Black Mirror: Bandersnatch è forse uno degli argomenti più caldi di questo inizio anno. L’episodio, uscito il 28 dicembre 2018, ha provato a rivoluzionare il concetto di interattività serie tv/spettatore. Attraverso un meccanismo di scelte interattive chi guarda è coinvolto in prima persona e diventa protagonista della storia stessa.
Abbiamo già parlato del fatto che in realtà è solo un’illusione quella di prendere le decisioni. I percorsi dell’episodio sono un grande raccordo autostradale che porta a determinati finali attraverso scelte che sembrano fondamentali. Quello di cui vogliamo parlare oggi è il risvolto sociale delle decisioni prese in Black Mirror: Bandersnatch. Ma facciamo un piccolo ripasso riguardo la trama.
Black Mirror: Bandersnatch, la storia.
L’episodio è ambientato a metà degli anni ’80, precisamente 1984. Stefan è un giovane programmatore alle prese con un videogioco ispirato a un romanzo fantasy, Bandersnatch per l’appunto, che lo porterà a rimettere in discussione tutta la realtà che lo circonda. Mentre Stefan vive “il giorno più importante della sua vita“, agli spettatori viene chiesto di compiere scelte al posto del giovane: da quelle apparentemente più stupide a quelle più terribili. Come abbiamo già detto Bandersnatch contiene così tanti percorsi che anche gli stessi creatori hanno difficoltà a ricordare tutti i possibili finali o quelli più nascosti.
Quello che è certo è che la storia ci porta a compiere azioni efferate e terribili. Ci fa scegliere tra uccidere e sotterrare un cadavere, oppure tagliarlo per nasconderlo ancora meglio. Black Mirror: Bandersnatch fa emergere il nostro lato oscuro e le nostre tendenze peggiori.
Netflix ha fatto trapelare i dati delle scelte degli spettatori
In pratica sono state rese note le opzioni più selezionate tra gli spettatori di Bandersnatch. Partiamo dalle cose fondamentali, tipo la questione dei cereali: oltre il 60% dei partecipanti ha preferito i Frosties.
Passiamo alla scelta di rovesciare la tazza di tè sul computer. Secondo quanto emerso dai dati di Netflix, solo il 52,9% del pubblico britannico ha preferito suddetta opzione, mentre nel resto del mondo il dato raggiunge il 55,9%. Questo forse dovuto all’importanza che riveste la bevanda per la cultura britannica.
Per quanto riguarda invece l’aspetto puramente economico, il dato che emerge è incredibile. Gli spettatori, a quanto pare, ci tengono alla stabilità finanziaria di Stefan. Infatti il 73% ha suggerito al giovane di accettare il lavoro alla società di videogiochi Tuckersoft, piuttosto che sviluppare Bandersnatch a casa.
Infine, e questo è il dato che ci rende più felici, tra i cinque finali possibili quello più macabro, in cui Stefan sale sul treno con la madre, è stato il meno popolare di tutti. Questo però può essere dovuto al fatto che è anche uno dei più difficili da trovare.
Cosa ci raccontano questi risultati?
Tutto questo ci fa capire alcuni risvolti sociali e comportamentali di tutti coloro che hanno visto e interagito con Black Mirror: Bandersnatch e quindi con Stefan. La libertà dello spettatore di compiere reati, di uccidere, di drogarsi o evitare di prendere medicine per curarsi è un’arma pericolosa. Questa libertà irreale ha permesso di capire come tutti noi che abbiamo partecipato a questo esperimento televisivo agiamo in assenza di regole. Una sorta di prova metacinematografica simile a quella del Joker nel film di Nolan: Il Cavaliere Oscuro.
Il criminale mette i carcerati di Gotham su una nave e su un’altra le persone per bene. Entrambi i battelli sono carichi di esplosivi ed entrambe le fazioni dispongono del detonatore per far saltare in aria l’altra. Tutto questo per vedere se i reclusi si sarebbero comportati secondo il loro standard oppure se sarebbe stata la gente comune a trasformarsi in killer, in assenza di regole. In quel caso nessuna delle due fazioni ha premuto il bottone per innescare l’esplosione, entrambi i gruppi si sono salvati. Questo perché nonostante alcune persone a volte si possano trasformare in mostri, ce ne saranno sempre altre disposte a lottare per la giustizia. Anche Black Mirror: Bandersnatch ci insegna questo.