize it

Dennis Lehane – Showrunner Black Bird

Lo scrittore, sceneggiatore e produttore televisivo Dennis Lehane (già autore, tra gli altri, di Shutter Island, Mystic River e Gone baby gone) torna con la trasposizione televisiva del romanzo “In with the devil: a fallen hero, a serial killer, and a dangerous bargain for redemption” da cui nasce la miniserie Black Bird, ora interamente disponibile su Apple Tv+. Quando gli è stato chiesto cosa lo abbia spinto a cimentarsi nella rappresentazione di un vero serial killer, Lehane ha esposto tre motivazioni. La prima riguarda la storia di Jimmy Keene che definisce quasi mitologica: “è la storia più vecchia del mondo, quella di un uomo che parte per combattere il male e torna profondamente cambiato”. La seconda è da ricercare nel punto di vista tipicamente maschile che ha riscontrato nella vicenda, da cui ne ha tratto importanti spunti di riflessione, in particolare sull’oggettificazione della donna che ha scelto di rendere il tema portante della narrazione. Il terzo e più convincente motivo per cui si è dedicato al progetto della miniserie true crime è arrivato quando si è trovato davanti a una dichiarazione del serial killer Larry Hall, che ha commentato dicendo: “quella frase mi ha fatto fermare la macchina sul ciglio della strada. Mi ha scosso profondamente. Ho dovuto prendermi un minuto.”

Questi tre elementi sono alla base di Black Bird, e sono i principali motivi per cui non dovreste lasciarvi scappare l’intensa miniserie targata Apple Tv.

Riassumendo la trama, Black Bird racconta la storia vera di Jimmy Keene (Taron Egerton), uno spacciatore condannato a dieci anni di reclusione a cui viene offerta la possibilità di tornare in libertà a patto di riuscire a estorcere una confessione al serial killer Larry Hall (Paul Walter Hauser) in merito al luogo in cui ha nascosto i corpi delle sue vittime. La mancanza di questi ultimi, infatti, rende plausibile la vittoria in appello del condannato e la sua conseguente scarcerazione. Secondo l’FBI, Jimmy Keene è l’uomo più adatto alla missione poiché gode di un carisma che farebbe facilmente leva sull’insicuro Larry Hall, oscurato dall’ombra di suo fratello gemello Gary (Jake McLaughlin) sin dalla nascita. In quest’aspetto di subordinazione è costruita l’intera caratterizzazione psicologica del personaggio di Larry Hall, reso sia umano che mostruosamente disumano dalle fragilità e dalle vicissitudini della propria vita. È sfruttando il proprio carisma dominante che Jimmy riesce dunque ad approcciarsi a Larry, sostituendo quel ruolo imperante che, fino a quel momento, aveva ricoperto suo fratello Gary. Per estorcere delle macabre confessioni, però, non è sufficiente l’ammirazione che Larry nutre per Jimmy: per ricevere un favore dal diavolo devi vendergli l’anima. Jimmy comincia dunque a muoversi nell’unico terreno comune in cui Larry possa sentirsi sufficientemente a suo agio, ossia quello della misoginia e dell’oggettificazione sessuale, lasciandosi a sua volta andare a confessioni (alcune vere, altre meno) volte a spianare la strada alle angoscianti e macabre parole dello spietato killer di ragazzine. L’oggettificazione, sostiene Lehane, appartiene all’intero genere umano, e il singolo uomo è capace di renderla un’arma.

Black Bird

Jimmy analizza, per la prima volta, il suo rapporto con le donne, entrando in contatto con il suo lato più oscuro proprio attraverso Larry, e compiendo una visibile progressione morale nell’arco dei sei episodi che compongono la miniserie; la strada per la redenzione spirituale, però, passa attraverso l’inferno degli agghiaccianti dialoghi tra i due protagonisti, che toccano picchi di intensità difficilmente raggiunti sul piccolo schermo, e che avvicinano la miniserie Apple Tv ai più grandi colossi del genere crime come Mindhunter (ve ne abbiamo parlato qui). Ad accrescere la tensione delle parole è senza dubbio l’interpretazione impeccabile degli attori, che si caratterizza nella voce spezzata e nella balbuzie di Larry Hall, a cui segue un cambio di gravità nel tono e di intensità nello sguardo (“uno sguardo del tipo che non vorresti mai vedere”), passando per l’arroganza di Jimmy, mutata in terrore e frustrazione con l’avanzare della vicenda e, soprattutto, col sopraggiungere delle confessioni di Larry. L’impietoso killer ama intagliare uccelli di legno mentre si lascia andare al flusso di ricordi sulle modalità di uccisione delle sue giovanissime vittime; dipingerli di nero pece spetta poi a suo fratello Gary. Gli uccelli neri (black bird, appunto) hanno il compito di vegliare sulle anime dei morti “affinché vada tutto bene”. Le creature di legno sono gli oggetti simbolo della psiche di Larry e della miniserie stessa, rappresentando quella parte della natura umana che preferisce distruggere che costruire, ferire che amare.

Ognuno di noi vuole la stessa cosa in questa vita: vuole essere visto. Io le vedo, Jimmy, e, fino a quando la mia vita continuerà, la loro avrà un senso.

Larry vede le sue vittime attraverso gli uccelli neri, guardiani della morte; le giovani donne diventano strumento attraverso cui esercitare l’unico potere che non ha mai posseduto, quello di esser visto.

Black Bird, però, è soprattutto la storia di Jimmy Keene, a cui è dedicato un secondo filone narrativo che riguarda la sua esperienza sotto copertura in un carcere di massima sicurezza, chiamato a fare i conti anche con le minacce di una guardia carceraria corrotta, e che biforca quindi la narrazione in due livelli. Tuttavia, la parentesi dedicata unicamente a Jimmy viene praticamente a mancare già dal quarto episodio della miniserie, e il doversi destreggiare tra il mantenere segreto il suo ruolo e il restituire favori alle guardie finisce per essere un tema trattato con eccessiva superficialità, dando l’impressione di togliere tempo alle scene con Larry Hall, la cui intensità risulta incomparabile a qualsiasi altro filone narrativo. Tuttavia, la magnifica scrittura dei personaggi e la prova attoriale degli stessi (è d’obbligo citare anche la toccante ultima interpretazione di Ray Liotta, venuto a mancare lo scorso 26 maggio) mantengono il livello decisamente alto e (nonostante tutto) ben bilanciato della miniserie, che si conferma l’ennesimo colpo tirato a segno della sempre più affermata piattaforma Apple Tv+.

Una componente non trascurabile è infine l’attenzione mostrata per le vittime attraverso il racconto di Jessica Roach, presente nell’incipit e nella conclusione della vicenda; la vivace ragazza dimostra che Larry Hall e qualsiasi altro uomo non avranno mai il potere di privare alcuna donna della vita vissuta:

“You can die, but you can’t unlive. I Lived.”

Jessica Roach – vittima di Larry Hall