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Fidatevi, Black Doves non era da vedere soltanto a Natale

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Quando si parla di film o serie tv ambientate nel periodo natalizio, spesso si cade nell’errore di relegarle esclusivamente a quel momento dell’anno. Ebbene, a discapito di questo, Netflix con Black Doves sfida tale convenzione, dimostrando che il valore di una narrazione non dipende dalla sua cornice temporale, ma dalla sua profondità e universalità tematica. La serie, che intreccia thriller, dramma e una sottile critica sociale, offre molto più di una semplice spy story con Babbo Natale. Il cuore della storia ruota attorno a personaggi complessi, vicende avvincenti e una riflessione sulla natura umana, che va ben oltre le luci scintillanti e i canti sotto l’albero.

A questo proposito, uno degli aspetti più affascinanti della serie è il modo in cui gioca con le aspettative del pubblico. Se da un lato la circostanza potrebbe far pensare a un tipica racconto da vacanze, dall’altro il tono cupo e le svolte narrative portano lo spettatore in un viaggio che si discosta dai soliti cliché. Questo dimostra che tale contesto può essere utilizzato non solo per trasmettere messaggi di speranza e calore, ma anche per esplorare le ombre della società e dell’individuo. Il messaggio di Black Doves è infatti chiaro. Così come possiamo goderci un buon libro sulla montagna anche sotto l’ombrellone, allo stesso modo non dovremmo privarci di uno show come questo in tutti i periodi dell’anno.

Helen guarda la panchina dove è morto Jason in Black Doves

Si tratta di un prodotto che offre una narrazione ben articolata

È la sua capacità di mescolare generi diversi e costruire personaggi realistici che la rende un’opera degna di nota. In riferimento soprattutto a questi ultimi, possiamo affermare che appaiono ben sviluppati, con sfumature che li rendono autentici e credibili. Il relativismo, infatti, la fa da padrone in Black Doves. Qui nulla è davvero come sembra e l’inganno viene quasi normalizzato per fini più alti. Le zone grigie vengono di gran lunga apprezzate in un epoca in cui tutto si spinge all’estremo e nulla sembra essere più tollerabile. Abbiamo pertanto Helen Webb, cuore pulsante della serie e personaggio in grado di bilanciare fragilità ed estrema determinazione.

La sua storia personale è segnata da eventi traumatici che la spingono a prendere decisioni difficili, spesso in bilico tra il bene e il male. Così come l’evoluzione nel corso della serie è uno degli elementi più affascinanti di Black Doves, in quanto Helen non è una protagonista convenzionale. Di fatto, risulta imperfetta, vulnerabile eppure incredibilmente resiliente. Uno degli aspetti più interessanti del suo personaggio è il conflitto interiore tra le sue emozioni e il suo senso del dovere.

Il rapporto con gli altri personaggi della serie poi, siano essi alleati o antagonisti, aggiunge ulteriore profondità alla sua figura, rendendola sempre più tridimensionale. Non a caso, Helen rappresenta il lato più umano della storia, capace di trasmettere empatia a chi guarda. Per questo, la sua caratterizzazione sfugge agli stereotipi tipici del thriller di spionaggio classico. All’eroina tradizionale si sostituisce dunque una donna che lotta per trovare il proprio posto in un mondo costruito su contraddizioni e tradimenti.

Sam Young è invece un personaggio enigmatico ma affascinante

ll suo ruolo di coprotagonista nella serie si sviluppa tra segreti (per voi alcuni segreti rivelati dalle attrici), alleanze e conflitti interiori. Dotato di un’intelligenza acuta e di una capacità di adattamento straordinaria, Sam è un individuo che si muove abilmente tra le diverse sfaccettature della moralità. La sua personalità è costruita su un equilibrio sottile tra carisma e ambiguità, rendendolo una figura imprevedibile e, al tempo stesso, magnetica per lo spettatore. Inoltre, a dare valore aggiunto allo sviluppo narrativo, c’è il focus sul suo controverso passato sentimentale. Attraverso flashback e rivelazioni graduali, infatti, emergono le motivazioni profonde che lo spingono ad agire. Queste ultime lo connotano ora come un eroe riluttante, ora come un individuo mosso da interessi personali.

Ma anche il rapporto tra Sam e gli altri personaggi della serie, in particolare Helen e Michael, aggiunge un ulteriore livello di profondità alla sua figura. E questo crea, inoltre, le dinamiche di tensione che tanto avvalorano il plot. Mentre l’altro aspetto più intrigante che lo contraddistingue è la costante lotta tra lealtà e sopravvivenza. Infatti, le scelte che compie lungo la narrazione mettono continuamente alla prova i suoi valori, costringendolo a confrontarsi con dilemmi interiori che rendono il suo percorso estremamente accidentato. Tanto che la sua evoluzione nella storia dimostra quanto si riveli interessante e imprescindibile in Black Doves.

Sam e Helen in Black Doves

Anche i personaggi secondari diventano necessari per la trama di Black Doves

Tutti loro, come Reed, Wallace, Dani, stipulano con i protagonisti accordi decisivi, cadono vittime del sistema o ricoprono il ruolo di antagonisti (qui i personaggi secondari più bistrattati). Pertanto, dando un respiro corale allo show, rappresentano una delle componenti più determinanti della serie. Sono enigmatici e mossi da disparate motivazioni che vanno oltre il semplice desiderio di potere o vendetta. A tal proposito, possiedono sfumature psicologiche profonde, tali da apparire ben costruiti, piuttosto che semplici ostacoli per i protagonisti. E spesso sono proprio le loro azioni a mettere in discussione l’etica dei protagonisti, creando un gioco di specchi tra bene e male che rende la narrazione sempre imprevedibile.

Detto ciò, non possiamo astenerci dal fare una riflessione sull’eccentrica gestione del tempo narrativo di Black Doves. Non seguendo infatti una linearità classica, lo show alterna presente e passato attraverso l’uso di funzionali salti temporali. Questo meccanismo permette così di svelare gradualmente i retroscena dei personaggi e delle loro scelte, aumentando la tensione e mantenendo viva la curiosità del pubblico. Non per ultima, la temporalità frammentata riflette inoltre l’intreccio emotivo e psicologico dei protagonisti, rafforzando il senso di mistero che permea la vicenda.

Parliamo adesso della fortunata regia

Gabassi e la Gunning utilizzano inquadrature studiate e un sapiente uso della luce per creare un contrasto tra l’apparente tono di festa e la suspense degli eventi. I movimenti di macchina dinamici accompagnano l’azione in modo fluido, intensificando il senso di pericolo. Questo senza però abbandonarsi a superflui artifici. La scelta di una fotografia (un focus sulle serie dalla fotografia notevole) dai toni freddi e opachi, poi, enfatizza l’introspezione psicologica dei personaggi, rendendo la visione un’esperienza parecchio suggestiva.

In conclusione, possiamo asserire che Black Doves si diletta a esplorare i vari aspetti della condizione umana, rivendicando in ogni attimo la sua maschera da innovativa spy story. D’altro canto, non si tira indietro nel trasmettere messaggi impattanti e sempreverdi come la ricerca dell’identità, il conflitto interiore e la redenzione, la sovversione delle convenzioni sociali, la complessità delle relazioni e la solitudine di chi ha il bisogno di appartenenza. Sarà sul finale, pertanto, che verranno tirate tutte le fila delle diverse trame che tessono l’intreccio.

Primo piano di Helen Webb

Helen scoprirà che Jason era un agente dell’MI5 incaricato di indagare sulle Black Doves

Parallelamente, si svelerà che l’ambasciatore cinese non era morto per overdose, ma era stato accidentalmente ucciso da Trent Clark, figlio di Alex, nonché leader di una potente famiglia criminale londinese. Dunque Sam, per parte sua, ucciderà i due assassini per proteggere Helen. Ma questo atto, sebbene necessario, implica che Sam diventi un bersaglio per i restanti membri della famiglia Clark, complicando ulteriormente la sua situazione. Dopo ciò, la stagione si conclude con Helen che affronta la complessità dei suoi sentimenti verso Jason. Sceglierà infatti di non approfondire ulteriormente il suo passato per preservare i ricordi positivi della loro relazione.

Nel frattempo, Sam accetta un nuovo incarico che lo pone in una posizione ancora più pericolosa, suggerendo così che le loro storie siano tutt’altro che concluse. E noi, a questo punto, non desideriamo altro che conoscere il seguito per scoprire il destino delle nostre colombe nere… Foriere di una rinascita, che sembra però iniziare e finire nel buio. D’altra parte, la performante compagnia di una star come Keira Knightley sotto il vischio (qui i migliori episodi natalizi delle serie), è difficile da sostituire! E vi dirò di più. Dopo aver assaporato l’ultimo episodio, ci è venuto naturale recuperare alcune sue glorie passate e constatare, così, la sua vivace ambizione nello spingersi oltre i propri limiti.