Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Black-ish
Non c’è un motivo preciso, una spiegazione coerente alla poca importanza che abbiamo dato, in Italia, al meraviglioso finale di Black-ish. Eppure, soprattutto da quando è arrivata su Disney+, il pubblico italiano sembrava apprezzarla (la nostra recensione, quando uscì). Con cognizione di causa, chiaramente. Black-ish è una serie creata da Kenya Barris, andata in onda dal 2014 al 2022. È la vita della famiglia Johnson dove il protagonista è Dre, il padre di famiglia. Le tematiche sono molto chiare: è una famiglia classica, ordinaria e leggermente strampalata. Ma è anche una famiglia afroamericana che quindi deve affrontare un mondo che non sempre risulta accogliente.
Con moltissima ironia (mai volgare ma sempre molto diretta e sul pezzo) Black-ish crea un ottimo mix tra storia americana, comicità leggera e temi complessi.
Black-ish, insomma, fa un lavoro di innovazione e di rilettura di un tema che non sempre viene affrontato nelle serie tv, o almeno non con la giusta coerenza e il giusto coinvolgimento. Dre, Bow e i loro figli ci accompagnano, ognuno col suo punto di vista, in una quotidianità che gran parte del pubblico non conosce. È per questo motivo che Black-ish funziona e ha sempre funzionato. Ma sul finale ha avuto una piccola battuta d’arresto. Perché?
Non conosciamo la risposta, forse non ne esiste una univoca e soddisfacente che possa realmente accontentarci. Sicuramente possiamo analizzare l’evoluzione della serie e capire come mai, proprio sul finale, ha perso il suo pubblico italiani. O almeno gran parte di loro. Se inizialmente il linguaggio che utilizza Black-ish risultava innovativo e sorprendente, dopo qualche stagione viene inevitabilmente visto con un occhio più allenato.
La narrazione in prima persona da parte di Dre Johnson era sicuramente una peculiarità di Black-ish che la rendeva fresca e divertente, ma anche intima e complessa.
Quando ci si abitua alla forma che prendono le puntate, l’eccitazione per la novità tende a diminuire. Pur continuando a riconoscerne i meriti e le caratteristiche. Quindi, forse, l’abitudine ha influito sulla riuscita (in termini di ascolti) di un finale che si distacca da ciò che ci si aspetta di vedere. Eppure, il finale di Black-ish è un piccolo capolavoro di umiltà, maturità e saggezza. È la perfetta conclusione della serie, della storia, delle vite che abbiamo imparato a conoscere. È un finale adulto, e forse anche per questo meno appetibile, meno scanzonato.
D’altronde, già con l’inserimento della narrazione della pandemia, Black-ish aveva cambiato leggermente i toni. Come è successo per molte serie tv, Black-ish affronta il tema del Covid-19 e delle conseguenze che ha avuto sulla sanità e sulle persone. Rainbow, nello specifico, è un medico anestesista e durante il periodo della pandemia, quindi, viene coinvolta in turni sfiancanti per aiutare il maggior numero di persone possibili. Questa narrazione, che nello stile di Black-ish avviene senza limiti né restrizioni, sicuramente porta delle modifiche a quello cui siamo abituati.
Pur riuscendo a mantenere uno spirito comico e un certo grado di leggerezza, inevitabilmente il focus si sposta su qualcosa di più serio e complesso. Ed è abbastanza logico pensare che temi come questo possano aver leggermente influenzato, in discesa, l’hype sulla serie.
La colpa non è di nessuno, meno che mai di Black-ish che non fa altro che trattare con molto tatto e anche con ironia un periodo che ha coinvolto tutti e che era difficile non inserire nella sua storia. Bisognerebbe indagare, in modo molto più generale e universale, quanto quello stesso periodo pandemico abbai influenzato la necessità dello spettatore di non volerne sentir parlare affatto.
Ma come finisce Black-ish? Nella maniera più coerente e semplice che possa esistere: i Johnson, dopo anni di vita vissuta in un quartiere che li mette alla prova, decidono di tornare nel quartiere dove Dre è cresciuto. Un quartiere dove è presente la sua comunità, dove non deve giustificarsi, dove le lotte che ha fatto per anni non devono essere combattute tutti i giorni. È la coerenza il fulcro del finale di Black-ish, perché su tutto vince una linea narrativa diretta ma anche circolare.
La famiglia Johnson non poteva che tornare a casa, non poteva che concludere un ciclo, dopo tutte le vicende vissute lì.
Il senso di Black-ish (qui per leggerne di più) è proprio quello di mettere in luce molte delle cose che un qualsiasi individuo caucasico non immagina nemmeno. Dre non ha più uno scopo più grande. Se non quello di fare il padre, di fare il marito. Ha finito il suo “compito”, che ha sempre portato avanti a testa alta e con una simpatia intelligente e mai scontata. Un compito indispensabile che si è assunto perché si parlasse di determinati temi (e Black-ish non è di certo l’unica). Arrivato a una conclusione, non poteva che andare a ritrovare se stesso, da dove è partito. Per se stesso e per i suoi figli.
Quello di Black-ish è un finale malinconico ma anche molto vero, realista e diretto. E, anche se ad un primo sguardo può non sembrare, è molto in linea e coerente con il tipo di narrazione che Black-ish ha sempre portato avanti. La famiglia Johnson sembra non avere grande scelta, se non ripensare alle sue origini (qui per approfondire il tema delle radici in Black-ish). Anche alla fine di tutto, dopo che così tanto è cambiato, dopo che le loro vite sono state silenziosamente stravolte. Anche da una società e da una cultura che Black-ish ha sempre avuto come riferimento principale.
Quindi, il silenzio di Black-ish non è positivo e non è negativo, è un sintomo di una maturazione molto forte. E il silenzio da parte del pubblico italiano è probabilmente legato proprio a un cambio di direzione da parte degli autori. Come se cambiare rotta fosse troppo complicato per lo spettatore, come se uscire da una particolare comfort zone sia troppo rischioso.
Rischi che i Johnson si assumono, invece, senza timore e con la stessa forza che li contraddistingue per tutta la serie. Forse il finale di Black-ish non è stato capito, forse il problema si era presentato già qualche stagione prima. Forse il pubblico italiano non è riuscito a fare quel passo in più.
Black-ish si conclude in modo silenzioso, come dicevamo, non solo per lo scarso successo italiano ma anche per una questione narrativa. Il ritmo e la cadenza tipicamente ironica, nelle ultime stagioni, tendono a calare per fare fronte a un linguaggio più maturo. Gli stessi personaggi che siamo abituati a conoscere crescono ed evolvono, ognuno con la sua strada, in maniere anche molto diverse tra loro.
E così, Black-ish si avvia versa una necessaria conclusione, con una maturità non indifferente che non fa altro che confermare l’ottima scrittura della serie tv, nella sua totalità.
Ognuno dei figli Johnson prende la sua strada, mantenendo sempre la loro identità e senza mai distaccarsi emotivamente dalla famiglia. Dre e Bow rimangono soli con l’ultimo piccolo di casa e non possono far altro che salutare la loro dimora, che tante cose ha visto e tante cose ha vissuto. Insieme a loro. Proprio Rainbow, nell’ultima puntata, sottolinea quanto quella casa sia diventata tale solo dal momento in cui loro stessi hanno cominciato a crearci dei ricordi dentro. Il finale di Black-ish è silenzioso perché è delicato e dolce e, al contrario di quanto non succedeva prima (quando farsi sentire era necessario), non ha più bisogno di fare rumore.