The machine man will watch, with his heart screaming million miles above us.
Nel terzo episodio di Black Mirror, il futuro delle galassie lontane si incontra con il passato idilliaco dell’America di una volta. Quella, per capirci meglio, raffigurante sposine con la cena pronta in tavola e cittadine talmente sicure per cui è possibile dormire con le porte aperte. Un idillio solo apparente dato che bastano appena dieci minuti per accorgersi delle crepe di pittura nel paesaggio perfetto. Fino al punto in cui il dipinto si scioglie irrimediabilmente in un guazzabuglio di colori. In “Beyond the Sea” non si parla propriamente di arte, anche se è facile accorgersi come questa, insieme alla letteratura giochi un ruolo importante. Nei libri sparsi per tutto l’episodio è possibile infatti rintracciare il destino già scritto dei nostri protagonisti, come se in quella parole d’inchiosto sia nascosta una sentenza.
ATTENZIONE! Se non avete visto il terzo episodio di Black Mirror la recensione potrebbe contenere SPOILER.
Quando incontriamo Lana (Kate Mara) per la prima volta, la troviamo seduta nel suo salotto intenta a leggere “Aeroporto” dello scrittore britannico-canadese Arthur Hailey. Nel libro, il direttore generale dell’aeroporto di Chicago vive un matrimonio teso a causa del lavoro che lo tiene parecchio impegnato. Vi ricorda qualcosa? Altro libro davvero molto importante per il personaggio di Lana è “La valle delle bambole”, di Jacqueline Susann. Per la donna, il libro simboleggia la via di fuga dalla solitudine e dall’infelicità, dato che il rapporto con il marito è vuoto e privo di passione. Le storie scabrose del romanzo le ricordano la vita della città che si è lasciata a malincuore alle spalle.
Nell’episodio sono poi presenti due libri di fantascienza molto importanti. Il primo è “Il gioco dei pianeti”, un raccolta di storie scritte da Ray Bradbury e di grande influenza per il lavoro di Charlie Brooker in Black Mirror. Il secondo, più legato alla trama vera e propria dell’episodio, è invece “La luna è una severa maestra”, di Robert A. Heinlein. Nel romanzo, una colonia lunare inizia una rivoluzione per liberarsi dal gioco dei padroni terrestri e ottenere così l’indipendenza. Similmente a ciò che avviene nell’episodio, anche la colonia prevede una società in cui a ogni donna corrispondano due uomini. Per chi inoltre sa come va a finire la storia, potrà sicuramente trovare un’ulteriore somiglianza con il destino di Cliff e David.
Ed è proprio alla fantascienza che Charlie Brooker decide di tornare con “Beyond the Sea”.
Protagonisti sono i due astronauti, Cliff (Aaron Paul) e David (Josh Hartnett), in missione nello spazio mentre una loro replica robotica vive sulla Terra. In uno questo scenario retro-futuristico, Cliff e David sono gli eroi americani che sono riusciti ad avere tutto senza dover rinunciare a nulla, o forse no. Nei brevi incontri sulla stazione spaziale, è chiaro come il rapporto tra i colleghi sia quasi del tutto inesistente. Non sanno nulla della vita l’uno dell’altro se non lo stretto indispensabile, fino al momento in cui le loro esistenze si intrecciano drammaticamente. Quando la sua famiglia viene uccisa da una setta in stile Charles Manson e la sua replica distrutta, David si ritrova solo e affranto nello spazio. Davanti a sé gli si parano sei anni. Un tempo eterno scandito solo da pasti insapori, controlli di routine e le brevi conversazioni con Cliff.
Di fronte al dolore di David, Cliff e Lana compiono un gesto di altruismo che sancirà la loro rovina. L’uomo inizia a utilizzare la replica di Cliff sempre più frequentemente, gustando una vita che non è la sua e peccando nel desiderare la moglie del collega. “La donna d’altri” come si addice a un racconto biblico. Prendendosi sempre maggiori libertà, David sogna di potersi riprendere la vita che aveva prima senza davvero prestare attenzione alla donna che si trova di fronte. In questo non c’è alcuna differenza tra lui e Cliff. Entrambi, infatti, seppur diversi nell’indole, sono ciechi nel loro egoismo maschilista.
A essere davvero puniti in “Beyond the Sea” sono allora i veri innocenti: le donne e i bambini. Sono le mogli e i figli a venire massacrati dagli egoistici intenti di turno. Che sia per un delirio religioso o per sete di vendetta, il sangue che viene versato non è quello degli uomini che prendono le decisioni. Le repliche sulla Terra sono un palliativo che non riesce a riempire determinate assenze. La solitudine vissuta da Lana è presente anche quando Cliff e David si trovano nella stanza con lei. Diventa palpabile nell’indifferenza del marito che cerca troppo tardi di ricucire certe ferite dell’anima, ed è altresì evidente nel tentativo disperato e ossessivo da parte di David di trasformare Lana in un simulacro della moglie morta.
Ai due viaggiatori dello spazio, allora, non resta altro che il disastro e ciò che ne consegue. Un altro vuoto è riservato a loro, quello cosmico dello spazio senza suono che sarà la loro casa per i prossimi sei anni. Senza dire una parola, Cliff e David si guardano da un capo all’altro di una stanza che improvvisamente è l’unica realtà a essere loro rimasta. Non ne esiste un’altra a cui tornare. Nel gesto estremo di David torna, ancora una volta, il trope di questa stagione di Black Mirror: il desiderio spasmodico dell’essere umano di condividere sfortune e disgrazie piuttosto che gioie e successo.