15 milioni di celebrità, secondo episodio della prima stagione di Black Mirror, ci porta dinanzi ad un mondo in cui il singolo uomo è strumento. In un futuro ipotetico, gli uomini vivono senza contatto col mondo esterno. Il loro unico scopo è guadagnare una valuta chiamata “Merito” attraverso la sola attività che gli è permessa: pedalare su una cyclette. Hanno a disposizione una sola via d’uscita da questa vita e cioè la possibilità di partecipare al talent show. Tutti indossano una tuta da ginnastica grigia e possiedono un “doppel“, un avatar virtuale che si può personalizzare con vestiti per pochi meriti.
Questo episodio rappresenta indiscutibilmente un motivo di satira nei confronti della necessità costante dell’uomo di cercare popolarità e distrazione attraverso programmi d’intrattenimento.
Il protagonista di questo mini-film è Bing. Trascorre giornate tutte uguali in quella sua piccola cella fatta di piccoli schermi e un piccolo letto. La vita di Bing procede in maniera monotona finché non si affeziona alla nuova arrivata a cui regala il biglietto d’oro per partecipare al talent come cantante: le sarà offerto di intraprendere la strada del porno piuttosto che quella della musica. La sua via d’uscita da quella monotonia, da quella vita destinata ad un pedalare continuo, non è stata quindi la carriera da cantante –per cui Bing aveva speso tutti i suoi 15 milioni di meriti– ma una carriera leggermente diversa. Furioso, decide di risparmiare e guadagnare nuovi punti per un nuovo biglietto così da poter partecipare allo show e “vendicarsi”.
Risparmiando fino all’eccesso, riesce nel suo intento. Salito sul palco, inizia l’esibizione ballando finché non interrompe il tutto puntandosi un vetro tagliente al collo per cominciare così il suo discorso che ho deciso di riportare per intero qui:
« Io non ho preparato proprio nessun discorso, non ci ho neanche provato. Volevo solo riuscire ad arrivare fin qui per farmi ascoltare da voi. Per costringervi almeno una volta nella vostra vita ad ascoltare davvero qualcuno invece di starvene lì a far finta di farlo.
Vi accomodate a quel tavolo, guardate verso questo palco e noi ci mettiamo subito a ballare, a cantare, come dei pagliacci. Per voi non siamo delle persone, voi non ci vedete come degli uomini quando siamo qui ma della merce. E più siamo falsi e più vi piace perchè è la falsità l’unico valore ormai, l’unica cosa che riusiciamo a digerire..Anzi no! Non l’unica, il dolore e la violenza: accettiamo anche quelli.
Attacchiamo un ciccione ad un palo e iniziamo a deriderlo perchè crediamo sia giusto. Noi siamo quelli ancora in sella e lui è quello che non ce l’ha fatta “ahah che scemo!“. Siamo talmente immersi nella nostra disperazione che non ci accorgiamo più di nulla. Passiamo la nostra vita a comprare cazzate. Tutto quello che facciamo, i nostri discorsi, sono pieni di cazzate. “Insomma sapete qual è il mio sogno? Il mio sogno più grande è comprare un cappello per il mio avatar“: una cosa che neanche esiste! Desideriamo stronzate che neanche esistono! E siamo stufi di farlo. Dovreste darci voi qualcosa di reale ma non potete, giusto? Perchè ci ucciderebbe. Siamo talmente apatici che potremmo impazzire, c’è un limite alla nostra capacità di meravigliarci. Ecco perchè fate a pezzi qualunque cosa bella che vedete, e solo a quel punto la gonfiate, la impacchettate e la fate passare attraverso una serie di stupidi filtri finchè di quella cosa non rimane che un mucchio di inutili luci mentre noi pedaliamo, giorno dopo l’altro, per andare dove?! Per alimentare cosa?! Delle celle minuscole con dei piccoli schermi. E sempre più celle e sempre più schermi e quindi fanculo!!
Fanculo il vostro dannato spettacolo ! Fanculo! Fanculo voi che ve ne state lì e non fate nulla per cambiare le cose! Fanculo le vostre telecamere e i vostri maledetti canali ! E fanculo tutti per aver trattato la cosa più cara che avevo come se non valesse nulla, per averla afferrata e trasformata in un oggetto, in un giocattolo, l’ennesimo orribile giocattolo in mezzo a milioni di altri! Fanculo ! Fanculo a tutto quanto! Fanculo per me, per noi, per tutto il mondo! Fanculo! »
Per quanto le sue intenzioni siano lucide, la possibilità di un cambio radicale di vita che gli viene offerta lo trascinerà nello stesso mucchio di inutili luci di cui lui stesso si lamentava. Entra a far parte del mondo che poco prima aveva mandato a fanculo -perdonatemi il termine-.
Ed è così l’uomo: un esserino volubile che va dove gli conviene.
Meravigliosa metafora della condizione umana, di come tutto sia commercializzabile. Di come lo stesso uomo, la stessa identità di persona, le proprie convinzioni e i propri ideali siano commercializzabili.
Bing combatte per difendere ciò in cui crede ma si rivelerà un perdente, non riuscendo a difendere neanche se stesso da se stesso.
L’uomo è debole, l’uomo è merce.
Il protagonista combatte per vendicare l’amata persa e finisce col perdersi anch’egli. Abbandona la sua condizione di pedalatore per intramprendere un’altra da venduto. Ciò che gli viene proposto è di intervenire nello show di quel giurato lì, due volte a settimana per 30 minuti facendo discorsi coinvolgenti come quello fatto sul palco. Venduto! La stessa arma che ha utilizzato per focalizzare l’attezione su di lui, per attirare l’attenzione rendendo serio tutto ciò che stava facendo, diventa uno strumento commerciale: oltre che ad apparire nello shop degli avatar, lo stesso Bing conserva il pezzo di vetro come se fosse qualcosa dal valore inestimabile. Venduto! La scheggia tagliente che doveva fare la differenza nel suo discorso anti-commercializzazione dell’individuo diventa commercializzata. Bing diventa commercializzato. Bing è diventato merce.
Quel che Bing però non ha capito è che la sua condizione non è cambiata. Hanno fatto di lui esattamente ciò che volevano. Si era ribellato alla società imposta, aveva iniziato a pensare con la sua testa. Voleva essere diverso, ragionava. Alla società non piace chi ragiona: gli hanno dato esattamente ciò a cui ogni uomo aspira, una condizione sociale migliore. E questo lo ha corrotto. Funziona così il mondo, tutto è corruttibile. Ogni cosa ha un prezzo, anche la ragione dell’uomo. L’uomo stesso ha un prezzo, quello di Bing è un appartamento e la possibilità di non pedalare mai più.
Voi, invece, siete certi di essere incorruttibili? Qual è il vostro prezzo?