Black Mirror è una delle serie tv più sconvolgenti che siano mai state prodotte. Da quando è apparsa nel lontano 2011, i suoi episodi non hanno fatto altro che scioccarci, lasciandoci con un senso di inquietudine che non se n’è andato via tanto facilmente. Insomma, chi non ha coperto la webcam aver visto Shut Up and Dance? O ha deciso di non fare mai più un commento negativo dopo Hated in the Nation? Non c’è spazio per i finali felici o episodi con un fine morale. La critica sociale è forte, la tecnologia e le sue possibili conseguenze sono le protagoniste assolute.
Eppure non sempre le sue storie sono riuscite ad adempiere pienamente alla missione del suo creatore. Spesso sono risultate fuori posto, fiacche, monotone, inconcludenti, troppo semplicistiche. Purtroppo, come dice il famoso detto, non tutte le ciambelle vengono con il buco.
E proprio in questo pezzo sono classificate quelle ciambelle che non sono venute bene, i 5 episodi peggio riusciti di Black Mirror. Andiamo a vederli insieme.
5) Stiking Vipers (5×01)
Ad aprire la classifica c’è Striking Vipers, un episodio che possiamo definire piacevole da vedere. Ma da quando Black Mirror è piacevole? In questa puntata non ci sono sconvolgimenti, né pugni allo stomaco.
Tutto è realizzato con il freno a mano tirato.
Si parla dell’identità virtuale, che può essere diversa da quella reale e che può far uscire pulsioni nascoste. Il potenziale è enorme perché conduce i due protagonisti in un viaggio alla scoperta di sé. Ma Striking Vipers non dà corpo a questa idea. Vorrebbe indagare il desiderio senza etichette, invece finisce solo per rassicurare gli spettatori che non c’è niente di gay in tutto questo. Eppure, al giorno d’oggi, approfondire temi come l’omosessualità e la non identificazione di genere sarebbe importante. Ma qui ogni cosa torna al punto di partenza, come se non fosse mai avvenuta. E allora a cosa è servita questa scoperta?
Striking Vipers non è costruito male e c’è il tentativo di analizzare tematiche note da un punto di vista inedito. Peccato che la tecnologia, cuore di Black Mirror, è usata come pretesto per raccontare una storia romantica che non appassiona mai veramente, senza esaminare gli effetti emotivi delle azioni dei personaggi.