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5 cose che hai pensato dopo aver guardato White Christmas (Black Mirror)

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4) Noi contro noi stessi

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L’altra questione tecnologica che ci ha mandato fuori di testa è quella legata ai lavori di Matt. Praticamente, in questo futuro recente le persone possono scegliere di farsi impiantare negli occhi lo Z Eye, un dispositivo di realtà aumentata. Matt lo sfrutta per dare una mano ai ragazzi impacciati nell’antichissima arte del rimorchio. Questi, dunque, vengono guidati da Matt nei tentativi di conquista delle loro prede e tutto quello che accade tra loro e la ragazza (se accade) viene visto in streaming da Matt e dagli altri tizi iscritti al sito. Inutile dire che la cosa sfocia in tragedia: un giorno Matt sta aiutando un ragazzo che però ci prova con la ragazza “sbagliata”. Lei soffre di un disturbo psichiatrico e, convintasi erroneamente che anche lui senta delle voci nella sua testa (mentre sta solo comunicando a distanza con Matt e gli altri compari), lo coinvolge in un omicidio-suicidio per liberarlo dal fardello della malattia. Matt e i ragazzi assistono alla scena impotenti. Proprio a causa di questo evento la moglie scopre il passatempo di Matt e lo blocca, ma non è finita qui. Questo, per il nostro personaggio, era solo un hobby. Quale, allora, la vera professione? Matt lavora con i cookie. Di cosa si tratta? Mediante un microchip impiantato nel cervello si ottengono copie digitali della coscienza degli esseri umani. Questi cookie vengono poi messi in un congegno elettronico. Ecco allora che la copia miniaturizzata del cliente si ritrova a gestire la smart house di quest’ultimo. Queste copie possiedono infatti tutte le informazioni relative ad abitudini, emozioni, pensieri dei loro “padroni” e, proprio per questo motivo, sono in grado di gestire le loro abitazioni nel migliore dei modi. Questi cookie, tuttavia, soffrono per la loro condizione esistenziale e, per questo motivo, Matt li tortura cosicché si ritrovino ad accettare di buon grado il proprio compito e a svolgerlo nel migliore dei modi. Proprio così avviene una cosa che al solo pensarci dovrebbe farci accapponare la pelle (cosa che si verifica, in realtà, quotidianamente, ma non con questa veemenza ed evidenza): la coscienza si ritrova schiava di se stessa, condannata a una vita di sfruttamento e automatismo. Vittima e carnefice, ma con scelta accurata.

5) Il Bianco Natale nello Specchio Nero

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Black Mirror, il titolo della Serie Tv, vuole indicare, appunto, tutto quegli schermi neri nei quali ci specchiamo ogni giorno: gli schermi dei nostri tablet, degli smartphone, dei pc. Un’idea di quanto sia pervasivo questo black mirror ce la dà il fatto che io sto scrivendo su un pc e il mio articolo sarà on-line; voi stessi lo leggerete da uno schermo. La forza di questa Serie Tv risiede anche nel suo essere così profondamente ossimorica: attraverso la tecnologia ci viene raccontato il pericolo dell’evoluzione di questa stessa tecnologia. Lo speciale di Natale è doppiamente ossimorico: il Bianco Natale che si contrappone allo Schermo Nero, che lì deraglia. White Christmas di Black Mirror è una puntata geniale, anche solo nel suo – semplicissimo – titolo.

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La realtà è opinabile, e Black Mirror lo sa benissimo.

Un saluto agli amici di  Seriamente Tv!

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